La partitocrazia bernese “congela” in attesa delle elezioni. Poi, una volta passate…
Ma tu guarda chi si rivede: il delirante Patto ONU sulla migrazione. Quello che prevede l’introduzione della libera circolazione delle persone a livello mondiale.
Il Patto in questione venne sottoscritto nel dicembre del 2018 da 165 paesi. La Svizzera non è tra questi (per fortuna). Verso la primavera-estate del 2019 la firma della Confederella sembrava imminente; magari senza neppure il passaggio in parlamento. Però c’erano di mezzo le elezioni federali. Per cui il CF – per ovvi motivi di tattica spicciola – ha deciso di passare l’acqua bassa.
Popolo tagliato fuori
Nel febbraio del 2021, in piena pandemia di stramaledetto virus cinese, quando tutti – opinione pubblica in primis – erano in altre faccende affaccendati, il governicchio federale ha licenziato il messaggio per l’adesione della Svizzera al Patto ONU. Poi della questione si sono di nuovo perse le tracce. Lo sconcio accordo quadro istituzionale con l’UE, con i suoi annessi e connessi, ha occupato la scena. Tuttavia il fuoco non ha mai smesso di covare sotto la cenere. Ed infatti, nei giorni scorsi, l’inutilissima Commissione di politica estera del Consiglio degli Stati ha deciso a maggioranza di sospendere l’esame del messaggio governativo. E’ chiaro che la partitocrazia sta di nuovo prendendo i cittadini per il lato B. La casta immigrazionista vuole firmare il Patto ONU. Se così non fosse, non avrebbe “sospeso l’esame” dell’adesione; l’avrebbe semplicemente affossata. Il congelamento è una farsa elettorale. Approvare il Patto-ciofeca in periodo elettorale sarebbe un autogol. Dunque, per commettere il misfatto, il Triciclo aspetta di avere le elezioni alle spalle.
Da ricordare che sul Patto ONU una votazione popolare non è possibile. Deciderà solo il parlatoio federale.
“Enormi benefici”?
Il Patto ONU mira a depenalizzare l’immigrazione clandestina e a trasformarla non solo in un diritto, ma in un diritto umano, a cui il paese di destinazione non si potrà opporre. In più, vuole pure introdurre la figura del rifugiato climatico.
Già il preambolo del trattato-ciofeca è da mettersi le mani nei capelli: “La migrazione – vaneggia il bidONU – offre enormi benefici e opportunità per i migranti, le comunità di accoglienza (!) e i paesi di origine”. Enormi benefici per le “comunità di accoglienza”? Ma andate a Baggio a suonare l’organo!
Forse qualcuno non si è accorto che siamo in pieno caos asilo. Il numero dei finti rifugiati giunti in Svizzera che non scappano da nessuna guerra è esploso del 64,2% nel 2022, e continua a crescere. Basti pensare (è notizia recente) che il Belpaese prevede per il 2023 lo sbarco di 400mila clandestini. Il che avrà ovvie conseguenze anche per il Ticino. A maggior ragione se si pensa che l’Italia non accetta più i rinvii Dublino. E, vista la situazione testé citata, continuerà a non accettarli per un bel pezzo. Eppure la Confederella non fa un cip e lascia le frontiere spalancate “come se niente fudesse”. Aspettiamo con curiosità (?) la presa di posizione del governicchio federale sull’atto parlamentare della Lega che chiede di sospendere l’applicazione di Schengen!
L’invasione non basta
A seguito del caos asilo, cittadini svizzeri vengono sfrattati dalle proprie abitazioni per fare spazio ai migranti. Lo scempio si compie nella totale indifferenza della partitocrazia e della stampa di regime, le quali si indignano per il tempo di uno “sgub” (scoop) e poi se ne dimenticano. La ministra di giustizia P$ Elisabeth Baume Schneidèèèr (quella eletta “perché simpatica”) è riuscita in un’impresa che pareva impossibile: far rimpiangere, dopo soli pochi mesi, la kompagna Simonetta “Penuria” Sommaruga.
Baume Schneidèèèr non muove paglia per impedire l’arrivo in massa di finti rifugiati. E nemmeno per rimpatriare quelli che già sono qui. Al contrario: ne vorrebbe fare arrivare ancora di più tramite le ricollocazioni. Ciliegina sulla torta: la kompagna aspira pure a far tornare in Svizzera delle jihadiste che affermano di essersi “pentite”. Ma sa po’?
E, in aggiunta a tutto questo, dovremmo pure sottoscrivere il Patto ONU sulla migrazione, il che equivarrebbe – tra l’altro – a spalancare le porte della Svizzera e del suo Stato sociale a chiunque? Quando invece sull’asilo bisogna risparmiare, e alla grande?
Il Patto in questione, oltre a trasformare l’immigrazione clandestina in un diritto umano, faciliterebbe i ricongiungimenti familiari e saboterebbe le espulsioni. E’ quindi contrario alla nostra Costituzione, che prevede il controllo dell’immigrazione e l’allontanamento degli stranieri che delinquono e/o che abusano del nostro Stato sociale.
La barzelletta
Quanto alla favoletta che il Patto ONU sarebbe una legge non vincolante (soft law): si tratta di una presa per i fondelli. Da un lato, la Svizzera non ha mai firmato una convenzione internazionale senza poi applicarla alla lettera. Dall’altro, queste soft law diventano ben presto hard: nel giro di qualche tempo, chi non le rispetta viene sanzionato ed inserito su liste nere. Anche la rottamazione del segreto bancario è avvenuta per questa via. La soft law è solo un sotterfugio per schivare l’iter democratico: quindi per eludere sovranità e diritti popolari. Ma la partitocrazia, invece di dire No a questa oscenità, “congela” per far passare il periodo elettorale. Dopodiché… zac! Cittadini infinocchiati!
#votalegaoiltriciclotifrega
Lorenzo Quadri