AlpTransit non comincia di certo col piede giusto. Prima si “scopre” (in realtà lo si sapeva fin dall’inizio, visto che i nostri vicini a Sud un po’ li conosciamo) che i contribuenti svizzerotti devono finanziare con 280 milioni di Fr (e scusate se sono pochi) il cosiddetto corridoio di 4 metri in Italia. In sostanza si tratta di alzare il profilo delle gallerie ferroviarie italiane sugli accessi ad AlpTransit, altrimenti non si può effettuare il tanto agognato trasbordo delle merci dalla strada alla ferrovia, perché i tunnel sono troppo bassi per i vagoni che trasportano i container.
Come a Versailles
Poi salta fuori che il prossimo inizio giugno, per l’inaugurazione del traforo AlpTransit Gottardo, si spenderanno 15 milioni di Fr, e paga pantalone. Paga per cosa? E’ evidente che la maggior parte della spesa servirà a finanziare il sollazzo dei 1100 vip o presunti tali invitati all’evento. Le signorie loro si strafogheranno coi famosi stuzzichini preparati dalla ditta di catering lucernese (in barba alla concorrente ticinese che aveva presentato un’offerta più conveniente ma che è stata scartata con motivazioni inconsistenti). La situazione mette a disagio. Ricorda da vicino la Versailles dell’Ancien régime: il popolo fa la fame per finanziare le feste di corte. Sappiamo tutti com’è andata a finire.
Che per dar lustro all’opera sia necessaria la presenza di personaggi quali il premier italiano non eletto Matteo Renzi, il bietolone Hollande destinato a sicura trombatura al prossimo appuntamento con le urne, o l’ “Anghela” Merkel che spalanca le porte dell’Europa all’invasione dei finti rifugiati, non sta scritto da nessuna parte. E’ la solita fetecchiata provincialista del “noi non valiamo niente, per fare bella figura dobbiamo rivolgerci all’estero”.
“Andate in bici”
Quale valore aggiunto porterà mai la festa per l’ “élite” pagata dal contribuente? Nessuno. E forse che Italia, Francia e Germania hanno partecipato ai costi della realizzazione di AlpTransit? Manco per sogno. Il conto pesa tutto sul groppone degli svizzerotti. Che, come visto, pagano anche lavori – e che lavori – in Italia. E il premier non eletto Renzi non sa nemmeno dove si trova il San Gottardo.
Naturalmente, a causa dell’inaugurazione “del secolo”, la Leventina resterà blindata, come da comunicato degli scorsi giorni. Gli abitanti sono stati invitati a “spostarsi in bicicletta” (sic!). Bene: così, grazie alle manie di grandeur, l’opera comincerà fin dall’inizio ad attirarsi le maledizioni della popolazione locale.
L’imam “non moderato”
Ma naturalmente non poteva mancare la cappellata somma, compiuta, ancora una volta, in nome del politikamente korretto: invitare un imam ai festeggiamenti, lasciando fuori il rappresentante della Chiesa protestante. In sostanza i geniali organizzatori hanno pensato bene di invitare un abate cattolico, un rabbino e un imam. E’ evidente l’intento squallidamente multikulti: mettere sullo stesso piano il religioso cristiano e quello musulmano. Solo che i due non sono per nulla sullo stesso piano, dal momento che questo è un paese cristiano da 1500 anni, costruito (come tutto l’Occidente) su valori giudaico-cristiani e non su precetti coranici. L’invito all’imam è dunque l’ennesima ottusa genuflessione ad una religione estranea al nostro paese ed ai nostri valori, che non ha alcun titolo per essere presente ad un evento quale l’inaugurazione di AlpTransit.
Non ancora contenti, i geniali organizzatori di sollazzi faraonici sono riusciti a chiamare un imam in odore di estremismo, tale Bekim Alimi. Un gruppo di deputati ticinesi in Gran Consiglio, capitanato da Fabio Schnellmann, tramite atto parlamentare ne ha evidenziato le improponibili frequentazioni con religiosi (?) che sostengono l’ISIS, rispettivamente con il presidente del Consiglio centrale islamico Svizzero, tale Nicolas Blancho: uno che va in giro a dire che bisogna introdurre la sharia e che è giusto picchiare le donne.
Bisogna essere scemi
L’ente pubblico continua a dare spazio e visibilità ad individui legati all’estremismo islamico e potenzialmente pericolosi. Lo fa la SSR foraggiata con il canone più caro d’Europa, che insiste nell’ invitare Blancho, dandogli così l’opportunità di diffondere i suoi deliranti messaggi con i nostri soldi. Adesso ecco che, tramite l’inaugurazione di AlpTransit, sempre l’ente pubblico regala un palcoscenico (e che palcoscenico!) ad un sospetto integralista islamico. Così facendo, si conferisce legittimità ed autorevolezza a chi nega i nostri valori e le nostre libertà: evidentemente, questi ultimi vanno rottamati; “bisogna aprirsi”, che diamine! Magari se si aprissero gli occhi prima di aprire le frontiere, questo paese sarebbe messo un po’ meglio.
Invitare un imam sospetto estremista all’inaugurazione di AlpTransit Gottardo non è nemmeno questione d’ingenuità. Bisogna proprio essere scemi. Viste le circostanze, l’inaugurazione meriterebbe una diserzione di massa. Tanto per far capire da che parte sorge il sole.
Lorenzo Quadri