A Berna qualcuno non ha ancora capito che il suo datore di lavoro è il popolo elvetico e non gli eurofalliti

C’è chi proprio non ne vuole sapere di adeguarsi alla volontà popolare. Quando questo qualcuno siede in Consiglio federale, davanti ad un voto dall’esito sgradito può o fare solo due cose: o adeguarsi, oppure andare a casa. Ma, evidentemente c’è chi comincia ad essere in carica da troppo tempo, senza essersi mai conquistare il posto. E i risultati si vedono. Sì, perché non sta né in cielo né in terra che il membro del legislativo di un piccolo comune si debba presentare davanti agli elettori ogni 4 anni mentre un Consigliere federale possa andare avanti a fare danni ad oltranza senza che ci sia la possibilità di destituirlo, se l’inciucio partitico che l’ha messo in carica prosegue.

Il caso piĂą eclatante, come noto, è quello della ministra del 5%. Widmer Schlumpf, dopo il voto del 9 febbraio, è discesa in Ticino per una visita – lampo giĂ  decisa da mesi. La signora non ha neppure ritenuto necessario, alla luce del voto del  9 febbraio che ha asfaltato il Consiglio federale, cambiare l’ordine del giorno e soprattutto la durata della visita. Almeno per non farla sembrare in modo così plateale quello che è stata, ossia una presa per i fondelli del Ticino e dei Ticinesi.

Le battutone della Doris

Tuttavia il discorso non vale solo per la consigliera federale in carica senza i voti. Anche la sua collega Doris Leuthard si produce spesso e volentieri in esternazioni fuori luogo. Del resto tra un po’ le due signore faranno anche parte dello stesso partito, visto che l’obiettivo del PPDog è quello di papparsi il PBD, ossia il partitino della ministra del 5%, per soffiare il secondo seggio al PLR. Per squallidi motivi di cadreghe, dunque, il PPD mantiene artificialmente in carica una Consigliera federale che sta svendendo la Svizzera.

La Doris già nei giorni successivi al 9 febbraio se ne è uscita con una battutona. Parlando di sovvenzioni ai media per le spese postali, aveva dichiarato: “in Ticino la gente legge molti giornali, eppure vota sbagliato”.

Uella, che exploit! Leuthard, che è stata asfaltata dalle urne sia sulla vignetta autostradale a 100 Fr che sull’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, dovrebbe forse chiedersi se non è lei quella che vota sbagliato…

Ma non è finita qui: di recente, all’inaugurazione di una nuova centrale elettrica in Vallese, la ministra dei trasporti e dell’energia non ha resistito alla tentazione di uscirsene con un discorso-fetecchia in cui, ancora una volta, si deplorava il voto popolare del 9 febbraio preannunciando difficoltà per la Svizzera nel caso in cui non riprendessero le trattative con gli eurofalliti su accordi energetici. Trattative bloccate (?) da Bruxelles all’indomani della votazione.

Se stacchiamo la spina…

O Doris, ma ci sei o ci fai? Prima di tutto, quelle trattative erano arenate già da due anni. Secondariamente, e lo sanno anche i nostri vicini, se la Svizzera stacca la spina, a rimanere al buio sono i nostri beneamati vicini. L’Italia negli anni scorsi ha già subito un black out di grosse proporzioni a causa di un guasto su una linea elvetica: per questo, e non su richiesta della Svizzera, ci si era seduti ad un tavolo. E la Germania, come ha scritto di recente la Welt online, ha necessità della batteria alpina.

Sia chiara un cosa: non abbiamo nessuna intenzione di continuare a sorbirci le fregnacce degli eurofalliti sul voto del 9 febbraio. Tanto più che la Svizzera viene martellata, mentre taluni stati membri della fallita Unione europea fanno le stesse cose che vorremmo fare noi, senza che da Bruxelles venga un cip. Vedi i contingenti per frontalieri croati e sloveni introdotti, ma tu guarda i casi della vita, dall’Italia. Eh già: i frontalieri balcanici vengono contingentati, ma quando sono gli svizzerotti a voler contingentare quelli italiani, ecco che la musica cambia…

Ripagare con la stessa moneta

Non solo ci aspettiamo, ma pretendiamo dai nostri Consiglieri federali e dai loro reggicoda (pagati con i nostri soldi) che respingano al mittente tutte le denigrazioni degli eurofalliti all’indirizzo del popolo elvetico che si esprime democraticamente. E pretendiamo anche che, se agli eurofalliti viene in mente di applicare delle ritorsioni contro un voto democratico, li si ripaghi  con la stessa moneta. Visto che il datore di lavoro dei Consiglieri federali è il popolo svizzero e non gli eurofalliti, o i 7 scienziati si adeguano alla situazione oppure lasciano il posto.

La tattica della Doris uregiatta che, in occasione dell’inaugurazione di una centrale elettrica, invece di sostenere i cittadini svizzeri fa l’ambasciatrice degli eurofalliti annunciando sfracelli se l’UE non riprenderà le trattative (che pagüüüüüraaaa!) è fin troppo manifesta: convincere i votanti di aver sbagliato e quindi far sì che venga accettata un’applicazione all’acqua di rose dell’articolo costituzionale contenuto nell’iniziativa Contro l’immigrazione di massa. Ma, ancora una volta, la Doris ha fatto male i conti.

Lorenzo Quadri