In Svizzera il razzismo è un non-problema. Ma l’amministrazione federale monta la panna
E ti pareva se i soliti noti non tornavano alla carica con il non-problema del razzismo in Svizzera.
Apprendiamo infatti che l’Ufficio federale di statistica avrebbe realizzato un sondaggio (?) su incarico del Servizio per la lotta al razzismo e della Segreteria di Stato della migrazione. Dall’indagine farlocca emergerebbe che un terzo delle persone residenti in Svizzera avrebbe subito discriminazioni di tipo razziale o religioso, e che il razzismo sarebbe in aumento tra i giovani.
Inutile dire che l’intera operazione è finanziata con i soldi del contribuente.
Chiaramente l’intento di simili sondaggi è giustificare l’esistenza di uffici statali come il servizio per la lotta al razzismo, che guarda caso ne è il committente.
Va da sé che lo studio verrà poi utilizzato come spunto per rilanciare le solite trite politichette immigrazioniste e woke.
A scopo elettorale
Il ritorno del caos asilo e la popolazione elvetica che ha raggiunto quota 9 milioni hanno riproposto a livello nazionale il dibattito sull’immigrazione. In ottobre si terranno le elezioni federali.
E allora, cosa c’è di meglio che agitare lo spauracchio del “razzismo” per denigrare chi chiede che l’immigrazione venga finalmente limitata e controllata? E per convincere gli svizzerotti (“chiusi e gretti”) che, per emendarsi, devono “aprirsi” e far entrare tutti? E per giustificare le mancate espulsioni di stranieri che delinquono o che sono a carico dello Stato sociale?
Con la fetecchiata del razzismo si promuove la censura nei confronti delle posizioni politiche e mediatiche non allineate al pensiero unico immigrazionista e multikulti. Il bello è che i censori sono quelli che poi si sciacquano la bocca con la “pluralità”, quando in realtà non la tollerano.
Tagliare i fondi
Secondo l’UST, gli interpellati avrebbero dichiarato che lo Stato dovrebbe fare di più (?) per combattere il razzismo. Certo, come no. Sia chiaro che non si spende un centesimo in più in servizi e commissioni contro il presunto razzismo. Al contrario, la spesa in quest’ambito va decurtata alla grande: perché si tratta di non-problemi montati ad arte a scopo di politichetta, perché le priorità della popolazione sono ben altre e perché l’ente pubblico deve finalmente cominciare a risparmiare.
Fa ridere i polli che la Confederella, con il 25% di popolazione straniera ed un altro 20% con il doppio passaporto, si martelli da sola sui gioielli di famiglia autoqualificandosi come un paese dove esiste un problema reale di razzismo. Mentre stati dove le violazioni dei diritti umani sono all’ordine del giorno, di sondaggi come quelli dell’UST non ne fanno proprio. E poi simili paesi – magari tramite fallimentari organismi sovranazionali quali il bidONU – si permettono di venire a fare le pulci alla Svizzera proprio sul razzismo. Vedi il recente, ipocrita esame presso le Nazioni unite. Vedi il demenziale rapporto della funzionarietta onusiana woke di origine ugandese che addirittura farnetica di “razzismo sistemico”. A proposito, in Uganda come sono messi col rispetto dei diritti umani?
Certo che se è la stessa amministrazione federale a spianare la strada alla “shitstorm” antisvizzera con studi farlocchi…
Risultati indotti
Anche il Gigi di Viganello è in grado di rendersi conto che i risultati di certi sondaggi sono indotti. Se la narrazione della $inistra e della stampa di regime è all’insegna del lavaggio del cervello su razzismo e discriminazione, gli stranieri residenti finiranno col vedere atteggiamenti discriminatori anche dove non ce ne sono. Si chiama autosuggestione.
Se poi ci sono cittadini stranieri, magari a carico del nostro stato sociale, che ritengono che la Svizzera sia un paese razzista, non sono certo obbligati a restare.
Citus mutus
Inutile dire che, come al solito, viene vergognosamente taciuto il fenomeno del razzismo d’importazione. Ovvero quello generato da stranieri “in arrivo da altre culture” (islamiste) che sono razzisti, sessisti, antisemiti, omofobi, eccetera. Oppure da migranti che importano in casa nostra i loro conflitti etnici e li trasmettono pure alle nuove generazioni. Vedi le ostilità tra etnie balcaniche; con corollario di calciatori della nazionale “svizzera” (?) che fanno il gesto dell’aquila. Su questi temi, silenzio sepolcrale! Imbarazz, tremend imbarazz della casta immigrazionista?
Dallo studio UST risulterebbe pure un aumento del razzismo tra i giovani: è manifestamente il razzismo di importazione appena citato. Altre statistiche indicano che gli autori di aggressioni omofobe sono per lo più giovani “con passato migratorio”. E’ chiaro che si tratta sempre delle stesse persone.
Estremismo ro$$overde
E, mentre politicanti e stampa di regime continuano a montare la panna sul non problema del razzismo, aspettiamo sempre che si parli di estremismo di $inistra violento. Ah già: il fenomeno è legato a doppio filo con i delinquenti climatici che bloccano le strade (in Germania sono state riscontrate allarmanti analogie tra detta foffa ed i terroristi della Rote Armee Fraktion). E giornalai e politicanti sono ormai chinati a 90 gradi davanti all’ideologia climatista.
Per chiudere, un episodio legato all’attualità del mondo dello spettacolo. Al festival di Sanremo ha partecipato come co-conduttrice di una serata la pallavolista italiana di colore Paola Enogu (Paola chi?). Costei nei giorni precedenti aveva accusato l’Italia – che ha accolto i suoi genitori – di essere un paese razzista. In perfetta coerenza con le sue dichiarazioni, la signora è andata a giocare per una squadra turca. E la Turchia, si sa, è un modello di rispetto dei diritti umani. Pecunia non olet!
Lorenzo Quadri