Nuova conferma che la direttiva UE sulla cittadinanza ha la strada spianata!

 

Si torna a parlare di espulsione dei delinquenti stranieri, o meglio, della mancata espulsione dei medesimi, e questo alla faccia della volontà popolare.

Come non ci stancheremo di ripetere, nella denegata ipotesi in cui lo sconcio accordo quadro istituzionale dovesse diventare realtà, la Svizzera si vedrà imporre l’applicazione della direttiva UE sulla cittadinanza. Una delle conseguenze sarà l’impossibilità di espellere delinquenti stranieri, se questi sono cittadini comunitari. Un’altra conseguenza sarà quella di dover accogliere e mantenere tutti i migranti economici in arrivo dall’Unione europea.

Rimangono qui

Ci sono peraltro dei legulei che hanno già tentato di applicare in anticipo la direttiva UE sulla cittadinanza, stabilendo che la devastante libera circolazione delle persone avrebbe la precedenza sull’espulsione dei delinquenti stranieri, malgrado quest’ultima sia contemplata dalla Costituzione. Il Tribunale federale ha però stabilito che non è così. Tutto a posto, quindi? Mica tanto.

Infatti, allo stato attuale i criminali stranieri vengono davvero espulsi dalla Svizzera? La risposta è: spesso e volentieri no. Ed a violare la volontà popolare sono i legulei dei tribunali.

Clausola di rigore?

L’espulsione dei delinquenti stranieri venne votata dal popolo nell’ottobre del 2010. Per la sua attuazione si dovette però attendere il 2015 e l’articolo 66 a del Codice penale. Questo articolo contiene una lista di reati gravi, per i quali l’espulsione dell’autore straniero deve essere obbligatoriamente pronunciata. Fin qui tutto bene, non fosse per il secondo capoverso del citato articolo, che prevede la cosiddetta clausola di rigore. Esso recita: “Ilgiudice può rinunciare eccezionalmente a pronunciare l’espulsione se questa costituirebbe per lo straniero un grave caso di rigore personale e l’interesse pubblico all’espulsione non prevale sull’interesse privato dello straniero a rimanere in Svizzera. Tiene in ogni modo conto della situazione particolare dello straniero nato o cresciuto in Svizzera”.

Facili profeti

La conseguenza di questa regolamentazione in regime di polikamente korretto e di buonismo-coglionismo era fin troppo facile da prevedere. Ovvero, che l’eccezione sarebbe diventata la regola, e questo in barba alle promesse di applicazione rigorosa della volontà popolare. Non a caso, e proprio per questo motivo, l’articolo in questione venne referendato. Purtroppo senza successo. E adesso le ultime statistiche ci dicono che un’espulsione su tre non viene pronunciata. La presa per i fondelli è dunque palese. Un’eccezione, come implica la definizione medesima, deve rimanere tale. Se oltre uno terzo dei casi diventa l’eccezione, è manifesto che i conti non tornano. L’espulsione dei delinquenti stranieri, che si sono resi colpevoli dei reati indicati nell’articolo 66 a, non è una facoltà. E’ un obbligo. Invece, nella realtà…

Strumento per aggirare

Ancora una volta, il triciclo PLR-PPD-P$$ ha disatteso quanto deciso dal popolo. Invece di applicare la volontà dei cittadini, ha dato ai suoi giudici politicizzati uno strumento per aggirarla. I legulei dei tribunali sentenziano nell’interesse del delinquente straniero invece che in quello della sicurezza pubblica. Per determinate categorie di stranieri poi, in particolare per quelli che hanno sempre vissuto in Svizzera, l’espulsione non viene praticamente mai pronunciata. $ignori, guardate che il popolo ha stabilito ben altro!

La dimostrazione

Visto che la clausola di rigore è stata clamorosamente abusata, poiché quella che doveva essere la rara eccezione è invece diventata la regola – esattamente ciò che paventava la Lega prima della votazione popolare sul tema, ma naturalmente erano solo balle populiste e razziste – la logica conseguenza è che detta clausola deve essere cancellata.

Il tema è approdato in Consiglio nazionale nella sessione appena conclusa, a seguito di un’iniziativa parlamentare. Ed indovinate un po’ come è andata a finire? Esatto: il triciclo ha respinto l’iniziativa. Ecco la dimostrazione che la partitocrazia non vuole che i delinquenti stranieri vengano allontanati dalla Svizzera.

Stando così le cose, qualcuno crede davvero che il triciclo consideri la direttiva UE sulla cittadinanza – che come detto impedirà l’espulsione dal nostro paese dei delinquenti con passaporto comunitario – una “linea rossa invalicabile”? Ma va là! Non solo la calata di braghe è già decisa. Si sta perfino preparando il terreno. Sveglia! Ricordarsene alle elezioni di ottobre!

Lorenzo Quadri