Sussidi alla stampa di regime: cittadini presi ancora per i fondelli
Certo che la partitocrazia non si smentisce davvero mai! Il 13 febbraio scorso, quindi non due secoli fa, i cittadini svizzeri hanno asfaltato i nuovi sussidi alla stampa di regime. Anche in Ticino ha prevalso il No, e questo malgrado i giornali beneficiari dei prospettati aiuti statali per settimane e mesi si siano lanciati in una campagna di lavaggio del cervello dei lettori di proporzioni inaudite. Altro che indipendenza: propaganda pro-saccoccia!
Davanti ad un verdetto popolare chiaro e recentissimo, il minimo che ci si può attendere dai politicanti è che lo rispettino. Evidentemente è chiedere troppo. Per lorsignori la priorità non èattenersi al mandato ricevuto dagli elettori, bensì farsi belli con i giornalai. Così poi, specie nel clima da campagna elettorale permanente che affligge questo sfigatissimo e grottescamente ipermediatizzato Cantone, si può andare a battere cassa presso le redazioni reclamando interviste.
I cittadini non hanno fatto in tempo a votare No ai nuovi sussidi ai media, che già sono fioccati gli atti parlamentari dei politicanti triciclati miranti a far rientrare dalla finestra quello che il popolo ha fatto uscire dalla porta. Naturalmente con la tattica del salame:ovvero una fetta alla volta.
Nella sua ultima seduta, tenutasi lunedì e martedì scorsi, la Commissione dei trasporti e delle telecomunicazioni del Consiglio nazionale è riuscita ad approvare a maggioranza ben due di questi atti parlamentari che servono ad aggirare (infinocchiare) la volontà popolare. Complimenti!
Ecco perché sempre meno gente va a votare.
Altro che pensare di aumentare la partecipazione alle urne con fonchiate solenni quali il voto ai sedicenni o le naturalizzazioni di massa degli stranieri di cosiddetta “terza generazione”!
Lorenzo Quadri