Quando il silenzio sarebbe d’oro…
I kompagni perdono un’altra occasione per tacere. Sicché sul Corrierone di venerdì tocca leggere le elucubrazioni sulla piazza finanziaria del presidente del partito $ocialista ticinese, Saverio Lurati, il quale si permette addirittura di dare dell’ottuso ad un riconosciuto e stimato professionista quale Fabio Poma (che forse di piazza finanziaria ne capisce un po’ di più di Lurati).
E’ quindi bene per l’ennesima volta tornare a ripetere alcuni semplici concetti che devono però rimanere bene impressi.
Punto primo: il P$ della piazza finanziaria se ne è sempre fregato alla grande. Anzi, secondo l’etica (?) $ocialista, chi lavora in banca è sempre stato un po’ sospetto, uno che fa un lavoro sporco, e comunque un dipendente di serie B: non certo al livello di un funzionario statale o di un docente (ormai le uniche categorie che la $inistra nostrana rappresenta).
Punto secondo: chi, come il partito $ocialista, vuole lo scambio automatico di informazioni e quindi lo sfacelo della piazza finanziaria con conseguente distruzione di migliaia e migliaia di posti di lavoro in Ticino (non a livello svizzero: solo in Ticino) non è in nessun modo in condizione di ergersi a paladino dei bancari che finiranno in disoccupazione. Stiamo parlando di impiegati, non di supermanager. Gente che ha semplicemente fatto quello che gli veniva detto, nel rispetto delle nostre leggi. Questo “proletariato della piazza finanziaria” (per usare la terminologia dei kompagni) perderà il lavoro grazie alla $inistra e grazie a chi sostiene belle pensate quali la “Weissgeldstrategie” della ministra del 5% Widmer Schlumpf, eletta con i voti della $inistra, e del Consiglio federale che si fa portare a spasso dalla citata signora.
Punto terzo: vogliamo proprio vedere come e dove si ricicleranno professionalmente le migliaia di bancari ticinesi che perderanno il lavoro grazie alla politica di smantellamento del segreto bancario e quindi della piazza finanziaria che la $inistra fortemente vuole. Non c’è bisogno di grandi studi per sapere che, tra queste persone, ci sono parecchi cinquantenni o ultracinquantenni che hanno lavorato per tutta la vita in banca. Siamo curiosi di vedere quale nuovo impiego troveranno, considerando che il mercato del lavoro nel settore terziario è intasato di frontalieri a basso costo; ciò a seguito della libera circolazione delle persone fortemente voluta, ma guarda un po’, sempre dalla $inistra. Ci penseranno i kompagni a trovare lavoro per tutti?
Punto quarto: la “Weissgeldstrategie” che tanto piace ai kompagni ha portato alla svendita, autorizzata dal Consiglio federale, di 10mila dipendenti di banca alle autorità inquirenti USA. E la scriteriata trasmissione di dati a Washington non è mica finita. Un governo che svende i propri concittadini in questo modo non si era mai visto. Ma naturalmente per il P$$ va tutto bene.
Punto quinto: a Berna il P$$ dice non solo di volere lo scambio automatico d’informazioni e quindi il licenziamento di migliaia di dipendenti della piazza finanziaria ticinese (dipendenti, mica supermanager, che quelli cadono sempre in piedi) ma di volere anche il rispetto della sovranità fiscale di Stati stranieri. Dov’è la ferma condanna per le sfacciate ed inqualificabili violazioni della nostra sovranità da parte dell’autorità italiane (guardie di finanza mandate a filmare i clienti delle banche ticinesi), francesi (spioni del fisco travestiti da turisti) e tedesche (acquisto di CD di dati rubati e insulti assortiti alla Svizzera)? Risposta: silenzio tombale della $inistra, per ovvi motivi: secondo la visione ro$$a, la sovranità elvetica va smantellata per portarci nell’UE.
Punto sesto: con simili premesse, quando si parla di posti di lavoro sulla piazza finanziaria, il P$ non è minimamente nella condizione di montare in cattedra, ma anzi, può solo tacere.
Lorenzo Quadri