Ci sono associazioni da dichiarare fuori legge, e soprattutto c’è tanta foffa da espellere
Il Ministero pubblico della Confederazione ha confermato di aver aperto le indagini nei confronti di due giovani residenti a Winterthur per presunti legami con il terrorista islamico che ha insanguinato Vienna. Da notare che la stampa di regime ha subito indicato i due indagati come “svizzeri”: ci piacerebbe proprio sapere quanto “svizzeri” sono costoro! C’è un’abissale differenza tra risiedere in Svizzera – dove la partitocrazia spalancatrice di frontiere ha fatto entrare tutta la foffa – ed essere svizzeri. Se poi davvero i due sospetti terroristi residenti a Winterthur hanno il passaporto rosso, bisognerebbe sapere da quanto tempo e grazie a chi. E’ ora che la casta si assuma le proprie responsabilità per le troppe naturalizzazioni facili di stranieri non integrati e non integrabili.
Vienna: “Operazione Ramses”
A Vienna, dopo la strage islamista, lunedì è stata avviata un’operazione antiterrorismo in grande stile (chiamata “Operazione Ramses”). Secondo quanto pubblicato dalla Krone Zeitung, in poche ore sono stati perquisiti 60 appartamenti, alcune case, numerosi negozi e alcuni club islamici. Le autorità austriache hanno voluto sottolineare che “non si tratta di un’operazione diretta contro i musulmani, ma piuttosto le misure attuate hanno anche lo scopo di proteggere i musulmani, la cui religione è usata impropriamente per diffondere ideologie anticostituzionali”. Nel mirino degli inquirenti si trova in particolare la Fratellanza Musulmana. Essa “non è una comunità religiosa, ma rappresenta l’estremismo politico motivato dalla religione”.
Su Panorama Stefano Piazza, che cura una rubrica anche su questo giornale, rileva: “La Fratellanza Musulmana, che in Europa della parla di “non violenza” e di “islamofobia”, mantiene concretamente contatti con gruppi terroristici e ha strette relazioni ideologico-finanziarie con gruppi islamici radicali nella Striscia di Gaza e con quelli attivi nella guerra civile siro-irachena”. E anche: “Non è più un segreto per nessuno che i Fratelli Musulmani sostengono le attività dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas”.
Terroristi si congratulano con Biden
I Fratelli Musulmani sono ben presenti in Ticino. E questo da svariati decenni. Atti parlamentari sul tema sono già stati presentati al Consiglio di Stato (inutile dire quale risposta è giunto il consueto “l’è tüt a posct”).
La triangolazione Fratelli musulmani – Hamas – terrorismo islamico mostra, per l’ennesima volta, l’inadeguatezza del governicchio federale. Davanti alla minaccia, chiude gli ostinatamente gli occhi.
Tanto per non farsi mancare nulla. Il movimento terrorista Hamas è corso a congratularsi con Joe Biden per la sua presunta elezione a presidente degli Stati Uniti. Il che la dice lunga. E in contemporanea, anche la kompagna Simonetta Sommaruga, proprio come Hamas, è corsa a congratularsi, oltretutto con dichiarazioni scandalose. E ti pareva se la presidenta di turno della Confederella non coglieva al volo anche questa occasione per dimostrare, per l’ennesima volta, di non essere al proprio posto!
Il governicchio federale ronfa
L’Austria, come scrivevamo la scorsa settimana, non è la Francia. Non ha 6 milioni di musulmani sul proprio territorio. Non ha un passato coloniale. L’Austria è un paese del tutto paragonabile alla Svizzera. Le parole delle autorità austriache a proposito della Fratellanza Musulmana dovrebbero finalmente far accendere qualche lampadina anche nelle dure cervici dei politicanti nostrani. E’ ora che le associazioni islamiste vengano messe fuori legge. In tutta l’Europa, e pure da noi.
Come se non bastasse, in tempi recenti i vertici del cosiddetto Consiglio centrale islamico della Svizzera (CCIS) sono stati condannati dal Tribunale penale federale di Bellinzona per propaganda proibita a sostegno di Al Qaeda e di altre associazioni terroriste. Al di là della pena ridicola (sospesa condizionalmente: lo sfigato automobilista incappato nelle maglie della CIOFECA Via Sicura si smazza sentenze più severe) è un dato di fatto che una condanna penale c’è. E’ dunque accertato in sede giudiziaria che i vertici del CCIS sostengono Al Qaeda e compagnia brutta. E sono pure recidivi. Tant’è che twitter ha bloccato il profilo del CCIS. E come reagisce il governicchio federale? Come reagisce la kompagna presidenta di turno della Confederella, quella che corre tutta scodinzolante a congratularsi con Biden, assieme ai terroristi di Hamas?
Risposta: non reagisce proprio! Niente! Zero!
Perché il CCIS non viene dichiarato fuorilegge? Perché i suoi membri stranieri o con doppio-passaporto non vengono espulsi? Perché in Austria si interviene contro i Fratelli musulmani mentre da noi… “l’è tüt a posct”?
Disdire la CEDU
All’indomani della strage di Vienna, la ministra di giustizia liblab Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) ha dichiarato, tranquilla come un tre lire, che “la Svizzera non è al riparo” da attentati terroristici islamici. Ma va? Non solo “non è al riparo”; non fa nemmeno un tubo per mettersi al riparo. Al contrario.
I terroristi islamici hanno dichiarato guerra all’Occidente; il nostro Paese ne fa evidentemente parte.
Non si combatte una guerra con il buonismo-coglionismo ed il politikamente korretto! Alcune misure vanno prese con urgenza. Ad esempio:
– Stop all’assistenza sociale facile a migranti economici in arrivo da “altre culture”! A causa di questa prassi, ci troviamo in casa estremisti islamici che passano il tempo a radicalizzarsi e a radicalizzare, mantenuti dal contribuente (vedi il caso dell’Imam predicatore d’odio di Bienne).
– Gli islamisti vanno espulsi per direttissima dalla Svizzera senza se né ma. Se la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) lo impedisce perché “sa po’ mia” espellere un terrorista se costui si troverebbe in pericolo nel paese d’origine, semplicemente si DISDICE la partecipazione della Svizzera alla CEDU.
– Non si fanno più entrare nel nostro Paese finti rifugiati con lo smartphone, in particolare se sbarcati a Lampedusa (vedi il macellaio di Nizza).
– Vietare subito i finanziamenti esteri a moschee e “centri culturali” islamici: si sa benissimo da quali paesi arrivano questi soldi – si parla di milioni ogni anno – e con quali finalità vengono versati: ovvero, finanziare la radicalizzazione in Svizzera.
– eccetera eccetera.
Morale della favola: “forse” è ora che i soldatini della partitocrazia spalancatrice di frontiere, imbesuiti dal multikulti, si tolgano le fettone di salame dagli occhi!
Lorenzo Quadri