La partitocrazia ha distrutto il mercato del lavoro di questo Cantone e poi si stupisce?

Moratoria subito sui nuovi permessi G!

Ma guarda un po’, il Ticino si sta spopolando: nel corso dei prossimi 30 anni potrebbe perdere 18mila abitanti. Il tema è recentemente stato sollevato da un’interrogazione interpartitica al governicchio, prima firmataria la vicecapogruppo leghista Sabrina Aldi.

E come mai questo sfigatissimo (è proprio il caso di dirlo) Cantone si spopola? Non c’è bisogno di grandi studi per scoprirlo. Si spopola perché il triciclo PLR-PPD-P$, Verdi-anguria evidentemente compresi, ha mandato a ramengo il mercato del lavoro con la devastante libera circolazione delle persone.

Chi, come è il caso della Lega e dell’Udc, ha sempre combattuto la libera circolazione, ha tutto il diritto di puntare il dito sul problema del calo demografico. La partitocrazia spalancatrice di frontiere, invece, può solo tacere ed andare a nascondersi, essendo la responsabile del disastro.

Meno posti e più frontalieri

Una decina di giorni fa l’Ufficio federale di statistica (UST) ha annunciato che in Ticino a causa della pandemia sono già andati persi 10mila posti di lavoro; nel frattempo però i frontalieri continuano ad aumentare. Alla fine dell’anno di disgrazia 2020 erano 70’115, di cui 46mila attivi nel settore terziario, dove non c’è alcuna carenza di manodopera residente. Questi sono i permessi G ufficiali. Ai quali bisogna aggiungere i frontalieri in nero. E naturalmente le svariate migliaia di padroncini italici che tutti i giorni varcano la ramina per fare concorrenza sleale agli artigiani ed alle piccole imprese locali.

Venerdì l’UST si è rimangiato la cifra dei 10mila posti di lavoro persi: contrordine compagni, abbiamo sbagliato i conti, il pallottoliere era guasto, vi faremo sapere! Anche se il numero reale dovesse risultare diverso da quello annunciato – e non è mica detto che sarà inferiore – il succo non cambia. Malgrado i posti di lavoro in Ticino diminuiscano drasticamente, il numero dei frontalieri continua ad aumentare. Ed aumenta in quei settori dove non c’è alcuna carenza di manodopera residente. Questo significa che per i ticinesi giovani e meno giovani di sbocchi professionali in Ticino ce ne sono sempre meno. Grazie, partitocrazia! Già vent’anni fa, quando si trattava di votare sugli accordi bilaterali, la Lega ammoniva che la conseguenza dell’approvazione della libera circolazione delle persone sarebbe stata l’invasione da sud. I ticinesi sarebbero di conseguenza stati costretti ad emigrare per guadagnarsi la pagnotta. Altro che “i nostri giovani potranno lavorare a Milano” come sentenziava l’allora presidente PLR Fulvio Pelli!

Chi parte non torna

Le previsioni della Lega si sono puntualmente avverate. Non certo da un giorno all’altro. Eppure la partitocrazia spalancatrice di frontiere non ha mai voluto cambiare rotta! Addirittura, è arrivata al punto di rottamare la preferenza indigena votata dal popolo. E ancora in occasione della votazione del 27 settembre 2020 ha difeso istericamente l’indifendibile libera circolazione, denigrando i contrari – e quindi la maggioranza dei ticinesi – come “razzisti”.

Quello che accade adesso era scontato: i giovani che partono per studiare oltregottardo non rientrano più in Ticino, perché qui di lavoro per i residenti non ce n’è. Ma anche chi non è universitario se ne va: in Svizzera interna, imparando la lingua, ha buone possibilità di trovare un impiego; qui trova solo porte chiuse in faccia. Magari chiuse da qualche capetto frontaliere che assume solo parenti e compaesani.

E’ poi ovvio che chi sopravvive nel precariato, chi non sa se domani avrà ancora un impiego, non mette su famiglia e non fa figli.

Intanto anche da noi sta prendendo piede un fenomeno diffuso a Ginevra e dintorni: ovvero i cittadini elvetici che si trasferiscono al di là del confine per poi fare i frontalieri svizzeri.

Moratoria sui permessi G!

E visto che la situazione non era già abbastanza drammatica, ecco che arriva la $inistra chiusurista con il suo “ministro dei flop” kompagno Berset che ordina il lockdown eterno. Risultato: altre migliaia di posti di lavoro distrutti. Ed i dati indicano al di là di ogni dubbio che a restare a piedi sono i ticinesi. Grazie ro$$overdi!

E’ evidente che la via d’uscita è una sola: far saltare la libera circolazione senza limiti e reintrodurre la preferenza indigena. Moratoria immediata sui nuovi permessi G!

Il  resto sono cerotti sulla gamba di legno. Lo stramaledetto virus cinese ha cambiato il mondo: sarebbe il colmo se l’unica cosa a restare immutata fossero le frontiere spalancate all’invasione da sud! La Brexit insegna.

Si spera almeno che…

Il Ticino è stato svenduto da Berna; ma soprattutto è stato svenduto dai suoi politicanti triciclati. E adesso costoro hanno ancora la faccia di lamiera di scandalizzarsi perché questo Cantone è tornato ad essere terra d’emigrazione, e quindi si spopola, facendo un balzo indietro di 150 anni? Ci vuole proprio tutta!

C’è almeno da sperare che i cittadini il 18 aprile non premieranno con il loro voto la partitocrazia responsabile dello sfacelo del mercato del lavoro cantonale e quindi del futuro del Ticino. Perché sarebbe davvero il colmo.

#votalegaoiltriciclotifrega

 

Lorenzo Quadri