L’ex partitone ha fatto la parte dell’“utile idiota”, senza ricevere nulla in cambio
E’ manifesto: l’inciucio cadregaro contro natura tra ex partitone ed uregiatti ha giovato solo a questi ultimi. Il PPD ha salvato per il rotto della cuffia la seconda cadrega in Consiglio nazionale. E – dando per scontata la rielezione agli Stati dell’eurosenatore a vita Pippo “1.3 miliardi all’UE” Lombardi – il PPD continuerà ad essere clamorosamente sovrarappresentato all’interno della Deputazione ticinese a Berna: occuperà infatti tre posti su 10, ovvero il 33.3%. Quando il suo reale peso elettorale è della metà! Per contro, se Marco Chiesa non dovesse farcela al ballottaggio, l’area sovranista, che in Ticino pesa il 30%, si troverebbe con due soli rappresentanti su 10 a Berna. Per questo è importante sostenere Chiesa in vista del 17 novembre.
La Peppa Tencia
Dal canto suo l’ex partitone non solo domenica ha lasciato sul campo altri punti percentuali, scendendo ai minimi storici, ma rischia di perdere il cadregone al Consiglio degli Stati, che occupa da ere geologiche. E’ la dimostrazione che, malgrado abbracci ed amplessi politici, il sostegno del PPD non è arrivato: il PLR è rimasto con la Peppa Tencia in mano. Al punto che domenica Giovanni Merlini, a spoglio ancora in corso, a fronte del proprio deludente risultato personale ha invocato il sostegno della $inistra. Ma come: non c’era l’inciucio di centro concepito proprio contro la “destra” e la $inistra? Però l’aspirante senatore liblab non esita un secondo ad invocare l’aiuto dei kompagni? Cosa non si fa per la cadrega! O vuoi vedere che il buon Merlini si è reso conto dell’inaffidabilità dell’alleato ufficiale e quindi considera terminato il matrimonio? Del resto gli uccellini cinguettano che di schede per il Consiglio degli Stati con crocette a Lombardi e Merlini non ce ne fossero poi tante. Il duo “Merlinardi” (Merlini + Lombardi) o “Lombardini” (Lombardi + Merlini), politicamente uno la fotocopia dell’altro, ha fatto flop tra gli elettori.
Intanto il presidente del PPD Fiorenzo Dadò si è affrettato a mettere le mani in avanti: noi abbiamo mandato lettere ed invitato i nostri simpatizzanti a votare anche Merlini, ma non possiamo obbligarli. Per la serie: in pubblico ostentiamo di aver fatto i compiti; ma poi sotto sotto, uregiatescamente…
Nel panico
In casa dell’ex partitone intanto il panico dilaga. Il presidente Caprara sul bollettino liblab “Opinione liberale” (più redattori che lettori) scrive, in relazione al ballottaggio per il Consiglio degli Stati: “Sono preoccupato per il risultato del primo turno. Non possiamo mandare agli Stati due candidati che si annullano a vicenda”. Per poi aggiungere la clamorosa panzana che a Berna i due partiti del cosiddetto centro avrebbero “lavorato per gli interessi del Ticino”.
Ohibò! Quest’ultima affermazione è semplicemente penosa: a Berna, il “centro” ha sempre votato CONTRO la volontà dei ticinesi sui temi fondamentali per il futuro del Cantone. Spiace semmai che questo atteggiamento non sia stato adeguatamente “ricompensato” dalle urne la scorsa domenica con una più che meritata asfaltatura.
L’ex partitone, poi, si fa schiacciare gli ordini da Economiesuisse, ovvero il club dei manager stranieri delle multinazionali che bramano di svendere la Svizzera all’UE per ingrassarsi ulteriormente il borsello. Altro che difendere il Ticino!
Si prende comunque atto che il presidente PLR dichiara ufficialmente che i due candidati euroturbo Merlini e Lombardi sono uno la fotocopia dell’altro. Ma allora, mandarne uno solo agli Stati basta e avanza!
Certo che per il PLR perdere la cadrega alla Camera alta dopo averla occupata per secoli sarebbe una vera débâcle. Con conseguenze lampanti sulla presidenza del partito.
Lorenzo Quadri