Anche la medicina deve adeguarsi ai deliri “politikamentekorretti

Visto che di gabole non ne avevamo già a sufficienza, si prepara il nuovo tormentone estivo: quello sul vaiolo delle scimmie.

Una malattia che per fortuna appare poco grave per quanto fastidiosa, e di non facile trasmissione (niente a che vedere con lo stramaledetto virus cinese, dunque).

Il vaiolo delle scimmie, a quanto abbiamo letto sui media, si contrae tramite contatto stretto. Anche sessuale, ma non solo.

I dati pubblicati indicano che gli uomini che hanno rapporti sessuali occasionali con altri uomini sono maggiormente a rischio di contagio. Il che ovviamente non significa che tutti i malatirientrino in questa categoria.

A quanto ci consta, l’informazione testé citata proviene da fonti mediche ufficiali. Però non bisogna divulgarla, anzi bisogna arrampicarsi sui vetri per smentirla, poiché sarebbe“stigmatizzante”.

Adesso dunque anche i lavori scientifici devono adattarsi abalorde pretese LGBTQ+, woke e compagnia cantante.

Sicché, per correre dietro alla grottesca suscettibilità di esagitati esponenti di talune cerchie,

nell’anno di disgrazia 2022 bisogna anche tacere dei dati medici. Oltretutto danneggiando proprio queste stesse cerchie. Sapendo quali sono i comportamenti a rischio, è possibile evitarli. Se invece questi comportamenti vengono taciuti per l’isterico terrore di “discriminare” qualcuno, è ovvio che il numero di malati non potrà che aumentare.

Pretendere di censurare il dato statistico che “gli uomini che hanno rapporti sessuali occasionali con altri uomini” presentano una probabilità maggiore di contagio per “non stigmatizzare” i gay, è come pretendere di far passare sotto silenzio che, con lo stramaledetto virus cinese, gli anziani rischiano di più, per non “discriminare” la terza e la quarta età.

Fino a che punto si spingerà il delirio politically correct?

Lorenzo Quadri