Locarno: esecutivo favorevole al burkini. Il prossimo passo sarà il burkini per tutte?
E ti pareva! Il municipio di Locarno si oppone all’introduzione del divieto di portare il burkini nelle strutture balneari pubbliche, richiesto dalla Lega tramite mozione.
L’atto parlamentare contro il burkini venne presentato dall’allora Consigliere comunale leghista Aron d’Errico, e poi ripreso da Omar Caldara. A fine agosto dello scorso anno la maggioranza della commissione della legislazione del CC approvò la mozione, scatendando l’ira funesta degli odiatori ro$$i. Sul sito del P$ locarnese ancora si può leggere una sbroccata che denigra proposta e proponenti, come pure la maggioranza della commissione della legislazione (definita “scandalosa e patetica”). Volano accuse di razzismo e di “medioevo”. Bravi kompagni, applausi a scena aperta! Sicché, secondo voi, opporsi all’islam politico ed ai suoi simboli di conquista è “scandaloso e patetico”! Pretendere che in casa nostra valgono le nostre regole e non quelle dei talebani è “scandaloso e patetico”! Ed è più medievale imporre alle donne di andare in piscina vestite da palombaro – una tenuta che è pure anti-igienica – oppure vietare il burkini?
Burkini per tutte?
I $inistrati multikulti, bramosi di spalancare la porte a migranti in arrivo da “altre culture”, non integrati e non integrabili, otterranno tra non molto uno strepitoso risultato: le donne ticinesi non potranno più andare in piscina in bikini, se non vorranno venire molestate da bagnanti islamisti. Di queste dinamiche ne sa qualcosa la Svezia. La conseguenza a medio termine del no al divieto di burkini sarà il burkini per tutte. Questo è il “progresso” degli autocertificati progressisti. Avanti così che andiamo bene!
E’ poi anche il caso di ricordare che nell’agosto 2016 il governo francese proibì l’orrido scafandro.
Minareto umano
Tornando a Locarno: secondo l’esecutivo cittadino, il burkini non è un burqa in quanto lascia scoperto il viso e quindi (?) non pone problemi di sorta. Un po’ misero come argomento. Sarà anche vero che il burkini lascia scoperto il viso. Tuttavia, anch’esso manifesta la volontà di non adeguarsi alle regole del paese in cui usi vive. Il burkini ha in comune col burqa il fatto di rappresentare un simbolo di conquista islamista. Una sorta di “minareto umano”, dunque. E, come tale, non può essere accettato in casa nostra.
Chi non vuole mostrare la panza…
Ma il municipio di Locarno (o la maggioranza del medesimo) piegandosi al sacro dogma del multikulti – ovvero: tutti gli immigrati devono poter venire qui a vivere secondo le regole del paese d’origine, non secondo le nostre; e chi ha da ridire è un becero razzista – ne fa solo una questione di “pudore” delle donne che indossano il costume islamista. Si prende atto che secondo l’esecutivo cittadino ci si può buttare in piscina completamente vestiti “per questioni di pudore”.
Buono a sapersi.
Questo ovviamente deve valere per persone di entrambi i sessi e di tutte le religioni, altrimenti sarebbe discriminazione.
I signori e le signore che “per pudore” non vogliono mostrare pancetta o cellulite agli altri bagnanti sanno dunque come comportarsi nelle strutture balneari della città sul Verbano.
La perla
Una menzione la meritano le dichiarazioni del direttore del lido di Locarno, riprese nel rapporto di minoranza. “Piuttosto che introdurre nuovi divieti (…) meglio controllare chi non si fa la doccia prima di entrare, chi lascia le mutande sotto il costume (…)”. Bene, ci aspettiamo che il direttore del Lido verificherà scrupolosamente che eventuali bagnanti in burkini non indossino le mutande sotto la palandrana. O vuoi vedere che si troveranno scuse per sostenere che, nel caso concreto, questo “importantissimo controllo” non è fattibile?
La decisione sul divieto di burkini nelle strutture balneari spetterà comunque al Consiglio comunale. Che, speriamo, seguirà la maggioranza della propria commissione e non la minoranza multikulti appoggiata dal municipio.
Lorenzo Quadri