Il Consiglio nazionale ne discuterà la prossima settimana: se ne sentiranno delle belle

La prossima settimana il Consiglio nazionale si esprimerà sull’iniziativa del Vicolo cieco. Trattasi dell’iniziativa lanciata praticamente il giorno dopo il “maledetto voto” del 9 febbraio (2014) con l’obiettivo di cancellarlo.

A promuovere una simile sconcezza sono, come noto, esponenti dell’élite spalancatrice di frontiere con i piedi bene al caldo. Gauche caviar, intellettualini, artistucoli. Le stesse cerchie, ma guarda un po’, che si oppongono istericamente all’insegnamento della civica nelle scuole. Chissà come mai? Forse perché il loro senso civico consiste nel rifiutare con stizza l’esito delle votazioni popolari che non condividono, tentando di far rifare le consultazioni?

La maggioranza della Commissione delle istituzioni politiche del CN, che ha esaminato l’iniziativa del vicolo cieco, propone di respingerla senza controprogetto. E ci mancherebbe altro. Tanto più che all’atto pratico è diventata del tutto inutile. A rottamare il “maledetto voto” ha già provveduto la partitocrazia PLR-PPD-P$. Il triciclo “iscariota” nel dicembre del 2016 ha stuprato la Costituzione federale e la volontà popolare. Ha trasformato un articolo costituzionale che prevede la preferenza indigena ed i contingenti all’immigrazione in un compromesso-ciofeca sull’annuncio agli URC dei posti di lavoro vacanti. Una sciocchezzuola che non limiterà per nulla l’immigrazione; e che, invece di sostenere l’occupazione dei residenti, finirà col favorire i frontalieri. Questo perché i senza lavoro ticinesi di lunga durata, che sono caduti in assistenza, spesso non sono più iscritti agli Uffici regionali di collocamento. Mentre i frontalieri potranno iscriversi in massa. Perfino il Consiglio di Stato ticinese si è accorto che il compromesso-ciofeca non vale una sverza. L’ha anche comunicato pubblicamente.

A proposito: non si sono più avute informazioni sul tentativo degli eurobalivi di scaricare i costi della disoccupazione dal paese di domicilio (situazione attuale) a quello in cui lavorano. Le conseguenze per la Svizzera e per il Ticino si possono facilmente immaginare.

Che senso ha?

Essendo stato il maledetto voto già stato rottamato dalla partitocrazia, c’è da chiedersi che senso abbia mettersi ancora a discutere sulla sconcia iniziativa del vicolo cieco. Va premesso che anche in questo caso, come già accaduto con l’iniziativa No Billag, il parlamento decide solo la raccomandazione di voto all’indirizzo dei cittadini. Di conseguenza, quanto decide conta come il due di briscola.

Nessun partito è così sconsiderato da dire sì all’iniziativa. Pretendere di cancellare le votazioni popolari praticamente all’indomani della chiusura delle urne è quanto di più assurdamente antisvizzero si possa immaginare. Però la cricca ro$$overde spalancatrice di frontiere, quella con l’adesione all’UE nel programma politico, propone un controprogetto. Anzi, ne propone due. Con quale obiettivo? Inserire nella Costituzione gli accordi internazionali – segnatamente la devastante libera circolazione delle persone. Una vera bestialità. In questo modo si statuirebbe anche la preminenza del diritto internazionale su quello costituzionale. Il sogno dei camerieri dell’UE!

L’unico controprogetto sensato

E’ dunque evidente che non solo l’iniziativa del vicolo cieco va spazzata via come merita, ma anche queste controproposte. E’ il colmo: il popolo sovrano vota per la limitazione dell’immigrazione ed invece si trova la libera circolazione senza limiti nella Costituzione?

Oltre a quella ro$$overde c’è però anche un’altra proposta di controprogetto, che viene dall’UDC. Essa chiede di applicare in modo credibile l’articolo 121 a. Quindi proprio il contrario di quel che vuole l’iniziativa del Vicolo Cieco.

Ora, in genere un controprogetto ad un’iniziativa popolare va nel senso dell’iniziativa. Questo va invece proprio della direzione opposta. Una provocazione, una presa in giro? Forse. E allora? Chi lancia iniziative del genere – che costituiscono un insulto alla maggioranza degli svizzeri e al 70% dei ticinesi – non merita altro.

Lorenzo Quadri