Migliaia e migliaia di posti di lavoro bruciati, ma intanto l’invasione da sud continua?
I conti pubblici, per i noti motivi, non vanno bene.
A livello cantonticinese, quest’anno si annuncia un deficit di 250 milioni di franchetti. La crisi economica da stramaledetto virus cinese non pesa solo sui privati cittadini e sulle aziende. Pesa anche sulle casse pubbliche.
In prospettiva, nel prossimo quadriennio ci si aspetta che il debito pubblico del Cantone crescerà di un miliardo. Ed ovviamente i kompagni ro$$overdi, a manina con i radikalchic, pretendono di metterci una pezza aumentando le imposte. Ma col cavolo!
“Punto di partenza”
La $inistra tassaiola, non ancora contenta delle scellerate ecotasse ed ecobalzelli votati nella sessione autunnale delle Camere federali – tutti a firmare il referendum, scaricabile dal sito restare-ragionevoli.ch – vorrebbe infatti mettere ulteriormente le mani nelle tasche della gente. E già: non sia mai che l’ente pubblico rischi di non avere più i soldi per mantenere sontuosamente tutti i migranti economici in arrivo da paesi stranieri vicini e lontani che hanno trovato a casa nostra il Paese del Bengodi grazie all’immigrazione incontrollata.
A proposito di ecotasse ed ecobalzelli: quelli di recente votati dai soldatini della casta incadregati a Berna, che peseranno sui bilanci delle economie domestiche per migliaia di franchetti all’anno, non sono certo un punto d’arrivo. Sono un punto di partenza. I $inistrati ro$$overdi l’hanno detto chiaramente: questo è solo l’inizio.
La pretesa della casta
Con la scusa del virus, la partitocrazia chiude tutto, tranne le frontiere. Il discorso vale durante le ondate di contagio, ma varrà anche per il dopo. La scorsa primavera, non appena lasciata alle spalle l’emergenza sanitaria, la casta ha preteso come prima cosa il ripristino integrale della devastante libera circolazione delle persone. Quindi dell’invasione da sud!
Risultato: in questo sfigatissimo Cantone, a seguito del lockdown primaverile, sono state cancellate migliaia di impieghi. In ottobre eravamo già a quota meno cinquemila. Però i frontalieri sono ulteriormente aumentati, infrangendo la soglia dei 70mila. Ciò significa che il nostro territorio è diventato ancor più terra di conquista, con i ticinesi destinati a fare la fine degli indiani nelle riserve. Del resto, già adesso la maggioranza dei lavoratori attivi in Ticino non ha il passaporto rosso.
Non più sostenibile
Il governicchio federale vuole mandare in fallimento interi settori economici a suon di lockdown. Però sull’invasione da sud… niente da dire! Citus mutus!
Presto troppi cittadini svizzeri non avranno più nemmeno gli occhi per piangere. Ai morti per lo stramaledetto virus cinese si aggiungerà l’ondata di malattie psichiche e di suicidi dettati dalla disperazione. Però i politicanti non hanno gli attributi per dire ai balivi di Bruxelles che, vista la situazione, la devastante libera circolazione delle persone non è più sostenibile e non può proseguire. La Svizzera in generale ed il Ticino in particolare devono applicare la precedenza indigena. La libera circolazione va mandata subito in lockdown! E non per qualche settimana o mese, ma per i prossimi anni! Stop immediato al rilascio di nuovi permessi G!
Non serve il Mago Otelma
Ovviamente, visto il calabraghismo compulsivo di chi purtroppo ci sgoverna, non ci vuole il Mago Otelma per prevedere come andrà a finire. Una volta lasciata alle spalle la crisi sanitaria, migliaia e migliaia di ticinesi rimarranno senza lavoro e senza niente. Ma in contemporanea il numero di frontalieri e di padroncini italici continuerà ad aumentare. Per questo scempio sapremo chi ringraziare: la partitocrazia, a partire dai $inistrati. Quelli che vogliono chiudere tutto, a parte le frontiere che devono rimanere spalancate sempre, comunque e per chiunque!
E la stessa partitocrazia, quando i cittadini non avranno più nemmeno gli occhi per piangere, pretenderà di rapinarli con gli scellerati ecobalzelli in nome dell’isterismo climatico, e pure con aggravi fiscali per risanare i conti pubblici.
Scommettiamo che?
Quanto scommettiamo che la casta pretenderà di far pagare ulteriori tasse alla popolazione perché le casse statali sono vuote, ma i quasi 100 milioni all’anno di ristorni al Belpaese verranno versati regolarmente?
Tanto per chiarire: che a nessuno venga in mente anche solo di evocare l’ipotesi di aggravi fiscali, sotto qualsiasi forma ed in qualsiasi momento, se prima non saranno stati bloccati ed incamerati i 100 milioni (importo in continua crescita) che ogni anno il Ticino versa al Belpaese, e senza alcun motivo plausibile! Tanto più che i vicini a sud ci prendono per i fondelli da quasi 6 anni sul “nuovo” accordo sulla fiscalità dei frontalieri. Cosa aspetta il governicchio per darsi una mossa?
Lorenzo Quadri