Ma come: il “caos asilo” non era solo una balla della Lega populista e razzista?
Da tempo gli spalancatori di frontiere vengono a raccontarci che non c’è alcun caos asilo, che sono tutte balle della Lega populista e razzista. Intanto però i numeri raccontano una storia un po’ diversa.
Tanto per dirne una: tra gennaio e maggio del 2017 (un anno definito come tranquillo, ed oltretutto in una stagione, quella invernale e primaverile, che non è la più gettonata dai finti rifugiati) 12mila migranti sono entrati clandestinamente in Svizzera. 12mila clandestini in cinque mesi. Evidentemente si tratta solo di quelli che sono stati individuati; altri non sono stati intercettati perché, con le frontiere a colabrodo…
Nello stesso periodo dell’anno precedente, i migranti illegali fermati sono stati 7000. Quindi dal 2016 al 2017 c’è stato quasi un raddoppio. Però naturalmente questi dati vengono “silenziati”: chissà come mai?
Top ten
Da dove provengono i 12mila clandestini? Le 10 nazioni più rappresentate sono: Guinea con 1750 clandestini; Gambia con 1188 clandestini; Nigeria con 955 clandestini; Costa d’Avorio, 859; Somalia 644; Marocco 451; Eritrea 373; Senegal 329; Afghanistan 304; Pakistan 292. Questo tanto per avere una piccola panoramica.
Jihadisti
Naturalmente, tra i finti rifugiati ci sono pure gli estremisti islamici. E sono sempre più numerosi, a quanto pare. Ed infatti, ma guarda un po’, di recente si è saputo che, sempre nell’anno di grazia 2017, i servizi d’informazione della Confederella hanno esaminato quasi 6500 dossier di asilanti, in quanto potenzialmente pericolosi. Un nuovo record, l’ennesimo, visto che l’anno prima erano stati passati al setaccio “solo” 5200 incarti. I servizi informativi hanno pure raccomandato di non concedere l’asilo a 38 finti rifugiati individuati come un pericolo: un numero che è quasi triplicato (!) rispetto a quello dell’anno precedente (14 casi).
La presa per i fondelli
Intanto, come sappiamo, invece di preoccuparsi di combattere l’islamismo, la Confederazione emana piani antiradicalizzazione che non servono ad un tubo. Mentre respinge (perché non sono politikamente korrette) le misure che sarebbero invece efficaci. E naturalmente fa in modo che sempre più finti rifugiati possano rimanere in Svizzera: tanto il conto lo paga il solito sfigato contribuente. Vedi ad esempio il caso degli asilanti eritrei in assistenza, che sono aumentati del 2282% in otto anni. Plateale, al proposito, la presa per i fondelli attuata tramite gli “ammessi provvisoriamente”. Costoro sono infatti migranti che non hanno diritto all’asilo. Andrebbero dunque rimandati indietro; però questo non è momentaneamente possibile (ad esempio perché l’aeroporto del paese d’origine è distrutto causa conflitto armato). Vengono quindi ammessi provvisoriamente nell’attesa di rinvio alla prima occasione (al più tardi alla fine della guerra). Ma questa figura degli ammessi provvisoriamente creata durante il quadriennio di Blocher in Consiglio federale, è stata in seguito pervertita (ma chi l’avrebbe mai detto…) in qualcosa di assai diverso. “Grazie” naturalmente, anche ai legulei del tribunale federale amministrativo, le ammissioni provvisorie diventano definitive. Sicché, invece di partire non appena possibile, questi migranti rimangono in Svizzera a carico del contribuente. E adesso gli spalancatori di frontiere tentano di sdoganare l’ennesima truffa. Ovvero: con la scusa che questi finti rifugiati sarebbero destinati (?) a rimanere in Svizzera a lungo (non lo sono! Sono gli spalancatori di frontiere che li vogliono far restare!) ci si inventa la storiella che “bisogna integrarli” nel mondo del lavoro. Il che naturalmente può avvenire solo a scapito degli svizzeri. Hai capito i signori del “devono entrare tutti”? Non solo niente preferenza indigena, quindi “prima i cittadini UE”, ma addirittura prima gli asilanti. Gli svizzerotti? Ultima ruota del carro!
Incentivi ad arrivare qui
Cari politikamente korretti, non è così che funziona. Gli ammessi provvisoriamente non vanno affatto integrati. L’ammissione provvisoria deve tornare ad essere quello che dice il nome. Provvisoria, appunto. Invece adesso la si è resa definitiva.
Oltretutto, un simile andazzo non fa che incoraggiare i clandestini ad arrivare in Svizzera con l’aspettativa di venire in un modo o nell’altro regolarizzati.
La stessa cosa vale ovviamente per la bella pensata del Canton Ginevra (e ti pareva) che, col programma Papyrus (uella) vorrebbe regolarizzare oltre 3000 clandestini invece di espellerli. Con iniziative di questo tipo la Svizzera diventa sempre più attrattiva per i finti rifugiati, tra i quali come noto si intrufolano pure i jihadisti. Se ne intrufolano sempre più, stando alle cifre (vedi sopra).
E se si pensa che di sicuro, diversamente dai governanti di altri paesi dello spazio Schengen, i camerieri dell’UE in Consiglio federale non si sognano di chiudere le frontiere, ben si capisce che siamo messi male. La prospettiva infatti è: attrattività sempre maggiore per i migranti economici, seguaci dell’Isis inclusi, e frontiere spalancate. Fate un po’ voi.
Lorenzo Quadri