Limitazione dell’immigrazione: la casta di nuovo asfaltata, almeno nel nostro Cantone
Si sapeva che l’iniziativa “Per la limitazione” avrebbe avuto vita dura, per lo meno a livello nazionale. Ed infatti è stata respinta. In Ticino, per fortuna, le cose sono andate diversamente. Nel nostro Cantone la percentuale di Sì all’iniziativa è stata di ben 15 punti superiore a quella nazionale!
Per mesi la casta eurolecchina – partitocrazia, stampa di regime, lobby padronali e sindacali oscenamente a manina, associazioni varie – ha fatto il lavaggio del cervello ai cittadini, terrorizzandoli con chissà quali catastrofi nel caso in cui fosse passato il Sì. L’establishment ha speso vagonate di milioni in propaganda. Le forze in campo erano chiaramente impari. Questo sia a livello nazionale che in Ticino, dove solo Udc, Lega e Mattino difendevano l’iniziativa.
Sarà troppo tardi
Il resto della Svizzera non si trova incuneato nella Lombardia in regime di devastante libera circolazione delle persone. Quindi non vive (ancora) i problemi che dobbiamo affrontare noi. Non vive l’invasione di frontalieri, la criminalità d’importazione, le strade infesciate di targhe azzurre. Non subisce il soppiantamento di lavoratori residenti con frontalieri ed il dumping salariale.
Quando le cose si metteranno male anche Oltralpe, sarà troppo tardi. Del resto, sappiamo che ogni crisi economica nell’UE si trasforma in ondate migratorie in direzione del nostro paese. Quindi, come diceva qualcuno, “ul bel vedé…”.
Deterrente
Nel 2014 il responso popolare all’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa” fu ben diverso da quello di domenica scorsa. L’iniziativa venne accolta a livello federale e plebiscitata in Ticino. Sappiamo però che a Berna il triciclo cameriere di Bruxelles rifiutò di applicare la volontà popolare. E questo scandaloso precedente può aver demotivato parte dell’elettorato. Probabilmente un certo numero di votanti temeva che con l’iniziativa “Per la limitazione” sarebbe accaduta la stessa cosa.
Tre dati di fatto sono importanti.
- In Ticino ancora una volta la partitocrazia al gran completo è stata sconfessata dai votanti. Si spera che questi ultimi anche alle elezioni si ricorderanno di chi li rappresenta e chi invece no.
- La maggioranza dei ticinesi ha pronunciato l’ennesimo, chiaro NO alla devastante libera circolazione delle persone. Di questa volontà popolare – reiterata ed inequivocabile – i politicanti di ogni schieramento, ed in particolare quelli che rappresentano il Ticino a Berna, dovranno prendere atto. E comportarsi di conseguenza. Chiaro il messaggio?
- I contrari all’iniziativa, alla pubblicazione dei risultati, hanno starnazzato ad oltranza alla “vittoria della via bilaterale”. In questi giorni la fallita UE è già tornata alla carica con la pretesa di farci firmare lo sconcio accordo quadro istituzionale. Ebbene, questo vergognoso trattato segnerebbe la fine della via bilaterale. Trasformerebbe la Svizzera in una colonia di Bruxelles. Vedremo presto come i sedicenti paladini della “via bilaterale” la difenderanno dagli attacchi degli eurobalivi. Vero soldatini PLR che avete definito l’accordo quadro “l’accordo della ragione, da firmare subito”?
Aerei da combattimento
Altra votazione di importanza strategica per il futuro della Svizzera era quella sugli aerei da combattimento, il cui acquisto è stato approvato per un soffio. Un no sarebbe stato un no all’esercito. Ed infatti ad opporsi all’acquisto dei velivoli è quell’area politica – $inistra ro$$overde – che sogna di abolire l’esercito di milizia svizzero. Non avendo però chance in una votazione esplicitamente incentrata sul tema abolizione, ecco che tenta di far passare il proprio programma con la tattica del salame: una fetta alla volta. Ebbene, questa volta il taglio della fetta non è riuscito, e ci sono tutti i motivi per rallegrarsene. Naturalmente i contrari agli aerei, che sono poi i contrari all’esercito, durante la campagna di voto hanno raccontato inaudite fregnacce. Ad esempio, che i 6 miliardi destinati all’acquisto dei velivoli avrebbero potuto essere impiegati per sostenere i cittadini e l’economia messi in difficoltà dallo stramaledetto virus cinese. Che tolla! Tanto per cominciare, in ogni caso i 6 miliardi sarebbero rimasti all’interno del budget dell’esercito. Ma soprattutto: chi – ovvero i $inistrati contrari all’acquisto degli aerei – tanto per dirne una voleva regalare 15 miliardi all’estero, abbia almeno la decenza di non prendere per i fondelli la gente tentando di far credere di voler utilizzare i soldi pubblici degli svizzeri a vantaggio degli svizzeri. Perché questi kompagni puntano all’esatto contrario! Costoro, non contenti di regalare all’estero il nostro denaro pubblico, ci vogliono rapinare con una pletora di deliranti ecotasse ed ecobalzelli che graveranno sui borselli dei cittadini come un decennio di aumenti di premi di cassa malati! Altro che aiutare gli svizzeri in difficoltà…
Lorenzo Quadri