La partitocrazia vota la legge secondo cui, anche se si chiudono i confini, i permessi G…
Adesso è ufficiale: il triciclo PLR-PPD-P$$ (Verdi-anguria ovviamente inclusi), spalancatore di frontiere ed eurolecchino, vuole fare entrare i frontalieri sempre e comunque. Indipendentemente dalla situazione sanitaria sul fronte dello stramaledetto virus cinese.
In marzo questo sfigatissimo Cantone è stato impestato per colpa delle frontiere spalancate con la Lombardia, ai tempi il principale focolaio dell’Occidente. Come ben sappiamo, per contenere il contagio tutti i paesi UE hanno ben presto deciso di chiudere i confini. Ma il consigliere federale PLR (ex) doppiopassaporto Ignazio KrankenCassis si è bullato di aver chiesto lui al suo collega e connazionale Giggino Di Maio di lasciar comunque passare in Ticino tutti i frontalieri provenienti dalle zone rosse lombarde.
Niente quarantene
Nelle scorse settimane i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno deciso di gestire le quarantene dai paesi a rischio su base regionale. Il che è di per sé sensato. Se, per prendere l’esempio dell’Italia, dovesse scoppiare un focolaio di covid in Sicilia (magari a seguito degli sbarchi di clandestini), non avrebbe senso mettere in quarantena i frontalieri. Se però il focolaio si trovasse nel Varesotto o nel Comasco, la faccenda sarebbe molto diversa. Ed in questo caso l’arrivo dei frontalieri andrebbe bloccato.
Ed invece la partitocrazia compatta vuole che i frontalieri possano continuare ad entrare liberamente in Svizzera anche in caso di chiusura delle frontiere! E non solo i frontalieri devono fare avanti ed indietro “come se niente fudesse”, ma come loro anche “gli abitanti che hanno un legame particolare con il territorio di confine”.
Fare entrare tutti
Sicché durante la sessione autunnale del Consiglio nazionale da poco conclusa, la casta spalancatrice di frontiere ha seguito il Consiglio degli Stati approvando il nuovo articolo che garantisce il lasciapassare universale ai frontalieri.
La disposizione, infilata di straforo nella “Legge covid”, sancisce di fatto che possedere il permesso G equivale ad essere immuni dal virus cinese!
Chissenefrega dei contagi, l’importante è fare entrare tutti! Il datore di lavoro che colpevolmente si è farcito di dipendenti frontalieri assumendo premessi G a go-go al posto di cittadini svizzeri non deve subire alcun disagio da un’eventuale chiusura delle frontiere imposta da motivi sanitari!
Asserviti e proni
Assolutamente indecenti le fregnacce che si sono sentite in aula a sostegno del nuovo articolo pro-frontalieri. Una parlamentare della casta, ad esempio, strillava come una pescivendola sugli ospedali elvetici a suo dire “dipendenti da lavoratori frontalieri”. Secondo la soldatina di turno, dunque, noi sfigati svizzerotti dovremmo addirittura ringraziare in ginocchio i governi dei paesi confinanti per non aver requisito “per uso proprio”, durante la pandemia, i frontalieri che lavorano nel nostro settore sanitario. Eccoli qua, i politicanti della partitocrazia: proni ed asserviti, sempre e comunque! E’ evidente che gli Stati a noi vicini non avevano alcun interesse a mettere in difficoltà (difficoltà sulla cui ampiezza si può comunque disquisire) il sistema sanitario elvetico. Perché la Svizzera potrebbe in tal caso prendere delle misure di ritorsione su tutti gli altri frontalieri, che sono la stragrande maggioranza. E per le regioni di confine (italiane e francesi) sarebbero “cavoli non dolcificati”.
Senza contare che i più contenti di non essere stati precettati sono propri i frontalieri stessi. Perché avrebbero dovuto lavorare nel paese d’origine agli stipendi locali; non certo alle paghe elvetiche!
Colpa della casta
Ribadiamo il concetto: se la Svizzera si è resa dipendente da personale estero in settori cruciali come quello sanitario, la colpa è della devastante libera circolazione delle persone e della partitocrazia che l’ha voluta. Inoltre: in Ticino i frontalieri nel settore sanitario sono 4mila su 70mila. Quindi, i restanti 66mila – ed in particolare i 40mila che lavorano nel terziario – si possono tranquillamente fermare in dogana, senza problema alcuno.
Rottamare i confini
I confini nazionali, anche se non piacciono ai soldatini della partitocrazia eurolecchina, sono una realtà. E, se si decide la loro chiusura, la decisione deve valere per tutti. Compresi i frontalieri. E comprese le coppiette transfrontaliere.
Invece la partitocrazia ancora una volta ha stabilito che i confini della Svizzera sono qualcosa di riprovevole: da cancellare il prima possibile. Ciò equivale a cedere il nostro Cantone alla Lombardia. Ed i deputati ticinesi a Berna, con l’eccezione degli esponenti di Lega ed Udc, approvano entusiasti.
Grazie, triciclo! Avanti con la rottamazione della Svizzera! Certo che, se gli elettori continuano a premiare la partitocrazia…
Lorenzo Quadri