L’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa”, lanciata dall’Udc e supportata in Ticino dalla Lega ha raccolto oltre 136mila firme in appena sette mesi. Un risultato “coi fiocchi” e non solo a causa della stagione. Segno evidente che la Svizzera ha un problema stranieri. Del resto le cifre parlano da sole. Nel nostro Paese, malgrado le naturalizzazioni facili, la percentuale di stranieri è del 23%. Quarant’anni fa la famigerata “iniziativa Schwarzenbach”, che raccolse il 46% dei consensi, ipotizzava come quota massima il 10%, ossia meno della metà del tasso attuale.
Flusso oceanico di finti rifugiati magrebini troppo spesso dediti alla criminalità grande e piccola; espulsione degli stranieri che delinquono pressoché impossibilitata; nel solo Ticino 52mila frontalieri e oltre 15’300 notifiche di lavoro temporaneo in un anno; il 40% delle persone in assistenza non è svizzera; le carceri pullulano di delinquenti “non patrizi”; eccetera eccetera. Da tutti questi tasselli emerge un mosaico inequivocabile: si è perso il controllo sull’immigrazione. Ed è, questa, una logica conseguenza degli accordi internazionali sciaguratamente sottoscritti da Berna, a cominciare dai famosi Bilaterali. Ma la popolazione non ci sta. Le 136mila firme in sette mesi per l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” non sono evidentemente state raccolte tutte in Ticino. Non si tratta, quindi, della – comprensibile e giustificata – esasperazione di un Cantone di frontiera, confinante con l’Italia, che si trova a pagare lo scotto carissimo delle frontiere spalancate e della cancellazione, al limite del criminoso, delle misure che servivano a tutelare il nostro mercato del lavoro a beneficio dei residenti.
Si tratta invece di un allarme generalizzato. Il tutto, naturalmente, per buona pace dei $ignori dei partiti $torici, secondo i quali non è vero che in Svizzera c’è un problema di stranieri, sono tutte frottole della Lega populista e fascista. Pur di non dare ragione alla Lega hanno negato ad oltranza la realtà. Adesso raccolgono i frutti.
Particolarmente positivo è che l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” parli anche di frontalieri, o piuttosto di frontalierato. E che punti quindi il dito contro chi ha permesso che persone residenti Oltreconfine, e come tali in grado di mettersi sul mercato a stipendi più bassi di quelli necessari per vivere in Ticino, possano non già colmare le lacune dove manca la manodopera residente, ma proprio sostituirsi a quest’ultima.
Tra l’altro, si sta ancora aspettando che il Consiglio federale concretizzi l’iniziativa popolare “per l’espulsioni degli stranieri che delinquono”, approvata dalle Svizzere e dagli Svizzeri in votazione popolare.
Negli ultimi anni il territorio ha dato ripetutamente delle indicazioni chiare alla politica: l’attuale migrazione scriteriata non può essere tollerata oltre. Il Consiglio federale dovrà adesso tenerne conto: soprattutto, deve essere chiaro che non si tollereranno i soliti richiami-fregnaccia al diritto internazionale. Il popolo è sovrano: e le iniziative popolari le ha votate il sovrano, mentre il diritto internazionale non l’ha votato nessuno.