Il “centro” va ancora a manina con la $inistra per asservirci sempre più a Bruxelles

Mercoledì il plenum del Consiglio nazionale ha respinto la demenziale richiesta $ocialista di incrementare ilcontributo di coesione (= pizzo) di 1.3 miliardi alla fallita UE di quasi un ulteriore miliardo di franchetti.

L’inutilissima Commissione di politica estera (CPE) del Consiglio nazionale una decina di giorni fa aveva approvato la mozione del P$ Eric Nussbaumer che chiedeva di raddoppiare il regalo. Questo nell’assurdaillusione di ottenere in tal modo l’associazione al programma di ricerca Horizon (ampiamente sopravvalutato).

Lunedì, tuttavia, è arrivato lo stop della Commissione delle finanze, che ha rifiutato la proposta. E, nel dibattito sul Preventivo 2022 della Confederella, svoltosi appunto nella giornata di mercoledì, il miliardo aggiuntivo è stato bocciato.

Tutto è bene quel che finisce bene? Fino ad un certo punto. Perché il raddoppio del pizzo non è stato asfaltato, come sarebbe stato opportuno e doveroso. La trombatura è avvenuta a maggioranza risicata:  93voti contro 84 e 6 astensioni. Se gli astenuti avessero votato sì, si sarebbe giunti assai vicini al pareggio. Non sono dunque solo i due partiti fotocopia P$ e Verdi-anguria, notoriamente euroturbo ed antisvizzeri, a voler regalare a Bruxelles due miliardi. I numeri parlano chiaro. I ro$$overdi hanno in totale 69 posti in Consiglio nazionale (quando i soldatini sono presenti al completo e votano compatti). C’è dunque un’altra ventina di voti che balla. Del resto, se nella CPE la mozione ro$$a  pro-raddoppio è stata accolta per 15 voti contro 9, vuol dire che il sostegno del tandem PLR-PPD era dato eccome.

Quasi la metà

Quasi la metà della partitocrazia voleva dunque regalare 2 miliardi dei nostri soldi alla fallita UE (quella che progettava perfino di abrogare gli auguri di Buon Natale perché bisogna essere “inclusivi” ed adeguarsi ai migranti in arrivo da “altre culture”). E’ un segnale deleterio. Da un lato la casta si dimostra sempre più lontana dai cittadini: in un’ipotetica votazione popolare, non ci vuole il mago Otelma per prevedere che fine farebbe il pizzo di coesione. Dall’altro, agli eurofalliti viene inviato un messaggio pericoloso. All’UE si comunica infatti che ampie fasce di politicanti elvetici sono più che disposti calare le braghe ad altezza caviglia. Basta alzare un po’ la voce, e sul piatto compaiono miliardi! Di conseguenza, la rottamazione dello sconcio accordo quadro istituzionale va intesa come un incidente di percorso.

Il risultato? E’ scontato. I balivi di Bruxelles continueranno a ricattarci. Alzeranno sempre più la posta!

La “penuria”

Il triciclo brama di svendere il Paese all’UE. Il programma Horizon viene adesso gonfiato come una rana, ben al di là della sua reale portata, per avvalorare la tesi che gli svizzerotti, poveri tapini, devono sottomettersi agli eurobalivi.

Ed è sempre per sottomettere il paese agli eurobalivi che da qualche settimana i soldatini triciclati, dopo aver masochisticamente deciso (per correre dietro al populismo di $inistra) l’uscita dal nucleare, si sono messi a starnazzare alla “penuria” energetica; e quindi al rischio di estesi blackout (?) in Svizzera a partire dal 2025. L’obiettivo dell’esercizio è chiaro: fare il lavaggio del cervello al popolazzo per abituarlo all’idea che, se non vuole rimanere al buio, dovrà cedere sovranità. Perché è questo che la DisUnione europea vuole. Non le bastano i nostri soldi. Pretende di comandare in casa nostra; di imporci le sue leggi ed i suoi giudici stranieri.

Solo interessi

“Penuria” energetica significa doversi procacciare corrente prodotta nell’UE (magari con l’atomo o con il carbone). Quindi diventare sempre più dipendenti da Bruxelles per un bene di primaria importanza. Ed infatti ecco che arrivano notizie su firme di accordini e trattatelli  di mutuo sostegno elettrico con Paesi unionisti presunti “amici”. Ricordiamo la lezione di Kissinger: “Gli Stati non hanno amici, ma solo interessi. Sicché, quando la coperta elettrica si farà corta, non si troverà nessuno disposto a vendere corrente agli svizzerotti, se non a prezzo da usura.

Davvero incredibile

La “ricca” Confederella regala miliardi a destra e a manca. In occasione del dibattito sul preventivo 2022, i $inistrati non hanno cercato “solo” di raddoppiare il pizzo di coesione all’UE. Si sono pure prodotti in tentativi di aumentare gli aiuti all’estero. E’ davvero grottesco che la Svizzera, con tutti questi miliardi in esubero, non sia in grado di tornare ad essere autonoma sotto il profilo dell’approvvigionamento elettrico. Certo che se i primi a mettersi per traverso a progetti di potenziamento della produzione con fonti rinnovabili sono proprio gli ambientalisti (alzare le dighe non va bene, le pale eoliche sono pericolose per gli uccelli, eccetera) è chiaro che non si andrà da nessuna parte. O meglio, si andrà sempre dalla stessa parte. Quella voluta dalla partitocrazia, Verdi-anguria in primis: la dipendenza – e quindi la ricattabilità – da Bruxelles.

#swissexit

Lorenzo Quadri