Consiglio federale e maggioranza del Consiglio di Stato ticinese clamorosamente sconfessati dalla popolazione; e dimostrazione che partiti $torici, padronato, sindacati e compagnia cantante non rappresentano più nessuno. Quanto agli eurobalivi falliti: altro che “minacciare” e “mettere sotto pressione” la Svizzera; costoro possono solo prendere atto del risultato della votazione e tacere. Se gli eurobalivi sono privi di qualsiasi legittimazione democratica, in Svizzera il popolo è ancora sovrano. Alla faccia di Bruxelles

Nessuno avrebbe osato sperarci fino al giorno prima; in effetti nemmeno fino al giorno stesso. Eppure è accaduto: la maggioranza del popolo e dei Cantoni ha accettato l’iniziativa popolare “contro l’immigrazione di massa”. I cittadini elvetici vogliono tornare ad avere il controllo dell’immigrazione. Uno schiaffo all’arroganza degli eurobalivi falliti ed uno schiaffo all’arrendevolezza di un Consiglio federale con le braghe perennemente abbassate. I quali eurobalivi, non eletti da nessuno, possono solo tacere: purtroppo per loro, in Svizzera esiste ancora la sovranità popolare, e faranno bene a prenderne atto e a farsene una ragione. Altro che minacciarci! Non ci facciamo minacciare da nessuno; men che meno da loro.

A proposito: che nessun Consigliere federale o ambasciatore si sogni di andare a “scusarsi” con Bruxelles per il voto popolare, perché lo rimandiamo a casa a calci là dove non batte il sole.

Il Sì che ha vinto a livello nazionale, in Ticino  ha asfaltato, raggiungendo quasi il 70 per cento: per motivi ben noti. Chi ancora crede di poter delegittimare battaglie indispensabili al futuro del paese con il trito e patetico ritornello del populismo e del razzismo, se ne faccia una ragione: il trucchetto non funziona più.

Il “revival” del 6.12.1992

Come 21 anni fa, nel dicembre 1992, anche la scorsa domenica il risultato ticinese ha fatto la differenza.

 Se il risultato ticinese è sorprendente per la sua ampiezza, quello a livello federale lo è nella sostanza. Anche Cantoni che non hanno problemi di frontalierato, che non vivono lo scandalo degli svizzeri discriminati in casa propria (o almeno non nelle proporzioni in cui lo viviamo noi)  hanno sostenuto l’iniziativa. A dimostrazione che la scriteriata politica delle frontiere spalancate, mirata a distruggere la Svizzera, ha esasperato su più fronti.  Ad esempio quello della sicurezza: la criminalità straniera è esplosa, basti pensare che nel 1984 il 30% dei condannati in Svizzera era straniero. Oggi, a 30 anni di distanza, la percentuale è raddoppiata al 60%. Basti pensare che l’80% dei detenuti al penitenziario della Stampa non è cittadino elvetico.

Ad esempio l’identità: il Consiglio federale aveva promesso, mentendo, che con la libera circolazione delle persone si sarebbero trasferiti in Svizzera al massimo 10mila cittadini UE all’anno, invece ne arrivano 80mila. Che causano anche problemi sul mercato dell’alloggio.

Ad esempio la viabilità. I 60mila frontalieri e le decine di migliaia di padroncini che entrano in Ticino tutti i giorni, uno per macchina, non sono una fantasia; tant’è che il Consigliere di Stato Zali ha annunciato provvedimenti, proprio all’indomani del voto. E via elencando.

Clamorosamente sconfessati

Il Consiglio federale è stato clamorosamente sconfessato dai cittadini. Non gli resta che prenderne atto e mettere in pratica la volontà popolare. Non si tollererà nessuna “melina”. Davanti al 70% dei ticinesi che ha voluto urlare il proprio  “basta” alla devastante libera circolazione illimitata, i 7 scienziati si spera siano consapevoli che, se cercano di fare i furbetti (?) per inginocchiarsi ancora una volta ai falliti UE – quelli che credono di poterci minacciare e ricattare malgrado siano in bancarotta – in Ticino la gente scenderà in piazza; e non ce ne sarà più per nessuno. Stesso discorso se qualcuno a Berna – ad esempio gli inquisiti della SECO o l’evasore fiscale Schneider Ammann – pensa di poter andare avanti a suon di “non è vero che…”.

Ma lo stesso monito vale, a maggior ragione, per il Consiglio di Stato. Ricordiamo infatti che tre consiglieri di Stato su cinque, ossia Beltraminelli, Sadis e Bertoli erano contrari all’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”. La maggioranza del Consiglio di Stato è stata per l’ennesima volta clamorosamente sconfessata dai cittadini; e non certo su un tema di poca importanza. Non permetteremo che questi signori e signora facciano finta di non essersene accorti. Non permetteremo che vadano avanti tranquillamente a fare le stesse cose che facevano – o piuttosto: che non facevano – prima della scorsa domenica, come se “niente fudesse”. In effetti, ce ne sarebbe più che abbastanza perché questi Consiglieri di Stato andassero a casa. E’ chiaro, dunque, che il cambiamento di marcia deve essere radicale e rapido. E’ finito il tempo dei cavilli, delle valutazioni da farmacista, del ritornello del “sa pò mia” in risposta ad ogni richiesta di intervento a tutela del Ticino. “Sa pò mia”? Ma scherziamo? Non solo si può; si deve.

Per la Lega ed il Mattino, il risultato di domenica scorsa – al cui cospetto chi è stato asfaltato dalle urne può solo cospargersi il capo di cenere e tacere – è il coronamento di 20 anni di battaglie.

Nella giornata trionfale di domenica c’era tuttavia una nota triste: l’assenza del Nano. Quella del 9 febbraio sarebbe stata la sua vittoria: noi gliela dedichiamo.

Lorenzo Quadri