Altro che continuare a farneticare di svizzeri chiusi e razzisti, come fanno gli aspiranti annullatori del  9 febbraio!

Poffarbacco, questa sì che era una necessità imprescindibile !

Un dettagliato comunicato stampa  di recente divulgazione ci rende edotti sul fatto che “sotto la guida del Servizio per la lotta al razzismo l’istituto di ricerca gfs.bern ha sviluppato uno strumento per il monitoraggio della convivenza. In un progetto pilota articolato su tre inchieste rappresentative condotte tra il 2010 e il 2014 sono stati rilevati gli atteggiamenti razzisti e discriminatori”.

Certo, ci pareva imprescindibile che in Svizzera, ossia il paese che di gran lunga accoglie più stranieri e più rifugiati per rapporto al numero di abitanti, si spendessero fior di soldi pubblici (quanti?) per disporre di strumenti scientifici (?) con cui accusare gli svizzerotti di essere chiusi, razzisti, xenofobi.

Né razzisti né islamofobi

Il saldo migratorio in Svizzera è quadruplicato in pochi anni, passando da 20-25mila persone annue alle attuali 80mila. Ma noi spendiamo soldi del contribuente per scoprire quanto sono “razzisti” gli svizzeri che hanno spalancato a chiunque le frontiere-  e la borsa dello stato sociale.

Tuttavia gli internazionalisti talebani, i politikamente korretti e gli intellettualini rossi da tre e una cicca, come quelli che stanno attualmente raccogliendo le firme per annullare il voto del 9 febbraio, scorreranno invano i risultati dello studio di gfs.bern con occhio cupido, nella speranza di trovare la conferma delle proprie teorie: ossia che gli svizzerotti sono razzisti e quindi devono essere rieducati  da chi, senza averne alcun titolo, si è autoattribuito la patente di superiorità morale.

Dallo studio emerge infatti ben altro. Ad esempio che il rifiuto di determinati gruppi di persone come potenziali vicini è calato dal 17% del 2013 al 13% del 2014.

E non è tutto. Una delle litanie che da molto tempo ormai sentiamo ripetere è quello dell’islamofobia. Gli svizzeri, aizzati dai soliti populisti e razzisti, avrebbero sviluppato un atteggiamento di rifiuto dei confronti dei musulmani. Ebbene, sorpresa! Dice l’inchiesta  realizzata per contro del Servizio per la lotta al razzismo che gli atteggiamenti ostili ai musulmani sono nettamente diminuiti, passando dal 45% nel 2010 al 19% del 2014. Pure lo scetticismo nei confronti del’Islam è sceso dal 45% al 33%.

Problema serio?

 A pubblicare queste cifre non è la Lega populista e xenofoba , bensì un servizio il cui obiettivo è quello di dimostrare che in Svizzera il razzismo c’è. Se così non fosse, infatti, non si giustificherebbe l’esistenza del servizio in questione. Ma anche questa fonte, di parte, non può nascondere che il problema non è certo il razzismo degli svizzeri;  i quali, oltretutto, non sono nemmeno islamofobi. Le accuse degli spalancatori di frontiere sono dunque prive di sostanza. Non volere burqa e minareti non significa infatti svalutare l’islam. Vuol dire semplicemente affermare la nostra identità e le regole del nostro vivere comune nei confronti di chi arriva da “altre culture”.

 E che l’obiettivo dell’indagine di gfs.bern  sia specificamente quello di giustificare l’esistenza del servizio che l’ha commissionata, lo conferma l’affermazione che,  secondo  la maggioranza degli interpellati, il razzismo sarebbe un problema sociale “serio o molto serio”. Serio o meno che sia, la sua portata nel nostro paese è estremamente circoscritta.

Quello che non si dice

Gli svizzeri non sono dunque “razzisti e xenofobi” come ama ripetere qualcuno pensando di indurre sensi di colpa sul nulla. E pensando, ovviamente, di sfruttare questi sensi di colpa creati artificialmente per estorcere al cittadino, ansioso di mondarsi dall’infamante reato (uella), prima di tutto “aperture” a go-go (come se tutto lo spalancabile non fosse già stato spalancato), e poi il consenso alla rottamazione della propria identità in nome della fallimentare multikulturalità.

A proposito: chissà perché non si parla mai del razzismo da parte di stranieri nei confronti degli svizzeri o di altri stranieri? Facile: perché sono gli svizzeri che si vuole colpevolizzare senza alcuna base reale. Non certo gli stranieri.

Lorenzo Quadri