La libertà d’espressione non esiste più: dell’Islam si può solo parlare bene, sennò…
Ennesima dimostrazione che l’asservimento della Svizzera agli islamisti progredisce a ritmo serrato, grazie alla partitocrazia imbesuita dal multikulti e dal buonismo-coglionismo.
Nei giorni scorsi in Consiglio nazionale l’ex partitone, in tandem con i $inistrati ro$$overdi, è riuscito nella sfolgorante impresa (?) di bocciare un’iniziativa parlamentare che chiedeva l’espulsione automatica dei terroristi islamici. Sui kompagnuzzi spalancatori di frontiere ed islamizzatori della Svizzera – vorrebbero addirittura rendere l’Islam religione ufficiale – non vale nemmeno la pena spendere ulteriori commenti. Che il PLR si accodi, tuttavia, è preoccupante. Chiaro indice di un partito allo sbando.
Un delinquente?
Ma non è finita. Sempre nei giorni scorsi si è appreso che l’ex consigliere nazionale ed ex consigliere di Stato neocastellano Yvan Perrin (Udc), che in ottobre sarà ricandidato al Nazionale, è stato convocato dal Ministero pubblico del suo Cantone. Accipicchia, e di quale mai terribile reato si sarà macchiato il buon Perrin per venire torchiato come un criminale? Ebbene, udite udite, il politico democentrista ha condiviso su facebook un articolo del giornale 24 Heures a proposito dei Qatar Papers e dei Fratelli musulmani. L’articolo, sul quale abbiamo riferito anche da queste colonne, illustrava la valanga di milioni in arrivo dal Qatar per finanziare le iniziative islamiste dei Fratelli musulmani: anche in Svizzera.
Perrin, condividendo su faccialibro (facebook) l’articolo di 24 Heures, aveva aggiunto la seguente, sovversiva (?) didascalia: “Articolo edificante sul finanziamento dell’islam modello Fratelli musulmani in Svizzera in generale e a La Chaux-de-Fonds in particolare”. Il post aveva stimolato commenti pesanti da parte di altri utenti di FB e così Perrin, a seguito della denuncia di un’associazione musulmana, si è ritrovato davanti al Procuratore pubblico.
Ma stiamo dando i numeri?
Signori, questa è censura di stampo fascisteggiante! Adesso si pretende addirittura che condividere su facebook un articolo di giornale, aggiungendovi delle considerazioni che non hanno proprio nulla di offensivo, possa costituire reato perché… altri utenti di facebook vi pubblicano sotto dei commenti insultanti!
Questa si chiama intimidazione. Una deriva che non abbiamo alcuna intenzione di tollerare. Praticamente si vuole impedire la divulgazione in rete di articoli o contributi critici nei confronti dell’Islam agitando lo spauracchio dei commenti “sopra le righe” che altri potrebbero pubblicarvi sotto!
Il disegno è chiaro: secondo l’establishment spalancatore di frontiere, dell’Islam (come pure dei migranti, delle frontiere spalancate, del fallimentare multikulti) si può solo parlare bene! E chi osa sostenere posizioni diverse è un delinquente da tradurre in giudizio!
Le nostre libertà non esistono più
A qualche leguleio deve proprio essere dato di volta il cervello. Semmai, davanti al procuratore pubblico si convocano gli autori degli scritti offensivi, se questi effettivamente costituiscono reato. Ma certo non chi si è limitato a condividere in rete un articolo di giornale accompagnandolo da un commento pacato e ragionevole!
Signori, e la libertà d’espressione, che è uno dei fondamenti della nostra democrazia? Adesso ne abbiamo la prova provata: non esiste più! E’ stata gettata nel water! Sacrificata senza vergogna al sacro dogma del multikulti!
E questo sarà il destino anche di tutte le altre nostre libertà, se non ci decidiamo a darci una svegliata!
Lorenzo Quadri