Interpellanza al Consiglio federale
Incertezze e danni alla piazza finanziaria ticinese
1) Il premier italiano Mario Monti ha indicato sabato 8 dicembre la propria volontà di dimettersi dopo l’approvazione delle leggi di stabilità e di bilancio. Ciò significa che il partner delle trattative per eventuali accordi fiscali con l’Italia viene a mancare. Non si sa cosa riservi il futuro politico della Vicina Penisola, né, quindi, quali prospettive abbiano le trattative finora condotte che – secondo le ultime dichiarazioni – avrebbero potuto portare alla conclusione di accordi fiscali ancora prima di Natale.
2) Contemporaneamente è circolata anche in Italia, battuta dall’agenzia Adnkronos, la notizia che il Consiglio federale starebbe preparando l’ulteriore indebolimento del segreto bancario per i clienti stranieri della piazza finanziaria svizzera.
3) sui media italiani continuano a circolare voci di accordi fiscali con la Svizzera con aliquote anche superiori al 30%, eventualità che avrebbe conseguenze disastrose per la piazza finanziaria ticinese (ma non sarebbe vantaggiosa nemmeno per l’Italia, in quanto i capitali non dichiarati di cittadini italiani attualmente sulla piazza elvetica semplicemente si involerebbero per lidi “esotici”, e il fisco della vicina Penisola rimarrebbe a bocca asciutta).
Chiedo al lod CF:
1) Come giudica il CF l’annuncio delle dimissioni del premier italiano Monti in relazione alle trattative fiscali tra Svizzera ed Italia? Non ritiene il CF che esso costituisca un valido motivo per congelarle?
2) Corrisponde al vero che il CF intende ulteriormente indebolire il segreto bancario per i clienti stranieri della piazza finanziaria svizzera? Per quali motivi ed in base a quali valutazioni? La conseguenza (prevedibile) sarà un successivo analogo smantellamento del segreto bancario anche per i cittadini svizzeri?
3) E’ consapevole il CF che notizie come quella di cui alla domanda precedente, così come pure le voci di accordi fiscali con l’Italia con aliquote inaccettabili – con l’Italia non è pensabile un’aliquota superiore al 10% -, stanno danneggiando la piazza finanziaria ticinese creando un’incertezza deleteria, e rischiano di generare un fuggi-fuggi di clienti italiani con pesanti conseguenze occupazionali? Come intende il CF rimediare a tale situazione?
Con la massima stima
Lorenzo Quadri
Consigliere nazionale
Lega dei Ticinesi