Il partito sale armi e bagagli sul carro dello sconcio accordo quadro istituzionale
Ma guarda un po’, questa è proprio bella. Il presidente nazionale del PPD Gerhard Pfister se ne è uscito a dichiarare che la Svizzera “dovrebbe adottare in linea di principio il diritto dell’UE, a meno che i cittadini elvetici non lo rifiutino tramite un referendum”. Traduzione: per impedire agli eurobalivi di venire a dettare legge in casa nostra, nel senso letterale del termine, qualcuno dovrebbe ogni volta lanciare il referendum facendosi carico degli enormi oneri finanziari ed amministrativi che ciò comporta. E in questo modo, secondo il buon Pfister, si preserverebbe la democrazia diretta? Questa è una presa per i fondelli bella e buona. Tanto più che anche il Gigi di Viganello è ormai perfettamente in chiaro sul fatto che solo i grandi partiti nazionali ed i sindacati sono in grado di far riuscire dei referendum a livello federale. E ovviamente non possono lanciarne su qualsiasi cosa.
Va bene che Carnevale si avvicina, ma qui ci sono solo due possibilità: o il buon Pfister ha esagerato con le libagioni, oppure il PPD vuole svendere la Svizzera all’UE. Proprio come il P$, i “Leider” Ammann ed i Burkhaltèèèr. Per tanto così, chiudiamo direttamente consiglio federale e parlamento e a governare la Confederazione ci mettiamo un gerente nominato da Bruxelles.
E questo sarebbe un partito “di centro”? Schierato armi e bagagli assieme ai kompagni a sostegno dello sconcio accordo quadro istituzionale?
Il bello è che poi gli uregiatti sono i primi a riempiersi la bocca con la difesa del “modello svizzero”; ma naturalmente solo quando fa comodo a loro. Questi signori invocano la “patria in pericolo” per combattere la “criminale” iniziativa No Billag con l’obiettivo di difendere le proprie cadreghe nella SSR e nella CORSI. E poi, questi sedicenti paladini della Svizzera, alla prova dei fatti vogliono svenderla ai balivi di Bruxelles tramite accordo quadro istituzionale! Ricordarsene alle prossime elezioni.
Lorenzo Quadri