In Francia il Front National incamera un risultato elettorale storico, tuttavia non ottiene la guida di nessun dipartimento. Questo perché, nelle elezioni di ballottaggio, le altre forze politiche – quelle europeiste, quelle multikulti, quelle del “dobbiamo aprirci” – hanno fatto quadrato per sbarrare la strada allo sgradito intruso. Obiettivo: mantenere cadreghe e potere.

 

Cadreghe come collante

Ohibò: lo scenario sopra descritto a grandi (grandissime) linee ci ricorda qualcosa. Ci ricorda in effetti la situazione elvetica. Anche da noi, un mese fa, alle elezioni di ballottaggio del Consiglio degli Stati, il candidato di Lega-Udc, pur rappresentando il 9 febbraio (plebiscitato in Ticino dal 70% degli elettori), non è riuscito a spuntarla. Questo perché i partiti $torici hanno messo in campo i soliti giochetti di ticket e di sostegni incrociati. Lo hanno fatto non perché vadano d’accordo o condividano degli ideali (uella) ma solo per mantenere le cadreghe: unico, ma potentissimo, collante che tiene assieme l’ammucchiata partitocratica. Agli avversari della fallimentare (dis)unione europea, ai movimenti identitari, a chi vuole frontiere sicure contro la delinquenza d’importazione, a chi vuole salvaguardare il mercato del lavoro per i cittadini, a chi non ci sta a farsi dettare le leggi dai funzionarietti di Bruxelles, bisogna fare lo sgambetto con ogni mezzo. Denigrazione sistematica compresa: vedi le varie trite fregnacce su razzismo e fascismo.

Sabotare la volontà popolare

Ma non è solo alle forze politiche sgradite (in quanto identitarie e decise a tutelare quei valori che i sedicenti progressisti politikamente korretti ambiscono invece a rottamare) che si vuole sbarrare la strada. Si vuole tagliare fuori anche la volontà popolare “non allineata” al pensiero unico, evitando che ad essa venga dato il seguito che le regole della democrazia impongono. Vedi i reiterati tentativi di sabotaggio del “maledetto voto” del 9 febbraio. Ma vedi anche la scandalosa melina federale sull’espulsione dei delinquenti stranieri, ed intanto in Ticino fino all’80% degli “ospiti” della Stampa non ha il passaporto rosso (e nümm a pagum). Al punto di dover addirittura lanciare, cosa inaudita, un’ “iniziativa d’attuazione” per finalmente concretizzare la volontà popolare in materia di espulsione di stranieri che delinquono o che abusano del nostro Stato sociale. Sull’iniziativa d’attuazione si voterà il prossimo 28 febbraio. Lo stesso giorno si voterà pure sul traforo di risanamento del tunnel autostradale del San Gottardo. Dunque, un appuntamento con le urne importantissimo per la Svizzera e per il Ticino.

 

In un angolo?

Gli elettori del Front National sono sempre di più ma il “regime” fa in modo che contino il meno possibile. Una strategia assai poco furba, visto che non farà che aumentare ancora di più i consensi di Marine Le Pen.

Anche in Svizzera gli antieuropeisti sono sempre di più, ma il Consiglio federale va avanti con la politica del servilismo e della calata di braghe nei confronti degli eurobalivi, come se “niente fudesse”.

In Francia hanno una certa esperienza in materia di rivoluzioni, quando il popolo viene sistematicamente messo nell’angolo. C’è forse da imparare qualcosa?

Lorenzo Quadri