Mercoledì il Consiglio nazionale ha respinto per  97 voti contro 65 faveroveli (tra cui i due leghisti) e 11 astenuti  l’iniziativa della cosiddetta “mucca da mungere”. Malgrado il nome, però, i bovini non c’entrano. C’entrano invece gli automobilisti. Sono loro le mucche che vengono munte.

In cifre, oggetto del contendere è l’imposta sugli oli minerali, i cui introiti ammontano attualmente a circa tre miliardi di franchetti all’anno. La metà di questi finisce direttamente nelle casse generali della Confederella, a finanziare compiti che nulla hanno a che vedere con le strade e la viabilità. L’altra metà va invece ad alimentare il fondo speciale per il finanziamento stradale, che però non serve solo a finanziare le strade ma anche la ferrovia, i programmi d’agglomerato, eccetera. In effetti il finanziamento della mobilità a livello federale, ben lungi dall’essere lineare, nel tempo è cresciuto come un oscuro, contorto ed opaco puzzle in cui una sola cosa è chiara: gli automobilisti vengono “munti” per oltre 9 miliardi di Fr annui, ma solo una parte di questi soldi viene poi utilizzata a loro beneficio.

Principio di causalità

L’iniziativa vuole dunque ripristinare il principio di causalità, quello con cui i politikamente korretti amano riempiersi la bocca, ma naturalmente a corrente alternata, solo quando fa comodo. Vediamo al proposito come questo principio venga scandalosamente calpestato con la proposta, in votazione il prossimo 14 giugno, del canone obbligatorio per tutti: quella che dovrebbe essere l’esempio più chiaro di tassa causale (paga chi consuma) viene trasformata in un’imposta.

Nel caso concreto, principio di causalità vuol dire che i soldi prelevati dalla strada vanno utilizzati per finanziare la strada. E ce n’è bisogno. Gli automobilisti pagano, ma le loro necessità sono sempre in fondo alla lista. Perché, si dice, mancano i soldi. Mancano perché vanno a finire altrove! Però poi la Doris uregiatta, quella dei ricattini, se ne esce con proposte di aumenti massicci del prezzo del carburante per finanziare le strade. Non ci stiamo.

Ecotassa per i frontalieri

In materia di strade è evidente che, sempre in base al famoso principio di causalità, bisogna chiamare i frontalieri alla cassa. Essi pagano (se la pagano) la vignetta autostradale. Che è solo una parte minoritaria dei finanziamenti necessari alla strada. I frontalieri non pagano imposte di circolazione e quanto a fare benzina in Ticino… Le ecotasse per i frontalieri sono dunque un’esigenza di equità. Se la rete viaria in Ticino è collassata, è perché ci sono 30mila targhe azzurre in esubero sulle nostre strade. La causa è la devastante libera circolazione delle persone, voluta dalle stesse cerchie che vogliono mungere ad oltranza gli automobilisti. Però poi non investono nella strada perché gli automobilisti sono cattivi.

A tirare troppo la corda…

L’iniziativa della mucca da mungere va sostenuta non solo perché fa finalmente chiarezza nel ginepraio dei prelievi a carico degli automobilisti – ai quali viene chiesto sempre di più, ma la situazione viaria non migliora, poiché i soldi prelevati vengono dirottati – ma anche perché costituisce, finalmente, un segnale politico a sostegno di una categoria che, per quanto non sia certo una piccola minoranza (in Svizzera l’80% delle economie domestiche possiede almeno un veicolo) continua a venire discriminata a criminalizzata: evidentemente perché, a furia di moralismi politikamente korretti, si è fatto il lavaggio del cervello agli automobilisti, convincendoli di meritare il trattamento che ricevono. Ma a tirare troppo la corda, la si rompe. E la corda si è rotta al più tardi con il demenziale programma Via Sicura, in base alla quale un eccesso di velocità senza conseguenze pratiche viene sanzionato più duramente di una rapina. E’ ora di rimettere la chiesa al centro del villaggio e di prendere finalmente una posizione a favore degli automobilisti. L’iniziativa della mucca da mungere merita dunque un sì.

Lorenzo Quadri