I manifesti elettorali della Lega di qualche anno fa non erano mica campati in aria…

Ma guarda un po’: mentre imperversano le accuse di razzismo e di xenofobia alfine di colpevolizzare i ticinesotti, appaiono le ultime statistiche a proposito dell’immigrazione in Ticino. E, per l’ennesima volta, fanno stato di numeri che, in proporzione, non si trovano praticamente da nessun’altra parte. In Europa solo il piccolo Lussemburgo ha percentuali di popolazione straniera paragonabili alle nostre. Però noi siamo quelli chiusi e xenofobi. Quelli che devono fare entrare sempre più gente se vogliono avere la coscienza a posto.

180mila stranieri

In Ticino, secondo gli ultimi dati ci sono 100mila stranieri, ovvero quasi il 30% della popolazione. E, se gli stranieri continuano ad aumentare, sia per immigrazione che per saldo demografico, i ticinesi diminuiscono. Il destino che ci attende è dunque quello degli indiani nelle riserve. Il manifesto elettorale della Lega di qualche anno fa non era mica campato in aria. Senza contare che, come noto, i beneficiari di naturalizzazioni facili vanno a rimpolpare le statistiche degli svizzeri, così da abbellirle a beneficio degli internazionalisti.

Le statistiche sulla popolazione straniera, va da sé, non contano neppure frontalieri, padroncini e distaccati. Costoro infatti non sono formalmente residenti in Ticino. Però vi entrano tutti i giorni uno per macchina. Se aggiungiamo anche loro ai 100mila stranieri “ufficiali”, arriviamo tranquillamente, come scritto la scorsa settimana, a quota 180mila stranieri presenti giornalmente nel nostro Cantone. Cifre e percentuali che nessun altro paese ha. Per cui, piantatela una buona volta di seccarci la gloria con la fola del razzismo. Perché non sta né in cielo né in terra!

In tutto ci vuole misura

Parliamo invece di proporzioni. Perché ogni fenomeno ha un limite oltre il quale diventa insostenibile. E’ una legge fisica. Pretendere che l’immigrazione faccia eccezione è una vergognosa presa per i fondelli.  Ed è ovvio che, quando i limiti si superano, poi arrivano i contraccolpi. Chi ne porta la responsabilità? Non certo i ticinesi che questa situazione la subiscono. La responsabilità la porta chi ha permesso ed anzi ha voluto  l’immigrazione fuori controllo, e senza alcun rapporto con le esigenze dell’economia. Ed essa, come era scontato, ha generato una guerra tra poveri da cui ad uscire perdenti sono i  residenti.

E gli islamisti?

E già che ci siamo, ci piacerebbe avere anche un aggiornamento a proposito della situazione degli immigrati di religione islamica, perché il fenomeno della radicalizzazione non può essere preso sottogamba. Non passa settimana senza che si scopra in Svizzera un qualche imam filo-jihad che predica l’odio contro di noi, il nostro paese e la nostra società. Magari mentre nel frattempo intasca lauti aiuti sociali. E questi, evidentemente,  gli vanno bene anche se vengono dagli infedeli. Ma quanta di questa foffa estremista abbiamo fatto entrare?  Ringraziamo i multikulti! Ed intanto suona l’allarme anche sui matrimoni forzati…

Tornare indietro si può

Forse è il caso di rendersi conto che la limitazione dell’immigrazione non è una pretesa di pochi beceri razzisti. E’ diventata ormai un’esigenza se si vuole salvare la pace sociale, che è minacciata.  Elite spalancatrice di frontiere, cosa pretendi ancora che i cittadini siano disposti a sopportare?

Lo Stato sociale galoppa verso l’infinanziabilità perché “bisogna mantenere tutti” . La spesa per i finti rifugiati è ormai andata completamente fuori controllo. La politica d’asilo della kompagna Simonetta Sommaruga ci sta riempiendo di giovani migranti economici che mai saranno integrati. E che gli imam di cui sopra potranno facilmente radicalizzare (ammesso che non lo siano già di bel principio).   Sulla percentuale di detenuti stranieri nelle nostre carceri (punte fino all’80%) non torniamo nemmeno più. Le conseguenze viarie ed ambientali di una circolazione che non è più “libera” bensì selvaggia le tocchiamo con mano e le respiriamo tutti i giorni.  La sovrappopolazione da immigrazione scriteriata  fa esplodere  i costi dell’alloggio. Considerazioni, queste, che già si trovavano nell’iniziativa Ecopop, sostenuta anche da professori universitari. Ma naturalmente i promotori vennero trattati da delinquenti e l’iniziativa sepolta sotto quintalate di palta politikamente korretta.

Cosa deve ancora succedere perché ci si renda finalmente conto che così non si va avanti? Le frontiere spalancate hanno fatto solo disastri. Si sono dimostrate per quello che sono: un incidente nella storia. Un esperimento miseramente fallito. Si deve tornare indietro. Si deve e si può. Eccome che si può!

Lorenzo Quadri