In Consiglio nazionale, durante la sessione in corso, si è discusso anche dell’ennesima iniziativa fuori di zucca della $inistra, iniziativa volta ad abolire l’imposizione forfettaria per i ricchi stranieri che non esercitano attività lucrativa in Svizzera. La proposta è stata affossata dalla maggioranza, e ci sarebbe mancato altro: in Ticino, ad esempio, i “globalisti” sono quasi 800, per un gettito di quasi 80 milioni di Fr annui. Secondo la $inistra, bisognerebbe rinunciare a queste entrate, perché i ricchi stranieri, se pagano le tasse a forfait in Svizzera, poi non le pagano nel paese d’origine sicché a questi Stati mancano delle entrate. Qui qualcuno ha veramente perso la bussola. Noi facciamo gli interessi del nostro paese; se gli stati d’origine dei globalisti hanno un fisco predatorio al punto da mettere in fuga i migliori contribuenti, il problema è solo loro e non nostro. Di certo non siamo masochisti al punto da ridurre le nostre entrate fiscali per aiutare paesi che oltretutto ci hanno dichiarato guerra economica. Stati che ci mettono su liste nere illegali, che comprano dati bancari rubati, che vogliono mandare a catafascio la nostra piazza finanziaria. L’unica risposta a simili paesi è quello di rendere ancora più attrattivo il nostro per gli stranieri ricchi. Quelli che ci portano tanti soldi. Perché di stranieri che vengono in Svizzera per attingere al nostro stato sociale ce ne sono già troppi ed anzi, è tempo di rimandarne a casa qualcuno.
Fermi al palo da un decennio
Questa parentesi federale ci ricorda che in Ticino da troppo tempo non si procede a sgravi fiscali: ormai siamo fermi al palo da un decennio. Ancora una volta, l’unica forza politica a proporre sgravi fiscali è la Lega dei Ticinesi, con l’iniziativa popolare, riuscita con ampio margine, da 115 milioni a vantaggio dei redditi bassi (tramite innalzamento del livello d’esenzione), come pure del ceto medio ed alto; delle persone giuridiche (per 47 milioni di Fr) come pure di quelle fisiche (il rimanente).
L’iniziativa popolare della Lega è pendente in Gran Consiglio dove, come di consueto, si fa melina.
Non si svuotano le casse
Il Gran Consiglio del Canton Vallese ha di recente approvato una revisione della legge fiscale a vantaggio soprattutto del ceto medio, per un ammontare di ca 40 milioni. Non si tratterà di mega-sgravi, ma meglio di niente. In particolare, meglio del niente che da un decennio caratterizza la politica fiscale di questo Cantone.
Evidentemente alle nostre latitudini non ci si rende conto che un fisco competitivo è un elemento essenziale. E, soprattutto, che non è affatto vero che gli sgravi fiscali svuotano le casse pubbliche. E al proposito le cifre parlano chiaro. Infatti la politica di sgravi fiscali attuata dal 1996 al 2003 ha fatto aumentare le entrate cantonali. Il gettito delle persone fisiche è passato da 655 milioni nel 1996 a 785 nel 2010 (+19,8%). Quello delle persone giuridiche è aumentato da 188 milioni (1996) a 322 (2010): +71.3%.
Gli sgravi, dunque, fanno aumentare il gettito fiscale attirando buoni contribuenti. E i buoni contribuenti sono preziosi, soprattutto per il Ticino, dove il 2% dei contribuenti paga il 27% delle imposte. Al proposito, il centro di competenze tributarie della ro$$a SUPSI, che di sicuro non è un covo di leghisti, parla di “conseguenze devastanti sulle entrate cantonali” se non si tiene in considerazione, e si previene, il possibile esodo di ricchi.
E come bisogna tenere conto degli alti redditi, bisogna pure tenere conto del ceto medio, quello che non riceve alcun aiuto (né di cassa malati, né altro) e paga le tasse fino all’ultimo centesimo.
Gli sgravi fiscali proposti dalla Lega, del valore di 115 milioni, costituiscono meno del 4% delle entrate cantonali.
Tentare di far credere che a seguito di questo 4%, che verrà peraltro presto ampiamente recuperato con l’arrivo di nuovi contribuenti, come dimostra l’esperienza passata, si chiuderanno scuole ed ospedali, non è che l’ennesima fandonia in funzione antileghista messa in giro dal partito trasversale delle tasse.
Lorenzo Quadri