Ma guarda un po’, il presidente nazionale PLR Philipp Müller dice njet all’amnistia generale.
Si moltiplicano dunque le prese di posizione dell’ex partitone allineate a quelle dei kompagni. Ricordiamo al proposito l’ultima sortita sempre di Müller, il quale se ne è uscito a dire, tranquillo e beato, che bisogna rivotare sul 9 febbraio.
E’ quindi evidente che, anche e soprattutto in Ticino, quanti alle prossime elezioni federali voteranno PLR daranno la propria scheda a chi vuole cancellare il “maledetto voto” del 9 febbraio. Ricordiamoci che il ministro degli esteri PLR Didier Burkhaltèèèr è quello del “dobbiamo aprirci all’UE”. Il ministro dell’economia PLR Schneider Ammann è invece quello che ha congelato (ovvero silurato) il pacchetto di potenziamento delle misure accompagnatorie alla devastante libera circolazione delle persone.
Dal 1969
Tornando all’amnistia generale. Essa è una richiesta anche ticinese. L’ultima risale al 1969. Dare una volta ogni 50 anni la possibilità di mettersi in regola, pagando comunque un prezzo, a chi ha dei capitali non dichiarati non può essere certo considerato un incoraggiamento all’evasione. In Svizzera il contribuente di amnistie ne vede, se va bene, una nella vita. Diversamente, tanto per fare un esempio, dagli scudi fiscali italici, che sono seriali.
L’obiettivo dell’amnistia è quello di re-immettere in circolazione capitali che altrimenti rimarrebbero bloccati sui conti non dichiarati. In questo modo si favorisce l’economia e si incrementa pure il substrato fiscale.
In Ticino
Il popolo ticinese aveva approvato l’amnistia fiscale in votazione popolare. I kompagni, che come al solito rispettano la volontà dei cittadini solo nelle occasioni, sempre più rare, in cui ottengono ragione, si sono subito mesi a strillare al “regalo ai ladri” e sono andati a lagnarsi al Tribunale federale. Sicché l’amnistia cantonale è saltata. Adesso a Berna il presidente liblab si schiera contro l’amnistia federale invocando più o meno gli stessi argomenti della $inistra. Si ricalca, dunque, quanto accaduto sul 9 febbraio. Conclusione logica: non solo in Ticino, ma anche a livello federale si concretizza il “tavolo di sasso” tra PLR e P$.
Il motivo per diffidare
C’è un solo motivo per diffidare dell’amnistia federale ed è che la ministra del 5% Widmer Schlumpf si sarebbe detta favorevole. Ora, è noto che costei – una vera catastrofe per la Svizzera, ed in particolare per il Ticino – dopo aver svenduto senza contropartita il segreto bancario dei clienti stranieri delle banche svizzere, vorrebbe cancellare il segreto bancario anche per i cittadini elvetici. Ha tentato di far approvare lo scempio dal Consiglio federale – dopo che, poche settimane prima, aveva pubblicamente dichiarato che il segreto bancario per gli svizzeri “non è in discussione” – ma è stata mazzuolata. Giustamente.
E’ chiaro dunque che la ministra del 5% sostiene l’amnistia in vista dello smantellamento del segreto bancario anche per gli svizzeri. Naturalmente non lo dice, trattandosi di personaggio infido e bugiardo. Il ragionamento è semplice: la possibilità di mettersi in regola è il pedaggio da pagare per la rottamazione totale della privacy bancaria, bramata dalla Consigliera federale non eletta e dai suoi burattinai di $inistra.
Attenzione però: c’è di mezzo un’iniziativa popolare, sulla quale i cittadini elvetici dovranno esprimersi. L’iniziativa vuole appunto tutelare la privacy bancaria.
Via d’uscita?
E’ evidente una cosa: l’amnistia fiscale non deve diventare il cavallo di Troia di per la fine del segreto bancario anche per i cittadini svizzeri.
Ma non è così difficile trovare una via d’uscita. Se il popolo accetterà l’iniziativa a tutela della privacy, almeno il “nostro” segreto bancario sarà inserito nella Costituzione, ed i sogni di rottamazione integrale della Consigliera federale non eletta andranno in fumo. A quel punto si potrà fare l’amnistia. Prima di allora, però, ci sarà un altro appuntamento decisivo. A dicembre l’Assemblea federale dovrà rieleggere il Consiglio federale. Occorre dunque mandare a casa la ministra del 5%. Tutto dipenderà dall’atteggiamento del PPD. Questo partito, prima delle elezioni di ottobre, dovrà chiaramente dire a tutti i cittadini, ed in primis ai ticinesi, se sosterrà ancora Widmer Schlumpf!
Lorenzo Quadri