Trasporti terresti e libera circolazione delle persone: due accordi disastrosi!
Il 4 settembre 2020 si terrà l’inaugurazione ufficiale del tunnel di base AlpTransit del Ceneri. La messa in servizio, invece, è slittata di alcuni mesi. Il che provoca danni milionari al Canton Ticino! Il ritardo sarebbe dovuto allo stramaledetto virus cinese (ormai diventato il coperchio per tutte le pentole). Secondo gli alti papaveri delle FFS, infatti, le disposizioni sanitarie rallenterebbero l’esecuzione di importanti lavori legati alla sicurezza dell’opera.
Per AlpTransit, come noto, il contribuente svizzerotto spende 25 miliardi. Paga per intero un’opera che verrà utilizzata dall’UE.
L’obiettivo principale di AlpTransit è di ridurre il traffico parassitario di camion stranieri in transito attraverso la Svizzera. Ma chi ci ha portato in casa questo traffico parassitario? Risposta: i soliti fallimentari accordi bilaterali. Nel caso concreto non si tratta della libera circolazione delle persone, bensì dell’accordo sui trasporti terrestri, che ha trasformato la Svizzera in un corridoio a basso costo per i TIR UE. Questo perché al momento della sua sottoscrizione il kompagno Moritz Leuenberger, allora ministro dei trasporti, calò le braghe davanti a Bruxelles accettando una tassa sul traffico pesante di entità irrisoria per i camion comunitari. Quando invece è ovvio che chi si limita ad attraversare parassitariamente la Svizzera, portandoci solo traffico ed inquinamento, dovrebbe pagare ben di più rispetto a chi effettua spostamenti interni.
Coincidenze
Eccoli qua i tanto decantati vantaggi (?) degli accordi bilaterali!
Per una curiosa coincidenza, la cerimonia inaugurale del tunnel di base Alptransit del Ceneri si terrà il 4 settembre. Quindi, circa tre settimane prima del 27 settembre, data in cui si voterà sull’iniziativa “per la limitazione”: ovvero quell’iniziativa popolare che chiede la disdetta della devastante libera circolazione delle persone. La votazione come sappiamo si sarebbe dovuta tenere il 17 maggio. Ma il governicchio federale l’ha rinviata perché temeva che, votando durante la pandemia da coronavirus, per la quale possiamo ringraziare le frontiere spalancate, l’iniziativa potesse passare!
La clausola
La libera circolazione fa parte del primo pacchetto di sette accordi bilaterali, assieme a quello su trasporti terrestri. Pacchetto gravato dalla famosa clausola ghigliottina (decade un trattato, decadono tutti). Con questa clausola, la partitocrazia spalancatrice di frontiere ama sciacquarsi la bocca ad oltranza.
Naturalmente dimenticandosi di un paio di cosette. Ad esempio:
- Per venire applicata, la clausola deve anche essere invocata;
- Perché mai l’UE dovrebbe volere la disdetta di accordi dai quali ci guadagna alla grande?
Evento di propaganda
L’inaugurazione della galleria di base del Ceneri si terrà dunque più o meno in contemporanea con l’arrivo nelle case del materiale di voto sull’iniziativa di limitazione. Ma tu guarda i casi della vita!
Il megalomane evento inaugurale – erano previsti 650 ospiti – ha dovuto essere cancellato. Tuttavia ci sarà una videoconferenza con i ministri dei trasporti dei vari paesi che confinano con noi. Il tema dell’incontro sarà, ovviamente, la valenza internazionale di Alptransit. E quanto ci scommettiamo che verrà tramutato in un’operazione di propaganda politica internazionalista, e quindi in una campagna di votazione contro l’iniziativa per la limitazione? Con la stampa di regime – a partire dalla Pravda di Comano – che ci andrà a nozze? E magari, tanto per non farsi mancare niente e già che ci saranno quali ospiti (virtuali) dei ministri dei paesi confinanti, si farà propaganda pure per lo sconcio accordo quadro istituzionale? Quello che la partitocrazia smania per sottoscrivere e che – per restare in tema di trasporti – tra le varie sciagure, se sottoscritto, ci obbligherà anche a spalancare le porte ai bisonti UE di 60 tonnellate?
Adesso è un dovere
Evitiamo dunque di farci turlupinare dalla propaganda della casta. La libera circolazione delle persone era già insostenibile prima dell’esplosione dello stramaledetto virus cinese. Figuriamoci adesso. La crisi economica da pandemia renderà evidente che gli stranieri UE immigrati in Svizzera per lavorare, se perderanno l’impiego non torneranno affatto al paese d’origine. Rimarranno in Svizzera a carico del generoso (con i migranti) Stato sociale rossocrociato.
Il nostro mercato del lavoro, come pure (ancora una volta) la nostra socialità, verranno presi d’assalto da cittadini UE. Senza la preferenza indigena, la conseguenza sarà un’ancora più drammatica sostituzione di lavoratori residenti con permessi B e G. Non per nulla, sotto le cupole federali, la partitocrazia smania perché questi permessi vengano di nuovo rilasciati a go-go; come se non fosse successo niente!
Tanti cittadini svizzeri resteranno senza un impiego, ma i politicanti del triciclo vogliono far arrivare frotte di lavoratori stranieri. Tanti artigiani e piccole imprese ticinesi saranno alla canna del gas, ma i politicanti del triciclo vogliono l’invasione di padroncini italici in nero!
Già prima dello stramaledetto virus cinese rottamare la devastante libera circolazione delle persone era una necessità. Adesso è un dovere!
Lorenzo Quadri