Il Gigante giallo vuole aumentare le tariffe. La Lega non ci sta

La Posta a guida P$ (presidente del CdA il kompagno Christian Levrat, già presidente nazionale $ocialista) ne combina peggio di Bertoldo. Non contenta di smantellare uffici e servizi, vuole aumentare le tariffe già dal gennaio del 2024. E questo malgrado l’ultimo aumento risalga appena ad inizio 2022! Ohibò, si pensa forse di andare avanti al ritmo di un rincaro ogni due anni? E questo quando il potere d’acquisto dei cittadini – ma anche della clientela commerciale – va in palta a seguito della notoria inflazione?

Nei giorni scorsi il CEO dell’ex Gigante Giallo, Roberto Cirillo (non patrizio di Corticiasca) ha ribadito l’aumento tariffale. Questo malgrado la Posta nel 2022 abbia realizzato un utile di quasi 300 milioni di franchetti (apperò) ed un risultato di esercizio (EBIT) di 358 milioni.

La Lega dei Ticinesi non è rimasta a guardare. In marzo, alle prime avvisaglie del rincaro, chi scrive ha presentato un’interpellanza al governicchio federale, chiedendogli di attivarsi nei confronti della Posta contro il nuovo improvvido aumento, peraltro criticato sia dall’USAM che dall’Associazione consumatori. Questo in virtù del fatto che la Confederella è proprietaria al 100% della Posta.

Nei giorni scorsi è arrivata la risposta del CF, riassumibile in poche parole: “non se ne parla proprio”. Sicché il Consiglio federale se ne impipa! Gli va benissimo che la Posta a guida $ocialista realizzi utili per 300 milioni e contemporaneamente munga i cittadini con aumenti a raffica delle tariffe! E questo sarebbe servizio pubblico?
Sul tema si è ora attivato, presso il governicchio cantonale, anche il granconsigliere Eolo Alberti, a nome del gruppo parlamentare della Lega dei Ticinesi, tramite un’interrogazione in cui si tematizzano, oltre ai rincari, anche le chiusure di uffici postali in nome della digitalizzazione. 

Vedremo se il CdS dimostrerà maggiore attenzione nei confronti dei cittadini rispetto ai camerieri bernesi di Bruxelles! 

Lorenzo Quadri