I burocrati federali fanno di tutto e di più per esaltare gli accordi di Schengen/Dublino
Quando si dice l’informazione pilotata! Per la serie: “ma tu guarda i casi della vita”, di recente la SEM, Segreteria di Stato per la migrazione, ha reso noto che in Svizzera i rimpatri di finti rifugiati con il sistema Dublino funzionerebbero a meraviglia. Il sistema Dublino prevede in sostanza che le domande d’asilo vengano trattate nello Stato in cui sono depositate.
Mai per caso
Certe notizie non escono mai per caso. Escono per un motivo. Per trasmettere un messaggio. Ed il messaggio che i burocrati della SEM intendono far passare è il seguente: “bisogna salvare gli accordi di Dublino!”.
Ohibò. Come tutti sanno, è da vario tempo che il “sistema Dublino” viene messo in discussione a livello di Unione europea. Non risulta però che i camerieri dell’UE in Consiglio federale si siano tirati giù la pelle di dosso in sua difesa. Perché, dunque, questo improvviso entusiasmo?
Il 19 maggio
La risposta è semplice. Perché il 19 maggio si voterà sul recepimento in Svizzera del Diktat comunitario che vuole togliere ai cittadini onesti il diritto a possedere armi che si trovano normalmente in commercio.
Del tutto inutile nella lotta al terrorismo ed alla criminalità, il Diktat in questione è contrario alle nostre leggi, alle nostre tradizioni, alla nostra volontà popolare. Si tratta dell’ennesimo atto di arroganza, con cui i burocrati di Bruxelles pretendono di comandare in casa nostra. Ciononostante, il triciclo PLR-PPD-PSS, come sempre succube di Bruxelles (a cui regala addirittura i miliardi del contribuente) ha deciso di chinarsi a 90 gradi anche questa volta. Il 19 maggio il popolo avrà la possibilità di sconfessarlo respingendo la direttiva comunitaria. Una possibilità che è anche un dovere.
Terrorismo e ricatti
Non avendo uno straccio di argomento a sostegno dell’ ennesima invereconda calata di braghe, ecco che la partitocrazia, per convincere il popolo a seguirla, ricorre al ricatto ed al terrorismo. S’ inventa dunque la panzana secondo cui un No popolare al Diktat UE provocherebbe l’espulsione della Svizzera dall’accordo di Schengen, paventandone poi le conseguenze apocalittiche.
Evidentemente, si tratta di frottole. L’UE non ha alcun interesse a buttar fuori la Svizzera da Schengen. Al contrario, ha tutto l’interesse che vi rimanga.
Panna montata
Come logica vuole, per dare maggior peso alla fanfaluca sull’espulsione della Svizzera da Schengen/Dublino, si magnifica la portata di detti accordi. Ecco dunque proliferare i tentativi truffaldini di spacciarli per trattati di importanza capitale.
Sicché saltano fuori gli studi farlocchi, basati sul nulla, che ci raccontano favolette fantasiose su quanto costerebbe alla Svizzera l’uscita da Schengen. Da notare, per inciso, che detti accordi sono applicati nel nostro Paese dal 2008; forse che prima di quella data vivevamo in condizioni terzomondiste?
E adesso saltano fuori pure i presunti strepitosi successi del trattato di Dublino. Trattato che però, come detto, viene messo in discussione all’interno della stessa UE.
Lavaggio del cervello
Siamo dunque davanti ad evidenti manipolazioni. Obiettivo: fare il lavaggio del cervello ai cittadini. La tattica non è affatto nuova. Venne utilizzata già nel 1992, nel tentativo di costringere i cittadini elvetici a votare l’adesione allo SEE. I votanti rifiutarono – determinante ai tempi fu il risultato ticinese – e nessuna delle previsioni apocalittiche si avverò. Ora la storia si ripete. Il 19 maggio, diciamo NO alla genuflessione davanti al Diktat disarmista dell’UE. I burocrati di Bruxelles non hanno alcun diritto di comandare in casa nostra!