Maxibuco nella Cassa pensioni degli statali: ve lo diamo noi l’assalto alla diligenza!
Quando si dice il tempismo! Adesso che nei conti cantonali si scoprono i tesoretti – i quali esistono grazie a chi paga le tasse – ecco che arriva il direttore della cassa pensioni dello Stato a gridare “al lupo” sul buco da mezzo miliardo.
Ed ovviamente la pretesa è che a metterci una pezza sia sempre il solito sfigato contribuente.
Qui qualcuno davvero non ha capito da che parte sorge il sole!
Punto primo
L’assalto alla diligenza da parte dei vertici della cassa pensioni è oltremodo squallido. Visto che le finanze cantonali vanno bene, i soldi vanno utilizzati per procedere finalmente sgravi fiscali. Di questi sgravi devono beneficiare in prima linea i single ed il ceto medio, da troppi anni spremuti come limoni. Spremuti malgrado le promesse da marinaio dei politicanti: quelli che in campagna elettorale si sciacquano la bocca con queste categorie di cittadini, poi in Gran Consiglio votano compatti controgli sgravi. Una cosa è certa: non ci bruciamo il tesoretto perché “bisogna” (?) garantire ad oltranza i privilegi pensionistici degli statali!
Punto secondo
Nel 2012, quindi solo 7 anni fa, il parlamento cantonale ha già votato un credito di quasi mezzo miliardo per il risanamento della cassa pensioni del Cantone. Già allora la Lega era contraria. Adesso, a pochi anni di distanza, si pretende di fare il bis? Ma qualcuno si rende conto di cosa significa un miliardo di Fr per il Ticino?Oppure i parolai ci hanno imbesuiti al punto di farci perdere la più elementare consapevolezza delle cifre, oltre che il senso della decenza?
Punto terzo
Come mai ci sono casse pensioni che hanno una copertura superiore, e di parecchio, al 100%, mentre quella dell’istituto previdenziale del Cantone è a livelli infimi, essendo ormai sceso al 63%? E come sono messe le casse pensioni degli altri Cantoni? Vuoi vedere che ancora una volta il Ticino è l’ultimo della classe? A questo punto nasce il sospetto che, ai vertici dell’Istituto previdenziale dei dipendenti dello Stato, qualcuno non sappia fare il proprio lavoro. E’ forse il caso di procedere ad un repulisti?
Punto quarto
Non sta né in cielo né in terra, come scritto la scorsa settimana, che la commessa, l’operaio, l’impiegato del privato, eccetera – che di certo al momento della quiescenza non godranno di pensioni d’oro, e che nei tempi di magra hanno già dovuto finanziare il risanamento delle loro, di casse pensioni – adesso debbano di nuovo mettere mano all’anoressico borsello per garantire il mantenimento dei privilegi pensionistici dei dipendenti statali. La Repubblica e Cantone non si può più permettere la “Rolls Royce delle casse pensioni” (definizione dell’allora direttore PLR del DFE Dick Marty)? Vuol dire che passerà alla Fiat. E senza tante storie. Facile fare il passo più lungo della gamba con i soldi degli altri e puntando sulle connivenze della partitocrazia! A proposito: quanti alti funzionari cantonali beneficiano di rendite dorate e si sono prepensionati a 60, se non addirittura a 58 anni?
Punto quinto
Nei decenni scorsi, quando il settore privato tirava, i vantaggi pensionistici servivano ad aumentare l’attrattività del pubblico impiego. Ma adesso il mondo è cambiato. Per colpa della devastante libera circolazione delle persone voluta dal triciclo PLR-PPD-P$$, il mercato del lavoro di questo sfigatissimo Cantone è andato a ramengo. Il posto pubblico, garantito “a vita”, non è la seconda scelta: è l’Eldorado. E oltre al privilegio del posto sicuro, manteniamo pure quello della pensione d’oro?
Punto sesto
Il mezzo miliardo di buco non si è certo formato in due settimane. Come mai il bubbone scoppia solo dopo le elezioni cantonali? Forse che qualcuno non voleva mettere in “imbarazz, tremend imbarazz”, il direttore PLR del DFE Christian VItta? Dov’erano, fino ad ora, i rappresentanti della politica, come pure quelli dei dipendenti pubblici, nel consiglio della cassa? Non c’erano, e se c’erano dormivano? Oppure tutti si sono beati nella convinzione che tanto la partitocrazia PLR-PPD-P$$ avrebbe approvato qualsiasi manovra di risanamento, ed il popolazzo avrebbe pagato un altro mezzo MILIARDO senza un cip? Qualcuno si immagina di poter mandare in onda la replica del film del 2012 senza colpo ferire? Signori, non è così che funziona!
Lorenzo Quadri