Promuovere gli interessi di molti e non i privilegi di pochi

Il prossimo tre marzo di voterà sulla professionalizzazione delle presidenze delle Autorità regionali di protezione (le ex Commissioni tutorie).
Contro la professionalizzazione, approvata dal Gran Consiglio, la neonata Associazione dei Comuni ha presentato referendum.
Dopo la dissoluzione di Acuti e Coreti, la prima battaglia politica della nuova associazione, presieduta dal radicale Riccardo Calastri Sindaco di Sementina, è stata proprio quella contro la professionalizzazione delle ARP. In via incidentale si fa notare che la città di Lugano è stata la prima, con la sua defezione, a dare il là allo sfaldamento dell’Acuti (Associazione comuni urbani ticinesi), e non si sogna di entrare a far pare della nuova Associazione. Questo perché per Lugano serve uno statuto speciale nei rapporti con il Cantone.
Ohibò, possibile che la nuova Associazione non abbia altre battaglie da portare avanti? In effetti, quella contro la professionalizzazione dei presidenti di ARP, sembra assi più una battaglia a tutela delle cadreghe degli attuali presidenti di tutoria, tra cui vari municipali radicali. Radicali come il presidente Calastri che ha mobilitato la neonata associazione. Se poi la nuova Associazione dei Comuni voleva mostrare i muscoli al Cantone, ci sarebbero stati ben altri ambiti in cui farlo. Ad esempio il nuovo onere scaricato da quest’ultimo sul groppone degli Enti locali con il Preventivo 2013.
La battaglia a favore dello statu quo puzza dunque di difesa degli interessi di bottega degli avvocati presidenti di tutoria, molti dei quali di estrazione radicale. Sospetto ulteriormente avvalorato dal fatto che Franco Celio, deputato radicale, ha presentato un’interrogazione urgente contro la scheda di votazione del 3 marzo, ritenuta fuorviante. L’atto parlamentare non è sicuramente tra i meglio riusciti del gran consigliere Plr, dal momento che parte dal presupposto che i votanti non siano capaci di votare, e rischia oltretutto di risolversi in autogoal. Gli avversari della riforma non hanno altri argomenti? Sono queste le frecce al loro arco?
O forse malgrado tutto sono anch’essi consapevoli che la riforma, contrariamente dal referendum dei Comuni, parte da scopi ideali, ossia dalla volontà e necessità di cambiare un sistema che non funziona? A fare le spese di questo malfunzionamento sono, oltretutto, dei cittadini “fragili”: gli utenti delle ARP ex Tutorie, appunto.
Per non parlare poi del plateale conflitto d’interessi dei presidenti di ARP che vanno a difendere i propri clienti non solo nelle altre ARP, ma addirittura in quella da loro presieduta. Si può ovviamente comprendere come gli avvocati abbiano un interesse molto particolare nell’utilizzare l’ “atout” della presidenza di Tutoria o ARP che dir si voglia, per acquisire nuovi clienti (ad esempio nell’ambito dei divorzi).
Non solo le associazioni a scopo ideale che tutelano le famiglie, i pazienti ed i consumatori (AGNA, ATFMR, Movimento Papageno, Donna 2, AGAPE, Conferenza cantonale dei genitori, ACSI,.. ) difendono la riforma, ma essa è sostenuta anche dalla maggioranza del Gran Consiglio e anche da vari Municipi. Un qualche motivo ci sarà. Forse perché la riforma mira a promuovere gli interessi di molti, mentre il referendum tenta di salvaguardare i privilegi di pochi?
Tra i Municipi favorevoli alla riforma, si segnala quello di Lugano. A Lugano le due CTR hanno già una medesima presidente, che svolge questa mansione a tempo pieno. Il sistema funziona.
Lorenzo Quadri