Ma come, non eravamo un paese di razzisti?

Le contraddizioni proseguono.
All’ONU, Paesi campioni del rispetto dei diritti umani quali il Pakistan e la Turchia, si permettono di puntare il dito contro la Svizzera accusandola di razzismo. Una volta si diceva che “il ridicolo uccide”. Evidentemente nel frattempo si è trovato l’antidoto.
La tesi, invero ridicola, della Svizzera razzista è accreditata “in casa” dalla $inistra. Questo accade un po’ per questioni professionali (creare per i kompagni posti di lavoro nei gremi antirazzismo lautamente pagati dal contribuente), un po’ per interesse politico, ossia reclutare nuovi elettori tra i neo-svizzeri.
I campioni di diritti umani Turchia e Pakistan i quali, dalle loro cadreghe onusiane, credono di poter calare lezioni alla Svizzera vengono comunque, ahiloro, rapidamente smentiti dai dati statistici, e questo a “stretto giro di posta”.
Infatti dai dati pubblicati di recente dalla Confederazione si “scopre” che il numero di stranieri residenti in Svizzera continua a crescere a ritmo forsennato. Gli stranieri residenti sono infatti ormai quasi 2 milioni, per l’esattezza 1 milione e 804mila, pari al 22.7% della popolazione.
Questa cifra è tuttavia taroccata per almeno due motivi.
1) non tiene conto delle naturalizzazioni facili. Ogni anno in Svizzera vengono naturalizzate circa 50mila persone. Ciò fa diminuire ulteriormente il numero degli stranieri che figurano nelle statistiche;
2) non tiene conto (evidentemente) del fenomeno del frontalierato, che ha ormai raggiunto, specie in Ticino, proporzioni assolutamente insostenibili. Non si può discutere sulla presenza di stranieri in Svizzera senza considerare questo aspetto fondamentale.

Immigrazione nello Stato sociale
Dato di fatto è, dunque, che il numero degli stranieri presenti in Svizzera continua ad aumentare a pieno regime. Con tutti i problemi che ciò comporta e comporterà in futuro. Infatti il modello multikulturale dei politikamente korretti fautori delle frontiere spalancate è “completamente fallito”.
Allarmante è in particolare il problema dell’immigrazione nel nostro Stato sociale. Che infatti i cittadini stranieri siano indispensabili per finanziare l’AVS, teoria con cui non solo il $inistrume, ma anche alcuni strapagati funzionari federali amano riempirsi la bocca, è una panzana di proporzioni epiche. Infatti gli immigrati non coprono i loro di costi pensionistici, figuriamoci se coprono i nostri. Per non parlare dello scandalo dei permessi B “perpetui”. Ossia, persone (cittadini UE) che, in virtù della devastante libera circolazione delle persone, ottengono un permesso B che li autorizza a stabilirsi in Svizzera per esercitare un’attività lucrativa.
Capita poi che l’attività lucrativa si riveli uno specchietto per le allodole. Ma lo straniero in questione, invece di dover lasciare il paese non essendo più dati i presupposti per la sua permanenza (ossia l’esercizio dell’attività lucrativa), rimane in Svizzera a carico del nostro Stato sociale, da cui attinge senza aver mai contribuito. Altro che “immigrazione uguale ricchezza”, come vaneggia qualcuno!
Una cosa comunque è certa: se la Svizzera fosse un paese razzista, il numero degli stranieri presenti sul nostro territorio dovrebbe semmai diminuire. Invece cresce e, come si è visto, cresce col “turbo”.
Quindi: plateale smentita delle censure dell’ONU all’indirizzo del nostro paese ed anzi, le Nazioni unite dimostrano per l’ennesima volta di ciurlare nel manico.
Lorenzo Quadri