Il lavoro non è appannaggio della $inistra (anzi)

Mercoledì era il primo maggio, festa del lavoro. Festa che per la maggior parte dei lavoratori è stata l’occasione per un benvenuto giorno di libero. Anche perché, avanti di questo passo, ed in Ticino bisognerà indire la festa del non lavoro.
Il primo maggio è rimasto, per ragioni storiche, appannaggio della $inistra. Ma lo sventolio di bandiere rosse e taluni tromboneschi proclami dei sindacati legati (o meglio: che ormai si coprono) con il P$ diventano sempre più fuori luogo.
Tanto per cominciare, il lavoro non può di certo essere considerato appannaggio di $inistra. Anzi. Soprattutto in Ticino.
Sappiamo quali siano i problemi del mercato del lavoro in questo Cantone: invasione di frontalieri, invasione di padroncini (entrambe conseguenza della devastante libera circolazione delle persone) e smantellamento della piazza finanziaria.
Ebbene in tutte queste questioni la $inistra sindacale porta responsabilità pesanti, per cui c’è poco da scendere in piazza a fare i “di più”.
Sappiamo benissimo che la $inistra ha sempre sostenuto ad oltranza la libera circolazione delle persone, e chi si opponeva era un becero populista e razzista. I sindacati hanno tra i loro iscritti anche una bella fetta di frontalieri. Che pagano le quote sociali. Grazie alle quali i dirigenti sindacali si portano a casa stipendi non esattamente proletari.
In Ticino il mercato del lavoro è di dimensioni ridotte. Questo mercato deve essere preservato per i ticinesi, per chi vive qui e spende qui. La conseguenza quindi è che l’accesso dei frontalieri a questo piccolo mercato va limitato drasticamente a quei settori in cui la forza lavoro residente effettivamente non basta a coprire le esigenze dell’economia.
La libera circolazione delle persone ha creato una guerra tra poveri. Questa guerra l’ha voluta chi ha spalancato le frontiere, $inistra in primis. Quindi, bello o brutto che sia, occorre fare una scelta. Qualcuno deve restare fuori. E questo qualcuno devono essere i frontalieri. Non possono certo essere i ticinesi, come invece accade ora. Alternative alla “selezione” non ce ne sono.
Ma la $inistra ed i suoi sindacati sono contrari alle limitazioni per i frontalieri. Perché? Perché appunto anche i frontalieri sono iscritti ai sindacati e pagano le quote sociali. Per non parlare poi dei legami d’amicizia (inciuci) tra i sindacati nostrani e quelli lombardi. Notare che i sindacati lombardi pubblicano sui loro siti le inserzioni con i posti di lavoro disponibili in Ticino… e chi fornisce gli elenchi? Il Gigi di Viganello?
Così ecco che la $inistra non vuole aumentare le tasse ai frontalieri per renderli meno competitivi. Sostiene invece i salari minimi, che costituiscono unicamente un regalo ai frontalieri, mentre i ticinesi che guadagnano più del salario minimo si vedrebbero le paghe abbassate a tale minimo. Col risultato che i frontalieri, con il minimo salariale, grazie al notorio differenziale tra il costo della vista ticinese ed italiano, farebbero vita da nababbi; mentre i ticinesi, con la medesima paga, tirerebbero la cinghia.
Altro grave problema occupazionale del Cantone, come detto, è lo smantellamento della piazza finanziaria. I sindacati di $inistra come la $inistra in genere non hanno mai, ma neanche per sbaglio, difeso i bancari. Al contrario. I kompagni vogliono cancellare il segreto bancario e quindi demolire la piazza finanziaria elvetica causando almeno 5000 nuovi disoccupati in Ticino. Per la $inistra il segreto bancario non è un aspetto della tutela della privacy, come confermato anche da Mr Dati, bensì un escamotage per evasori fiscali. In base a questo “ragionamento” la piazza finanziaria è un covo di delinquenti ed i bancari sono complici.
Né si possono dimenticare le posizioni sindacali talebane contro le aperture domenicali dei negozi, che hanno il risultato di cancellare posti di lavoro in Ticino per crearli nei grandi centri commerciali d’Oltreconfine, promuovendo il frontalierato della spesa dei ticinesi. I negozi chiusi di domenica nuocciono inoltre alla nostra attrattività turistica: quindi altri posti di lavoro che se ne vanno in fumo grazie alla $inistra che il 1° maggio faceva la bocca larga.
Di conseguenza, che la $inistra continui ad egemonizzare il primo maggio è semplicemente un residuato storico, perché la $inistra non ha nemmeno lontanamente i numeri per autoproclamarsi protettrice dei lavoratori ticinesi. Anzi, fa proprio il contrario.
Lorenzo Quadri