Ceto medio dissanguato e Confederazione svenduta all’UE: ecco il programma ambientalista
Il Paese va a ramengo, ma i politicanti della partitocrazia si sciacquano la bocca col clima per nascondere le proprie cappellate
L’ammucchiata cadregara ro $$overde da mesi cavalca il populismo climatico. Come abbiamo detto più volte, dietro la ragazzina svedese che bigia le lezioni, racconta cose di cui non ha la più pallida idea, però viene acclamata dalla stampa di regime neanche fosse un’eroina (che pessimo messaggio ai giovani!), ci sono interessi politici ed economici che non c’entrano un tubo con la tutela dell’ambiente. E che anzi vanno proprio nella direzione opposta.
Il populismo climatico è uno specchietto per le allodole che serve per sdoganare tutto il resto del programma politico della gauche-caviar: dalle frontiere spalancate alla distruzione degli Stati nazionali, dallo smantellamento dei diritti popolari allo sconcio accordo quadro istituzionale.
La svendita della Svizzera
Come già scritto, ma lo ripeteremo ad oltranza, chi vota per il populismo climatico pensando di dare in questo modo un segnale “ecologista”, in realtà vota la svendita della Svizzera (e dei suoi cittadini, e dei suoi lavoratori) alla fallita UE. Mentre per il clima il suo voto sarà privo d’effetto! L’ambiente è un tema planetario. L’influenza della Confederella in tale campo è minima. E’ una semplice questione di massa critica. Una Svizzera ostaggio del populismo climatico ro$$overde aumenterebbe a dismisura tasse, balzelli e vessazioni a carico dei cittadini; in primis degli automobilisti e dei proprietari di una casetta. I $inistrati, per le loro crociate ideologiche, tartassano il già bastonato ceto medio con la scusa dell’ecologia, in cambio di risultati concreti irrisori.
Si calcola ad esempio che le proposte ro$$overdi, se attuate, costerebbero in media ad un nucleo familiare elvetico qualcosa come 20mila Fr all’anno, tra aumento di prezzo dei carburanti, tassa sull’elettricità proveniente dal nucleare, balzelli sui biglietti aerei, nuove tasse sul CO2, e via sproloquiando.
La prima causa
Per contro, le frontiere spalancate che tanto piacciono alla $inistra sono la prima causa del degrado ambientale in Svizzera: in poco più di un decennio, a seguito dell’immigrazione scriteriata, la popolazione del nostro Paese è cresciuta di un milione di persone. E continua ad aumentare. Siamo qui in troppi! E questi “troppi” hanno poi bisogno di spostarsi, di abitare, di scaldare la casa, ecc. Quindi consumano risorse naturali ed inquinano.
Grazie alla devastante libera circolazione, il Ticino deve pure subire l’invasione quotidiana dei 65mila frontalieri uno per macchina, più le migliaia di padroncini e distaccati.
Ed i kompagnuzzi che difendono ad oltranza simili scempi, che denigrano ed insultano chi osa opporsi (perché la $inistra è il partito dell’intolleranza e dell’odio), hanno ancora il coraggio di spacciarsi per paladini dell’ambiente? Ma chi pensano di prendere per i fondelli?
Il paradosso
La situazione è del tutto paradossale: lasciarsi infinocchiare dal populismo ambientale porterà poco o nulla al clima. Perché l’influenza elvetica in questo ambito è minima. Dove invece la Svizzera può davvero decidere, è nei rapporti con l’UE. E le posizioni dell’ammucchiata ro$$overde in tale ambito sono peggio che deleterie.
Ergo: votare i partiti del populismo climatico significa demolire la sovranità elvetica, quindi fare un danno reale, enorme e tangibile alla nazione, in cambio di nessun beneficio ambientale. Anzi. Ricordiamo infatti che lo sconcio accordo quadro istituzionale, bramato dalla partitocrazia $inistrati in primis, ci porterà, tra le varie sciagure: l’invasione di TIR UE da 60 tonnellate, la fine del divieto di transito notturno per i mezzi pesanti, gli OGM, la rottamazione della nostra protezione degli animali specie di quelli da reddito (in Svizzera è molto più avanzata che nei paesi UE). E l’elenco potrebbe continuare.
Verde-dollaro
Niente di strano, dunque, che gli spalancatori di frontiere di tutti i colori sostengano il populismo climatico. Ma solo in chiave anti-sovranista. Perché ai globalizzatori, del clima non gliene potrebbe fregare di meno. Cavalcano l’onda (verde) per i propri interessi. Che sono semmai verde-dollaro.
Propaganda di regime
Alla Pravda di Comano, intanto, non passa giorno senza che i giornalai gauche-caviar che l’hanno colonizzata facciano il lavaggio del cervello al popolazzo sul clima.
E’ chiaro che si tratta di un pretesto per fare campagna elettorale all’area ro$$overde con il canone più caro d’Europa e nascondere gli altri disastri provocati dalla casta.
I benpensanti si stracciano le vesti (firmate) sul riscaldamento climatico, ma intanto il mercato del lavoro va a ramengo, i casi d’assistenza continuano ad aumentare, la spesa sociale (grazie anche all’immigrazione incontrollata) esplode, sempre più svizzeri non arrivano a fine mese, la fallita UE comanda in casa nostra, i premi di cassa malati debordano, i conti dell’AVS sono in rosso (però si regalano miliardi all’estero e si spendono altri miliardi per mantenere finti rifugiati), siamo diventati il Paese del Bengodi per furbetti, pufatt e criminali stranieri in arrivo dai quattro angoli del globo, eccetera. Sicché, politicanti del triciclo, altro che cianciare di clima sperando di nascondere le vostre cappellate!
Hanno perso la testa
E a dimostrazione di come, nel vano miraggio di ottenere qualche voto in più alle prossime elezioni federali, la partitocrazia abbia perso la testa: il PLR nazionale, sotto la guida della presidenta Petra Gössi, ha partorito un programma fotocopiato dai ro$$overdi, in cui si propone, tra le varie eco-boiate, anche il balzello sui biglietti aerei. Il che ha provocato le immediate dimissioni del vicepresidente liberale Christian Wasserfallen. Se all’interno del PLR dei liberali esistono ancora, a questo punto possono fare una sola cosa: cambiare partito.
Morale
Che i politicanti si preoccupino dei problemi della gente e del futuro della Svizzera!
Altro che autoerotizzarsi cerebralmente sul clima (facile, quando si ha il borsello rigonfio ed il posto sicuro, vero $ignori?)!
Altro che correr dietro alle “gretine” e soprattutto a quelli che le pilotano per i propri interessi di bottega; e che poi se la ridono a bocca larga del popolazzo che si lascia turlupinare!
Lorenzo Quadri