Il prossimo 5 giugno voteremo sull’ennesima riforma nel settore dell’asilo. Una riforma che, pensando di prendere per il “lato B” gli svizzerotti, viene venduta come un giro di vite nell’ambito dell’asilo. Invece è proprio il contrario. O meglio: il giro di vite c’è effettivamente. Ma non sugli abusi dei migranti economici, bensì sui diritti dei cittadini.
Sostengono gli abusi
La kompagna Simonetta “dobbiamo aiutare l’Italia” Sommaruga non si sogna di mettere un freno all’immigrazione illegale di finti rifugiati: giovani uomini soli che non scappano da alcun conflitto, ma che arrivano a milioni in Europa abusando del diritto d’asilo, che manifestamente non si può applicare a loro. In effetti, il diritto d’asilo serve a tutelare le vittime di conflitti e non come scappatoia per giustificare l’immigrazione illegale.
Ma gli abusi nel diritto d’asilo vanno benissimo agli spalancatori di frontiere, tra cui la kompagna Sommaruga. Secondo l’illuminata visione (?) di questi signori, è moralmente obbligatorio (?) far arrivare in Europa milioni di migranti economici africani, tutti giovani uomini soli, che non sono integrabili: né socialmente, né culturalmente, né men che meno economicamente.
Nessun freno all’invasione
La riforma dell’asilo in votazione il mese prossimo non pone alcun freno all’arrivo di migranti economici. Non per nulla è sostenuta proprio dagli spalancatori di frontiere. Si pone invece l’obiettivo di aumentare a dismisura la capacità d’accoglienza. Nel concreto, autorizza il dipartimento della kompagna Sommaruga a procedere ad espropriazioni facili per realizzare nuovi centri asilanti. Queste espropriazioni facili, inventate apposta per fare spazio ai finti rifugiati, violano in maniera sfacciata lo Stato di diritto. In effetti con le “nuove regole” si creerebbe una procedura in cui chi vuole realizzare un centro asilanti, ossia il Dipartimento della kompagna Sommaruga, è contemporaneamente anche l’autorità chiamata a decidere sulle opposizioni a tali progetti. Si può immaginare con quali risultati. Qui sì che i principi dello Stato di diritto vengono calpestati, ma naturalmente i politikamente korretti se ne impipano: loro evocano la violazione dello Stato di diritto solo quando si tratta di impedire che ai terroristi islamici con doppia nazionalità venga ritirato il passaporto svizzero, o più in generale, quando si tratta di sventare l’espulsione di delinquenti stranieri.
Sotterrati dai ricorsi
Quanto alla storiella della velocizzazione delle procedure tramite le norme su cui voteremo: trattasi di specchietto per le allodole. Infatti, la riforma dell’asilo prevede che ogni finto rifugiato possa disporre dell’assistenza giudiziaria gratuita per presentare ricorso contro una decisione negativa sulla sua domanda d’asilo. La conseguenza di una simile innovazione è ovvia: tutti i migranti respinti faranno ricorso, sommergendo i tribunali. Il contribuente svizzerotto pagherà il conto, e la tempistica delle decisioni, ben lungi dall’abbreviarsi, si allungherà. Perché non si è mai visto che si velocizzino le procedure inducendo una valanga di ricorsi. Semmai in questo modo si ottiene il risultato esattamente contrario. Infatti i migranti economici respinti faranno ricorso in massa, non perché convinti di avere ragione, ma semplicemente per allungare i tempi.
L’avvocato gratis per gli asilanti viene poi giustificato con argomenti da barzelletta. La consigliera nazionale P$ Marina Carobbio ad esempio ha dichiarato che, se assistiti da un legale, i migranti “accettano più facilmente decisioni negative”. Qui c’è qualcuno che vive nel mondo delle fiabe.
Tutto al contrario
La riforma dell’asilo fa esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare. Invece di impedire l’arrivo in massa di finti rifugiati in Svizzera, vuole creare gli spazi per accoglierli tutti, calpestando i diritti fondamentali dei cittadini. Con oltretutto l’effetto di renderci ancora più attrattivi per i migranti economici che, una volta insediati in Svizzera, causeranno infiniti problemi sociali e di ordine pubblico (vedi i fatti di Colonia) e saranno tutti in assistenza (e nümm a pagum).
Se si vuole combattere il caos asilo due sono le cose da fare.
1) votare NO alla riforma dell’asilo il prossimo 5 giugno e
2) chiudere le frontiere!
Lorenzo Quadri