Intanto la partitocrazia vuole spalancare le frontiere quando gli altri le tengono chiuse
„L’eredità del virus? Sarà una montagna di debiti“. Lo storico dell’economia Thomas Straumann, professore presso l’università di Zurigo, è stato estremamente chiaro. Altro che autoerotizzarsi cerebralmente sulla spinta alla digitalizzazione grazie (?) al Covid. Altro che arrampicarsi sui vetri per teorizzare che lo stramaledetto virus cinese fornirebbe delle opportunità. Che già cianciare di opportunità in relazione ad una pandemia è roba da mettere in moto la macchina degli schiaffoni.
Interessante è la critica del professore ai politicanti che hanno prolungato ad oltranza il lockdown. E lo hanno fatto perché era comodo e popolare. Era popolare perché tanti cittadini (in ogni caso, più passa il tempo, più diminuiscono) sono stati resi isterici e terrorizzati da quella che qualcuno ha definito una dittatura mediatico-sanitaria. C’è anche chi ne ha approfittato per regredire e deresponsabilizzarsi. “Andate in letargo, ci pensa lo Stato a voi”: non solo gli anziani hanno recepito un messaggio del genere.
Se ne sono viste di ogni
Inizialmente si è alimentata l’illusione che con un paio settimane di clausura lo stramaledetto virus cinese si sarebbe levato dai piedi. Purtroppo è emerso che si trattava di una chimera: il covid non sparisce, bisogna conviverci.
E per conviverci occorrono dei segnali di normalità. Invece per lunghe settimane non si è persa un’occasione che fosse una per fare tutto il contrario. Il governicchio cantonale, evidentemente in stato confusionale, ha infilato una cappellata via l’altra. Questo mentre la stampa di regime, a partire da quella di sedicente servizio pubblico, invece di esercitare il proprio ruolo critico slinguazzava giuliva. Se ne sono viste di ogni: dalla scellerata decisione di cancellare elezioni e votazioni “per motivi psicologici” – quando si trattava invece di fare il gioco della partitocrazia che ha rifiutato di chiudere le frontiere con il Belpaese, col risultato di IMPESTARE il Ticino, e pertanto rischiava l’asfaltatura alle urne – ai divieti di spesa illegali per gli anziani, conditi da allarmanti derive da Stato di polizia. Invece di pretendere misure alle frontiere, il governicchio è andato a Berna a perorare finestre di crisi per tener chiuso tutto, anche ciò che non aveva alcun senso chiudere. Risultato? Peggiorare ulteriormente la crisi economica, occupazionale e sociale che ci sta piombando addosso.
Triciclo, vergogna!
E cosa succederà nell’immediato futuro? Prevederlo è fin troppo facile. La partitocrazia cameriera dell’UE pretende l’apertura globale delle frontiere ed il ripristino integrale della devastante libera circolazione delle persone. Senza vergogna, la ministra PLR Karin Keller Sutter (Ka-Ka-eS) ha avuto il coraggio di sostenere, nell’ambito di un’intervista raccolta in ginocchio dal Corriere del Ticino, che in questo periodo di lockdown la popolazione avrebbe imparato il valore della libera circolazione delle persone. Certo, la popolazione ha capito benissimo che la libera circolazione delle persone, voluta dalla partitocrazia PLR-PPD-P$$ (Verdi anguria ovviamente inclusi) ci ha IMPESTATI. Quindi deve saltare. Cosa dobbiamo attenderci? In Ticino il lockdown prolungato ad oltranza provocherà una strage di posti di lavoro. Dal canto suo, la situazione italiana sarà semplicemente catastrofica. Il risultato sarà evidentemente un assalto alla diligenza del mercato del lavoro ticinese da parte di cittadini italici. Una guerra tra poveri, da cui i ticinesi usciranno con le ossa rotte. Ma la ministra PLR Ka-Ka-eS pretende che i cantoni ricomincino a rilasciare permessi G e BB a spron battuto, come se niente fudesse.
Conviverci si deve
E’ stato fin troppo facile, nelle scorse settimane, contrapporre le necessità di salute ed economia, come se i cittadini non avessero bisogno di lavorare per mangiare. Come se lo Stato – ovvero sempre il contribuente – potesse mantenere tutti a tempo indeterminato. Nel frattempo è diventato evidente che il virus rimarrà tra noi e quindi non avremo altra scelta che conviverci. Invece di pensare a come giustificare le chiusure, i politicanti avrebbero dovuto preoccuparsi delle aperture in sicurezza. E’ evidente che misure di igiene accresciute, distanza sociale e soprattutto le mascherine minimizzano il rischio di contagio. Il settore sociosanitario, tanto per citare un esempio, ha lavorato in queste condizioni. Lo possono fare anche gli altri. Invece di promuovere con decisione queste misure ed in particolare l’uso delle mascherine, i politicanti hanno puntato sul lockdown terrorizzando di proposito la popolazione. Mai una volta che parlassero dei costi di questa misura. Nessuno è in grado di dire se la finestra di crisi abbia effettivamente salvato delle vite o se si sia trattato di una finestra di marketing. Quello che anche il Gigi di Viganello può affermare con certezza è che:
- Se si fossero chiuse le frontiere subito, come da richiesta della Lega, non ci sarebbe stato bisogno del lockdown;
- La crisi economica da lockdown costerà anch’essa delle vite. Porterà come minimo al raddoppio della disoccupazione e ad una pletora di fallimenti. Ci saranno persone rovinate che si suicideranno.
Troppo a lungo?
Non il Gigi di Viganello, bensì il Prof Straumann, sostiene che si è atteso troppo per l’uscita dal lockdown. Il Mattino ha cominciato a sollevare dubbi al proposito della chiusura integrale in tempi non sospetti. La stampa di regime invece, colpita da lecchinismo acuto, incensava il comandante della polizia cantonale e le sue allucinanti sortite sugli anziani da mandare in letargo e da riportare a casa di peso. Sortite che tra l’altro hanno alimentato l’odio intergenerazionale: l’anziano che si ostina (?) ad uscire di casa viene ora considerato, grazie al lavaggio del cervello statale, uno scriteriato e un untore.
I $oliti
Adesso sempre più gente si rende conto che non c’è altra via che la ripartenza ed il ritorno ad una simil-normalità. Fanno eccezione i $inistrati. Costoro immaginano che la gente possa stare in panciolle senza lavorare ma percepire ugualmente lo stipendio pieno, elargito non si sa da chi (o meglio, lo si sa fin troppo bene). Però sempre i $inistrati perorano la riapertura delle scuole con modalità ingestibili solo perché a pretenderla è il capodipartimento targato P$.
Che nessuno si sogni…
Una cosa è certa: la montagna di debiti di cui parla il Prof Straumann ha dei responsabili. Avrebbe potuto essere più bassa facendo scelte diverse. Quindi, che nessuno si sogni di aumentare le imposte. E che la casta si levi dalla testa gli ecobalzelli: non ce li possiamo più permettere. L’ente pubblico, dal canto suo, dovrà risparmiare. E lo farà sugli aiuti ed i regali all’estero, sull’asilo, sui sussidi agli stranieri, sulla kultura.
Inoltre, andrà chiarita fino in fondo la questione degli abusi nei prestiti a tasso zero garantiti dalla Confederella, ovvero dal contribuente. Perché poco ma sicuro che qui ci sono furbetti del quartierino – magari dell’italico quartierino – che si sono fatti gli attributi di platino con i soldi elargiti “in scioltezza” dalle banche: tanto, alla peggio, paga Pantalone.
Lorenzo Quadri