In Svizzera 25% di stranieri. E’ forse per questo che il CF teme la terza ondata?
Intanto i vaccini arrivano (forse) prima del previsto. Ma senza vergogna i governi cantonali si lamentano di non essere pronti. A casa!
L’economia e la popolazione rispettosa delle regole vengono vessate con chiusure decretate a casaccio. Intanto la gente continua ad ammassarsi nei mezzi pubblici strapieni, nei grandi magazzini, negli spazi urbani (vedi pensilina dei bus a Lugano) eccetera eccetera. E ieri sulla stampa d’Oltralpe sono comparse le foto degli aeroporti svizzeri presi d’assalto nel fine settimana. Con i viaggiatori ammucchiati come pecore senza alcun rispetto delle distanze e delle disposizioni sanitarie. E qualcuno, che probabilmente vive sul pianeta Marte, punta il dito contro la “voglia di viaggiare degli svizzeri (?) malgrado la pandemia da stramaledetto virus cinese”.
Ma stiamo scherzando?
Il Blick riporta che venerdì sera sono partiti da Basilea dieci aerei. Uno per Vienna, uno per Berlino, uno per Budapest, uno per Belgrado, due per Colonia e addirittura quattro per Pristina.
E qui la situazione comincia a chiarirsi.
Invito recepito
Non è vero che l’invito a stare a casa, lanciato dalle cosiddette “autorità”, non è stato recepito. E’ stato recepito eccome. In un paese dove un quarto della popolazione è straniera (in Ticino quasi un terzo), a cui bisogna ancora aggiungere tutti i beneficiari di naturalizzazioni facili, effettivamente la gente sta a casa per le feste: nel senso che torna a casa sua, nel paese d’origine.
Se in Ticino è boom di richiesta di tamponi per andare in Italia, non penserete mica che siano i sciuri Bernasconi che vogliono a tutti i costi vedere la fontana di Trevi proprio durante la pandemia! Sono, evidentemente, italiani residenti (naturalizzati compresi) che rientrano in famiglia per Natale.
Poi al rientro in Svizzera nessuno dei vacanzieri nel paese d’origine farà la quarantena, dal momento che ai confini nessuno controlla niente. Quest’estate è successa esattamente la stessa cosa. E dopo un po’, ma tu guarda i casi della vita, è partita la seconda ondata di contagi.
E chissà come mai i Cantoni più colpiti sono sempre quelli di confine? Forse perché le frontiere spalancate portano il virus, altro che “il covid non si ferma in dogana”, come è solito blaterare il kompagno Berset?
Al rientro…
Intanto che i vacanzieri nel paese d’origine si assembrano negli aeroporti, gli svizzerotti ligi alle regole rinunciano anche a vedere i parenti per Natale, oltre a subire le chiusure decretate a casaccio dal governicchio federale allo sbando. Ma vuoi vedere che i camerieri dell’UE in Consiglio federale hanno ordinato il simil-lockdown proprio in previsione dell’impennata di contagi al momento del ritorno in massa degli immigrati che sono andati a trascorrere le festività al natìo paesello, e che ovviamente rientreranno senza fare la quarantena?
Repulisti!
Unica buona notizia: incredibilmente, l’approvazione del vaccino è arrivata prima del previsto (?). Il vaccino Pfizer/BioNTech è stato omologato ieri dall’autorità elvetica preposta. Niente di spettacolare: in tanti paesi si sta vaccinando da settimane.
Eppure, e questo è proprio il colmo, la Conferenza dei governi cantonali senza vergogna si mette a piagnucolare: “siamo sorpresi, ci aspettavamo altre tempistiche, organizzare la campagna di vaccinazioni sarà una sfida”. Ma questi politicanti ci sono o ci fanno?
I Cantoni hanno dormito da aprile ad ottobre sul potenziamento delle cure intense. Adesso stavano dormendo anche sui vaccini. E hanno pure il coraggio di dirlo!
Lorsignori pensavano di prendersela comoda, di vaccinare la gente nel 2025 o giù di lì, e nel frattempo di decretare lockdown a raffica?
I governanti cantonali buoni solo a strillare che “bisogna chiudere tutto” perché i letti di cure intense, che LORO non hanno potenziato perché hanno trascorso sei mesi in letargo, sono pieni, e che non ancora contenti ronfano sui vaccini e ronfano pure sui tamponi di massa, non sono al loro posto. In ossequio al motto di questo sfigato anno pandemico: tutti a casa!
Lorenzo Quadri