Notizie poco rallegranti per il partito delle tasse PLR e per la sua rappresentante in Consiglio di Stato. L’Associazione dei comuni ticinesi (ACT) ha infatti bocciato la tassa sui letti freddi, promossa dalla Consigliera di Stato dell’ex partitone Laura Sadis. E dire che l’ACT è presieduta dal radikale Riccardo Calastri. Tu quoque! La rappresentante governativa del PLR viene dunque tradita “dai suoi”.

Contro i piccoli proprietari

Con la tassa sui letti freddi si vorrebbe dare facoltà ai Comuni di prelevare il nuovo balzello promosso dal partito delle tasse PLR. E’ già il secondo aggravio fiscale targato ex partitone che va a colpire la piccola proprietà immobiliare.

Il primo è la geniale pensata di raddoppiare le stime immobiliari, naturalmente senza neutralità finanziaria poiché essa non è possibile. Per ottenerla occorrerebbe infatti modificare un numero spropositato di leggi ed ordinanze.

Il secondo è il balzello sulle casette o appartamentini di vacanza, ispirato al modello Silvaplana. Paragone ben poco pertinente. Certamente in Ticino esistono residenze secondarie di lusso, di proprietà di ricchi stranieri. Ma moltissime sono  le casette di vacanza dei ticinesi (magari ereditate): oggetti modesti, che ben poco hanno da spartire con lo sfarzo di destinazioni grigionesi extra lusso. Non solo: alla fine anche a Silvaplana hanno rinunciato ad applicare il balzello sui “letti freddi”.

Il paradosso

Il PLR quindi insiste nel voler tassare le casette e gli appartamenti dei ticinesi. Anche in modo paradossale. Si pensi ad esempio ai casi in cui residenza primaria e secondaria si trovano nello stesso comune – cosa non infrequente ad esempio a Lugano (rustico in Valcolla e domicilio in “piano”). La nuova tassa PLR sulla residenza secondaria dovrebbe procacciare nuove risorse ai Comuni in cui si trovano le case di vacanze, prelevandole dai proprietari che vivono e pagano le tasse altrove. Nell’esempio appena descritto, invece, a venire tartassato sulla cascina di vacanza sarebbe chi è già contribuente del comune!

Tassa PLR

Interessante notare che alcuni esponenti PLR hanno tentato, invero maldestramente, di spalmare su altri la responsabilità per il nuovo balzello sui letti freddi parlando di “consultazione del Consiglio di Stato”.

Eh no. La consultazione non è del CdS. E’ solo ed unicamente del DFE in mano al PLR. Capiamo che questo causi vivo imbarazzo nell’ala liberale. La quale, ad ogni giorno che passa, si accorge di ritrovarsi in un partito delle tasse.

Un partito, come ha correttamente ricordato l’ex PLR Sergio Morisoli (il quale conosce bene i suoi polli) che non solo si inventa, in tandem con il P$, sempre nuovi sistemi per mettere le mani nelle tasche della gente – e ricordiamoci che andare a mungere la piccola proprietà immobiliare significa colpire in prima linea i ticinesi “doc” – ma che da 13 anni a questa parte ha sempre affossato tutti gli sgravi fiscali altrui. E adesso in funzione elettorale tenta di presentarsi come partito dell’economia; quando la realtà dice ben altro.

Anche il Corrierone del Ticino ha riportato correttamente che la consultazione per la nuova tassa sulle casette di vacanza non è del CdS, bensì del DFE targato ex partitone.

Violazione della privacy

Le contraddizioni si moltiplicano. Il PLR ha  giustamente lanciato a livello federale un’iniziativa a tutela della privacy dei cittadini (compresa quella bancaria). Iniziativa, tra l’altro, fotocopiata da una proposta della Lega del 2009 (avanti con la Xerox) che però ai tempi i liberali ben si guardarono dall’appoggiare.

La tassa sui letti freddi prevede che siano tassati i giacigli di vacanza occupati per meno di 90 giorni all’anno. E chi controlla questa occupazione, addirittura contando i giorni? E’ chiaro che la riscossione del balzello comporta una plateale violazione della privacy dei cittadini. Ed anche un aumento della burocrazia (per effettuare le verifiche). Roba da Grande Fratello!

Ma come, a livello federale i liblab lanciano le iniziative a tutela della privacy e contro la burocrazia, e invece in Ticino prendono la direzione diametralmente opposta, quella del voyeurismo di Stato?

Regalo avvelenato

La tassa sulle residenze secondarie la preleverebbero i Comuni. Perché, allora, questi ultimi rifiutano il “regalo”? Semplice: perché trattasi di regalo avvelenato. A parte le difficoltà d’applicazione pratica, la trappola è evidente. Il Comune non sarebbe obbligato a prelevare il balzello. Ma se non lo fa, cosa accade? Accade che il DFE (PLR) dice al Comune: «noi ti abbiamo dato la possibilità di fare cassetta; non l’hai voluta usare? Affari tuoi. Adesso per abbellire i conti del Cantone ti scarichiamo addosso ancora nuovi oneri. Se non ce la fai a pagare, alza il moltiplicatore». Capito il trucchetto?

Lorenzo Quadri