Finti rifugiati: il parlamento grigionese chiede più controlli ai confini. E noi?
La pressione dei finti rifugiati sul Ticino è destinata a crescere. In Italia gli arrivi sono aumentati del 60% e questo avrà ripercussioni anche sulla Svizzera – e quindi in prima linea sul Ticino. A dirlo è il segretario di Stato alla migrazione Mario Gattiker. Non ci voleva di certo il mago Otelma per azzeccare una previsione del genere: il buon Mario ha avuto gioco facile. Dopo aver formulato il “gaudioso annuncio”, il Gattiker si lancia in disquisizioni sul ruolo della Libia, sui trafficanti di esseri umani, sulla coordinazione internazionale, eccetera. Tutto bello. Ma manca un pezzo. Come si pensa di tutelare i confini della Svizzera – ossia i confini ticinesi! – dall’assalto alla diligenza? “La Svizzera – dice ancora il Mario – applica in maniera rigorosa gli accordi di Dublino”. Accipicchia, questa sì che è una dichiarazione rivoluzionaria! Ci sarebbe anche mancato che non li applicasse. Ma vabbè che con i tempi che corrono (vedi ministra del “devono entrare tutti” Sommaruga a gestire il dossier asilo, vedi deputata con decreto d’accusa per favoreggiamento all’entrata illegale santificata dal $uo P$) è diventato necessario precisare che non si rispettano solo gli accordi internazionali che impongono di far entrare tutti, ma anche quelli che consentono di mandar via qualcuno. Perché c’è chi orgogliosamente propugna la legalità a senso unico. Ossia il rispetto delle leggi solo quando “piacciono”. Vero kompagnuzzi?
Muri sul confine
Oltre all’ovvietà di applicare gli accordi di Dublino, il Mario non dice come si pensa di impedire ai finti rifugiati con lo smartphone di varcare le nostre frontiere. Eppure è evidente che il tema è questo. Se a Como, come prevedono gli stessi italiani, tornerà a scoppiare il caos asilo, gli accordi di Dublino non basteranno di certo a tutelarci. Ci vogliono invece i muri sul confine. Come quello che l’Austria ha minacciato di erigere sul Brennero. Visto poi che Berlino ci accusa di avere le frontiere a colabrodo, che lasciano filtrare troppi migranti economici in Germania, per la costruzione del muro sul confine con il Belpaese possiamo tranquillamente chiedere una partecipazione finanziaria agli amici tedeschi.
Nei Grigioni…
Nel frattempo, a testimonianza della gravità della situazione, il Gran Consiglio grigionese (!) ha chiesto il potenziamento delle guardie di confine. Mercoledì il parlamento retico ha accettato due atti parlamentari in questo senso. E sì che i Grigioni non si trovano certo nella nostra situazione. Non sono incuneati nell’Italia.
Domandina facile-facile: se i grigionesi si preoccupano, cosa dovremmo fare noi? Ah già, ma dalle nostre parti chi aiuta dei clandestini ad entrare illegalmente viene medagliato dai moralisti a senso unico, anche quando si ritrova sul groppone i decreti d’accusa.
E noi?
Il parlamento grigionese si mobilita, e noi? Forse sarebbe il caso che anche il Ticino istituzionale pretendesse il potenziamento della sicurezza delle frontiere. Il controllo della porta sud del paese è in tutta evidenza un problema che riguarda la totalità della Svizzera. Oltregottardo faranno bene a prenderne atto. E’ troppo facile disinteressarsi lasciando il nostro Cantone nalla palta. Facile, ma controproducente. Perché poi i migranti economici vengono distribuiti in tutta la Confederella. Anche se i kompagni di UNIA, sempre contro il Ticino, vorrebbero che ce li tenessimo tutti noi ed i romandi. Secondo questi illuminati $indakalisti ro$$i, i finti rifugiati vanno piazzati in quei Cantoni di cui conoscono la lingua. E visto che i giovanotti magrebini se la cavano con il francese e l’italiano, ma ignorano il tedesco…
“Devono entrare tutti”
Intanto dalla vicina Penisola ci giungono a ripetizione notizie sulle prodezze dei sedicenti profughi. Ad esempio, la domenica di Pasqua una gang di una sessantina di migranti, tra i quali numerosi minorenni, ha imperversato sul treno regionale Ventimiglia-Torino, combinandone di tutti i colori e tenendo il convoglio in ostaggio per ore. Venerdì a Milano, nel piazzale davanti alla stazione centrale, un gruppo di finti rifugiati ubriachi ha aggredito i militari dell’operazione strade sicure. Questa è la “brava gente” che tenterà prossimamente di entrare in Svizzera. Altro che perseguitati. Ma naturalmente per gli spalancatori di frontiere “devono entrare tutti”.
Lorenzo Quadri