Abusano del nostro stato sociale troppo generoso con i migranti economici
A dirlo è un esperto di radicalismo; non il Mattino populista e razzista
Il costo dello stato sociale svizzero galoppa fuori controllo. E lo fa rapidamente. L’ultimo indicatore è il rapporto sui costi dell’assistenza adottato di recente dal Consiglio federale. Ne emerge che la fattura a questa voce è passata da 1.7 miliardi nel 2005 a 2.6 nel 2015. Quasi un miliardo in più! Naturalmente ciò è avvenuto, ma guarda un po’, in concomitanza con la devastante libera circolazione delle persone.
La situazione del Ticino è emblematica. Invasione di frontalieri (con conseguente soppiantamento dei residenti sul mercato del lavoro, che finiscono in disoccupazione e poi magari in assistenza), immigrazione nello Stato sociale e caos asilo non possono che produrre un cocktail esplosivo. Ed impagabile. Nel senso che non lo si può pagare.
Prima i nostri
Ecco dunque l’ennesima dimostrazione che occorre applicare il primanostrismo anche nell’accesso allo stato sociale. Attualmente infatti gli ultimi arrivati in Svizzera (o in Ticino) possono attaccarsi alla mammella pubblica con troppa facilità. Oltretutto, tanto per peggiorare ulteriormente la situazione, a mungere arriva pure foffa della peggiore specie: tanto gli svizzerotti sono fessi e non si accorgono di niente. Ad esempio estremisti islamici. E’ recente il caso dell’imam predicatore d’odio della moschea di Nidau. Costui, giunto in Svizzera come finto rifugiato, ha stuccato allegramente 600mila Fr alla socialità elvetica. Nel frattempo radicalizzava. E naturalmente le autorità non c’erano, e se c’erano dormivano.
Il caso non è isolato
Il caso non è certo isolato. E a dirlo non è solo il Mattino razzista e fascista. E’ anche l’esperto di ambienti islamisti Thomas Kessler. Il quale non usa nemmeno molti giri di parole. Il nostro sistema di assistenza sociale, dichiara Kessler, rende la Svizzera la base ideale per i terroristi islamici. Perché? Perché da noi, come in alcuni paesi nordici, “si possono ottenere molte risorse con poco sforzo”. “I jihadisti – prosegue l’esperto – abusano del sistema sociale elvetico ed utilizzano il paese come base logistica per il loro estremismo. Gli islamisti temono la perdita dell’assistenza sociale assai più delle pene detentive”.
Più chiaro di così! E allora che si fa? Facile: “per chi non desidera o non vuole integrarsi, è sufficiente l’aiuto d’emergenza” conclude Kessler. Il quale, tra l’altro, è un ex deputato Verde.
Tradotto, ciò significa che bisogna tagliare drasticamente le prestazioni sociali agli stranieri che non si integrano. Meglio ancora azzerarle del tutto ed espellerli.
Ulteriore aggravante
Il quadro attuale è desolante. L’eccessiva generosità del nostro stato sociale con gli ultimi arrivati non solo svuota le casse a danno degli svizzeri nel bisogno, in particolare anziani ma non solo. Ci rende addirittura una base ideale per gli estremisti islamici. Se davanti a questa evidenza non interveniamo, vuol dire che le fregnacce multikulti e politikamente korrette ci hanno bruciato completamente il cervello.
Tanto più che c’è un’ulteriore aggravante: i legulei buonisti-coglionisti nei tribunali. Quelli che fanno di tutto per non espellere nessuno, nemmeno i seguaci dell’Isis. E questo alla faccia della volontà del popolo svizzero che nel lontano 2010 ha deciso che gli stranieri che delinquono vanno allontanati dal paese.
Controlli e risorse
Poiché per scoprire gli abusi nello stato sociale da parte di migranti economici islamisti servono i controlli, occorrono anche le risorse per svolgerli. Se gli uffici preposti si trasformano in semplici passacarte, se nessuno verifica cosa realmente accade sul terreno, e se chi sa tace per non aver storie, continueremo a farci fregare. Perdendo non solo soldi, ma anche sicurezza, visto che foraggeremo estremisti e radicalizzatori. I quali si faranno ben presto raggiungere dai loro degni compari.
Morale della favola: meno aiuti all’estero – ed in particolare ai paesi di provenienza degli estremisti islamici! – e più risorse per i controlli sugli abusi sociali.
Ma le risorse finanziarie non bastano. Ci vogliono anche i mezzi legali per poter svolgere le indagini. E allora, quando si legge che il Tribunale federale ,nell’ennesima alzata d’ingegno, ha stabilito che non ci sono le basi legali per pedinare i finti invalidi, cadono le braccia (ed anche altre parti anatomiche).
Per difenderci non abbiamo mai le basi legali né risorse; quelle ci sono solo per fare entrare e mantenere tutti. Si può essere più allocchi di così? Ma svegliamoci, che è ora!
Lorenzo Quadri