Altro che continuare a menarla con il disco rotto del “bisogna aprirsi”! Le cifre dimostrano che bisogna fare proprio il contrario

In Ticino la popolazione residente ha conosciuto un’impennata nel 2013. Gli abitanti del nostro Cantone, apprendiamo dai media, hanno raggiunto quota 346’539 unità.  L’aumento annuo è stato di 4887 persone. Di queste quasi 5000 persone in più, i due terzi sono stranieri. La quota di stranieri sale così al 27.2%.

Ohibò, qui i conti non ci tornano. Ma come, il Ticino non doveva essere un paese di razzisti e di xenofobi? Gli pseudo moralisti da tre e una cicca, i politikamente korretti, gli spalancatori di frontiere e rottamatori della Svizzera, nonché i soliti kompagnuzzi e radikal-chic, non continuano  a ripetere come dei dischi rotti che nel nostro paese di  beceri razzisti gli stranieri sarebbero discriminati (quando semmai accade l’esatto contrario)? Ma se è così, perché il numero di stranieri continua ad aumentare in modo esponenziale, segno dunque che non si trovano poi così male alle nostre latitudini?

Da notare che in questi giorni quelli che continuano a menarla con le aperture e con la multikulturalità completamente fallita non hanno fatto un cip a commento di questi nuovi dati statistici sulla popolazione straniera che vive in Ticino. Forse perché ne emerge in maniera plateale che la loro manfrina del Ticino razzista è una balla clamorosa, fondata sul nulla?

 

Il bavaglio

I termini della questione sono chiari. La solita parte politica ed i suoi media di servizio si servono, in modo strumentale, dell’accusa di “populismo e razzismo” come un bavaglio per mettere a tacere, delegittimandolo come un “becero razzista”, chi non è d’accordo di far finire i Ticinesi come gli indiani nelle riserve (vedi il noto manifesto della Lega). E poi gli stessi del mantra del populismo e razzismo si sciacquano la bocca con la libertà d’espressione – ma solo per i “loro”. Perché a chi li contraddice sono i primi a volerla togliere.

Ma i loro castelli di carte – che utilizzano a sproposito il concetto (penalmente rilevante) di “razzismo” per scopi di campagna elettorale, ovvero denigrare e delegittimare l’odiata Lega e gli odiati leghisti – si scontrano con la realtà dei fatti. Le bugie hanno le gambe corte.

Nei giorni scorsi si è appreso che nella vicina Penisola l’Ordine dei giornalisti ha aperto una procedura disciplinare nei confronti di Magdi Allam accusandolo di “islamofobia”. Sicché proprio coloro che la libertà d’espressione dovrebbero difenderla per missione, ossia i giornalisti, sono i primi ad affossarla perché bisogna slinguazzare il multikulturalismo politikamente korretto ed i suoi fautori. Brutto, bruttissimo segno. E la realtà nostrana, anche quella mediatica, non è diversa.

 

Aprirsi? Bisogna fare il contrario!

Andare a dire ad un Paese dove quasi il 30% degli abitanti sono stranieri e dove i due terzi dell’aumento della popolazione è dovuta a stranieri è “razzista”, fa ridere i polli.

E’ evidente che in un paese del genere non bisogna affatto “aprirsi”, come pappagallano a mo’ di disco rotto gli autocertificati detentori della morale e di ciò che è giusto per definizione. Bisogna fare l’esatto contrario.

Come mai il numero degli stranieri in Ticino aumenta con questo ritmo? Forse perché mentre gli stessi Stati membri UE rimandano indietro chi non è in grado di mantenersi da solo, gli svizzerotti mantengono tutti? Ed invece di combattere gli abusi, la direttrice del DFE vuole  fare cassa raddoppiando le stime immobiliari ai proprietari di una casetta o di un appartamento…

Lorenzo Quadri