Accordo sui frontalieri: arenato nel senato italico a causa della guerra

Scusate ma ci scappa da ridere! E’ evidente, e da anni, che il Belpaese non ne vuole sapere di firmare il nuovo accordo sulla fiscalità dei frontalieri. Il quale accordo, lo abbiamo ripetuto fino alla nausea, è di per sé una mezza ciofeca. Certo: per noi è un po’ meglio della situazione attuale (sai che sforzo…). Ma la parte del leone la fa la vicina Penisola.

Ed infatti, ma tu guarda i casi della vita, apprendiamo che l’accordicchio in questione si è arenato nella Commissione esteri del senato italico. Il motivo: la guerra in Ucraina. Cosa c’entra con i frontalieri? Un tubo, ovviamente. Ma al di là della ramina (e non solo lì) la guerra si è rivelata una pacchia per i politicanti in costante fregola di visibilità mediatica. I quali hanno buon gioco nel fare a gara a chi le spara più grosse, con l’obiettivo di apparire sui giornali e di farsi invitare ad inguardabili talk show. Accade dunque che il presidente della Commissione esteri, un esponente del Movimento 5 Stalle, se ne sia uscito con sbroccate filoputiniane. Risultato: dimissioni degli altri membri e Commissione paralizzata fino alla rinomina (il diretto interessato, ça va sans dire, non si sogna di rinunciare alla cadrega ed ai relativi emolumenti).

Ed in queste imbarazzanti beghe da asilo Mariuccia si arena l’accordo sulla fiscalità dei frontalieri. Passata la guerra in Ucraina (speriamo il prima possibile) ci saranno altre scuse per non giungere alla firma. Tanto – si dicono i vicini a sud – gli svizzerottifessi si sono fatti mungere per quasi 5 DECENNI, sicché possono andare avanti così!

Domandina facile facile: fino a quando pensiamo di farci menare per il lato B?

Disdire unilateralmente la Convenzione del 1974 e bloccare i ristorni!

Di MILIARDI al Belpaese ne abbiamo regalati abbastanza.

Ricordiamoci che il Lussemburgo, Stato membro UE, per i frontalieri attivi sul proprio territorio, non ristorna un copeco a Francia e Germania!

Lorenzo Quadri