E sul 9 febbraio: “E’ inaccettabile che un partito borghese sia contro i Bilaterali”

E’ un vero peccato che certe interviste non varchino il Gottardo. Quella rilasciata alla NZZ dal presidente nazionale del PPDog Christophe Darbellay – che otto anni fa squallidamente intrigò per cacciare Blocher che aveva vinto le elezioni e mettere in Consiglio federale al suo posto la ministra del 5% Widmer Schlumpf – è ricca di “perle”. Delle autentiche chicche che meritano di essere conosciute anche in Ticino.  Anche se per il PPD ticinese la non diffusione dell’intervista al presidente nazionale è, in effetti, una fortuna.

Tema dell’intervista, che occupa quasi un’intera pagina della NZZ del 4/5 luglio scorso,  sono le ormai prossime elezioni federali.

Alcune chicche

Darballay apre il suo capolavoro comunicativo con un vero colpo da maestro: “Secondo le inchieste sono il presidente di partito più credibile”. Chi si loda, dice il vecchio detto, s’imbroda. Ed infatti arriva ben presto un piccolo campionario della credibilità di questo signore – tra l’altro solito a pubblicare sui “social” foto dei figli minorenni per farsi campagna politica.

Chicca numero uno. Dichiara il presidente nazionale PPD: “ci impegneremo maggiormente nei popolosi cantoni di Zurigo, Argovia, Berna e Vallese, dove, con 92 seggi, viene eletta quasi la metà del Consiglio nazionale”.  Traduzione: del Ticino, che di seggi al nazionale ne ha solo 8, non me ne frega un tubo.

Chicca numero due. “Abbiamo bisogno di più persone come il consigliere nazionale Guillaume Barazzone, che fa porta a porta nei quartieri ginevrini”. Traduzione: il PPD non è cambiato affatto; altro che abbandonare il bieco galoppinaggio degli scorsi decenni. Per noi il galoppinaggio è un fattore essenziale. Vogliamo più galoppini!

Chicca numero tre: “Il presidente del PLR, Philipp Müller, è più chiaro del suo predecessore”. Il predecessore in questione, Fulvio Pelli, ringrazia per l’apprezzamento. Da notare che l’ultima posizione “di peso” del Müller è stata: bisogna rivotare il 9 febbraio. Per la serie: chi s’assomiglia…

Chicca numero quattro: “Il PPD è un partito dei valori”. Ed infatti, in nome dei “valori”, nel Canton Berna candida al Nazionale un’ex miss Kosovo, naturalmente con doppio passaporto. La prorompente bellezza balcanica dichiara: “Il lavoro di modella e la politica non sono poi così differenti. Una modella, o una miss, riveste il ruolo di ambasciatore di un paese come farebbe un politico”. Ah beh, lei sì che ha capito tutto del lavoro politico! La ringraziamo per l’illuminante ed istruttiva spiegazione, che ci apre un nuovo mondo. La domanda nasce spontanea: ma i “valori” del PPD sono il doppio passaporto o sono la gn_cca?

 

Bisogna sostenere Widmer Puffo

Ma il piatto forte arriva quando l’intervistatore tocca il tema, scottante, della riconferma della ministra del 5% Widmer Schlumpf. Costei, come noto, è in carica grazie ai voti del PPD, oltre che a  quelli del P$. Gli uregiatti la sosterranno ancora? Risposta di Darbellay: “I Consiglieri federali in carica che fanno bene il loro lavoro devono venire rieletti”. E aggiunge: “Questa linea è diffusa anche nel gruppo PPD alle Camere federali”.

Dunque, la maggioranza del PPD sosterrà ancora la catastrofica ministra del 5%! Sicché, se qualche candidato ticinese in campagna per le elezioni federali penserà di fare il furbetto sostenendo il contrario, sbugiardatelo subito! Il presidente nazionale è stato inequivocabile!

Posizioni inaccettabili

 Da notare che per il signor Darbellay calare integralmente le braghe sul segreto bancario senza alcuna contropartita significa “lavorare bene”! Tentare di cancellare il segreto bancario anche per gli svizzeri (dopo aver affermato pubblicamente il contrario) significa “lavorare bene”! Svendere gli interessi del Ticino all’Italia significa “lavorare bene”! Dire che “bisogna rivotare sul 9 febbraio” significa lavorare bene!

E naturalmente anche su quest’ultimo punto Darbellay ci illumina sulla posizione del suo partito (ma allora dillo che vuoi che il PPD ticinese si estingua…): “le posizioni dell’Udc contro la via bilaterale sono inaccettabili per un partito borghese”.

Poiché le “posizioni” in questione sono l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” ne consegue che, per il presidente del PPD, il voto del 9 febbraio è “inaccettabile”.

Ringraziamo Christophe Darbellay per aver chiarito le idee agli elettori ticinesi che adesso sanno, per le elezioni di ottobre, chi non votare.

Lorenzo Quadri