Emergenza clandestini: non sta certo a noi togliere le castagne dal fuoco all’Italia
In Italia – grazie anche alla fallimentare operazione Mare Nostrum ed agli sciagurati appelli di taluni politici locali spalancatori di frontiere – da inizio anno sono sbarcati 95mila clandestini. La situazione è drammatica. Al punto che il direttore de il Giornale, Vittorio Feltri, ha lanciato l’appello seguente: “Stranieri, state a casa vostra (…). Noi siamo cinici, ma almeno siamo franchi: girate alla larga dalla Penisola. Non illudetevi. Qui non c’è lavoro per noi, figuriamoci per voi”. E ancora: “Non imbarcatevi, perché stareste peggio qui che laggiù. Recatevi in Spagna, in Francia, dove vi garba, l’ospitalità è un lusso che non possiamo concedervi”.
Naturalmente non tutti i clandestini che sbarcano nel Belpaese ci rimangono anche. Tanti si dirigono altrove. E, per non essere obbligati a riprenderseli a seguito degli Accordi di Dublino, pare che il Ministero degli Interni italiano abbia dato ordine di non registrarli.
Il sondaggio de Le Figaro
Molti immigrati sono diretti in Francia. E il governo francese, per quanto di $inistra, non si fa certo problemi a rispedire alla Penisola gli asilanti di sua spettanza. Parigi li rimanda indietro a migliaia per volta. Senza tante storie. Non come gli svizzerotti, terrorizzati dall’idea di venire tacciati di razzismo e xenofobia in pomposi (?) gremi internazionali che contano meno del due di briscola.
Nei giorni scorsi il quotidiano francese Le Figaro ha lanciato un sondaggio tra i suoi lettori. La domanda posta era la seguente: “A suo parere, l’immigrazione clandestina giustificherebbe la reintroduzione delle frontiere in Europa”?
Questo il responso, che si commenta da sé:
90,4 % SI
9,6 % NO
Oltre il 90% dei partecipanti al sondaggio vorrebbe dunque reintrodurre le frontiere, mentre noi stiamo ancora aspettando che i nostri valichi vengano chiusi di notte, come da proposta leghista approvata dal Consiglio federale.
Gli sproloqui di Sommaruga
In un Paese europeo, Stato fondatore della fallita Unione europea, praticamente tutti vogliono richiudere le frontiere.
Ed in Svizzera, invece, che succede? Succede che la kompagna Simonetta Sommaruga – proprio quando la Francia, in applicazione degli Accordi di Dublino, restituiva al Belpaese migliaia di clandestini – dichiarava che detti accordi vanno rivisti. Rivisti in che senso? Nel senso che l’Italia, blatera la Simonetta, non può essere lasciata sola (?) a gestire l’emergenza immigrazione. In sostanza, secondo la scienziata Sommaruga, gli accordi vanno rivisti perché “non è giusto” che la Penisola si tenga gli asilanti che i trattati di Dublino le impongono di tenersi.
I conti non tornano
Ohibò, qui i conti non tornano. Per l’ennesima volta.
A piantare in asso l’Italia nella gestione – peraltro scriteriata – dell’emergenza immigrati sono stati i suoi compagni di merende dell’UE. E le castagne dal fuoco, sproloquia la Sommaruga (l’aveva peraltro fatto anche in giugno davanti al Consiglio nazionale), adesso dovremmo togliergliele noi, tenendoci asilanti che non sono di nostra competenza in base agli Accordi di Dublino?
Invece di chiudere le frontiere, come giustamente vuole fare la Francia, noi, secondo la luminare Simonetta, dovremmo fare… proprio il contrario? E per cosa? Per fare un favore alla vicina Penisola che per tutto ringraziamento ci tratta da Stato canaglia e si inventa pure le Zone economiche speciali per fare concorrenza sleale al Ticino?
L’Italia si faccia aiutare dagli “amici” UE
E’ scontato che, per correre in soccorso dei vicini a sud, dovremmo anche creare nuovi centri asilanti. A tutto danno della popolazione residente. Magari sul “brillante” modello inaugurato ad Oesingen (SO): l’ente pubblico acquista una villa con piscina per trasformarla in una struttura per richiedenti l’asilo. Eh già: le installazioni militari in disuso andavano bene per i cittadini svizzeri; ma per i finti rifugiati, che vanno trattati meglio dei residenti come da Diktat politikamente korretto, non sono abbastanza chic…
Se l’Italia ha bisogno di sostegno nella gestione degli immigrati, questo sostegno glielo devono fornire i suoi amichetti di Bruxelles; oltretutto sono loro ad averla lasciata con la Peppa Tencia in mano. Non la Svizzera. La Confederazione, sull’esempio del governo francese (di $inistra) deve restituire al Belpaese tutti gli asilanti di sua competenza. Senza nessuno sconto.
E va da sé che a tutti i paesi d’origine di clandestini che si rifiutano di sottoscrivere accordi di riammissione vanno bloccati gli aiuto allo sviluppo. Perché è troppo facile avere “il soldino ed il panino” facendo leva sul terrore degli svizzerotti di venire tacciati di razzismo. Il trucco non funziona più: che si sappia.
Lorenzo Quadri