I neonazi con i loro volantini minatori non difendono i nostri valori, li offendono
Ecco servito venerdì il nuovo “tormentone” luganese. Il gestore della discoteca WKND viene minacciato di “gravi conseguenze” se non annullerà la prevista esibizione, nel suo locale, del rapper “Bello Figo”. Quest’ultimo – per la serie: e chi l’ha mai sentito nominare – sarebbe un ghanese immigrato nella vicina Penisola che produce testi ad alta levatura intellettuale. Il tenore è il seguente: “Non pago affitto, non paghiamo l’affitto, dai c… siamo negri noi”; “poi ho bisogno di una f…ga bianca perché alla mattina mi sveglio con il c… duro duro duro”; “avremo 35 euro al giorno in albergo a fare festa con le f… bianche” e avanti così. Insomma, un perfetto coglione, tanto per restare in tema. Prodotto tipico del pattume mediatico italiano. Uno che non merita né visibilità né attenzione. E, per invitare un idiota del genere ad esibirsi a Lugano, ci vuole proprio tutta.
Senonché la situazione, come sappiamo, è degenerata. I gerenti della discoteca WKND sono stati pesantemente minacciati da un sedicente gruppo La Nuova destra (?) che firma i volantini con le svastiche. Il tenore del messaggio è il seguente: o cancellate l’esibizione, oppure ci saranno conseguenze pesanti, prima durante e dopo, per il locale e per il “profugo da voi invitato”.
Dopo consulto con la polizia, l’esercizio pubblico ha deciso di annullare l’evento onde evitare disordini.
Tre considerazioni su questa vicenda:
1) Chi minaccia un esercente per un evento – per quanto il “perfomer” sia un idiota – invocando la nostra cultura e la nostra nazione non è un patriota, è un delinquente che commette un reato penale. Non si difendono la nostra cultura, i nostri principi ed i nostri ideali con azioni violente e ricatti che ne costituiscono la negazione. Le minacce inviate da questi estremisti non “difendono i nostri valori”, li offendono solo. Non si può rivendicare la libertà d’espressione per sé e poi pretendere di negarla agli altri con la violenza, le minacce anonime, i “se non fate quel che diciamo spacchiamo tutto”. Che questa associazione che firma i volantini con le svastiche torni quanto prima nel nulla da cui è venuta e da cui mai sarebbe dovuta uscire.
2) L’iniziativa di questi estremisti è stata un boomerang. In effetti, ha portato una vagonata di pubblicità gratuita all’altrimenti sconosciuto (giustamente sconosciuto) imbecillotto ghanese. Se non ci fossero state le minacce, alla sua esibizione ci sarebbero andati forse tre gatti. Nessuno si sarebbe accorto di nulla. E non solo: le squinternate minacce dei neonazi hanno regalato ai kompagnuzzi spalancatori di frontiere un assist mica da poco per sbragare su “estremismo di destra” e “razzismo”. E infatti, vi si sono subito gettati a pesce. Non aspettavano altro. Gli atti parlamentari sono stati redatti in tempo di record.
3) Il modo in cui i compagni luganesi stanno tentando di cavalcare la vicenda è squallido. Prevedibilmente squallido. Proprio i compagni, che organizzavano le manifestazioni contro il Mattino, vorrebbero ora ergersi a paladini della libertà d’espressione? Ma non facciamo ridere i polli. Scrivono, i kompagni, di “fatto grave, senza precedenti”. Che fregnaccia! I precedenti ci sono eccome: li hanno creati gli estremisti di $inistra. Dov’erano i $ocialisti quando i “no borders” imperversavano, vandalizzavano e minacciavano a Chiasso a sostegno dei finti rifugiati con lo smartphone (quelli che per il PS “devono entrare tutti”)? Come mai nessun parlamentare socialista ha presentato interpellanze urgenti sull’ “estremismo di sinistra”? E quando otto anni fa a Lugano l’Associazione liberisti ticinesi invitò un ex ministro cileno, gli organizzatori ricevettero dall’estrema $inistra minacce pesantissime, dello stesso tenore di quelle ricevute dai gerenti della discoteca WKND. Ma stranamente i kompagni non presentarono atti parlamentari, men che meno urgenti, dai toni apocalittici sul pericolo rappresentato dagli estremisti di $inistra. Ennesimo caso di indignazione selettiva?
L’unica cosa che urge
Nell’interpellanza del PS luganese al Municipio, l’unica cosa che urge è la “voglia matta” di montare la panna per far credere che in Ticino esista, quando invece così non è, un problema di estremismo di destra – e quindi ovviamente di razzismo. Problema di cui naturalmente incolpare i soliti “populisti, razzisti, xenofobi, ecc. ecc. ecc.”. E anche il Gigi di Viganello ha ben chiaro dove si vuole andare a parare.
Compagni, state diventando scontati. La vostra indignazione – strumentale e selettiva – merita la stessa attenzione delle esibizioni del rapper citrullo: ossia nessuna.
Lorenzo Quadri