L’espulsione degli stranieri che delinquono aspetta da due anni e mezzo
L’iniziativa Minder è stata accolta in votazione popolare. Un risultato che, probabilmente, non ha sorpreso nessuno.
Sorprendente semmai, per restare in tema, la posizione assunta sul tema dal PLR ticinese che, facendo strame di tutti i principi liberali, ha aderito all’iniziativa Minder in chiave puramente populista; ovviamente nel tentativo di guadagnare consensi in vista delle elezioni comunali di Lugano. In mezzo al guado, o (a seconda delle preferenze) col naso in mezzo alla faccia, sono rimasti i deputati liberali-radicali ticinesi a Berna che fin dall’inizio si sono spesi con convinzione a favore del controprogetto per poi vedersi sconfessare dal proprio partito, “a mezzanotte meno cinque”, in base a considerazioni di tipo “squisitamente” elettorale.
Anche ai kompagni $ocialisti, vale la pena ricordare che a Berna tutti i loro rappresentanti, dal primo all’ultimo, hanno votato il controprogetto. Dunque quest’ultimo proprio così scassato non poteva essere.
La lista d’attesa
Comunque, il voto popolare è stato chiaro. Di conseguenza, tutti devono ora remare affinché la volontà espressa dai cittadini venga tradotta in concrete norme legali. Per questa operazione però ci vorrà del tempo. Del resto il rischio della tempistica era stato evocato chiaramente in occasione del dibattito prima della votazione.
A differenza del controprogetto che sarebbe stato immediatamente applicabile, con l’iniziativa le cose vanno diversamente. Questo vuol dire che, in attesa della concretizzazione dell’iniziativa Minder, potrebbero verificarsi altri casi Vasella.
Al proposito, tuttavia, bisogna anche ricordare che prima dell’iniziativa Minder ce ne sono altre, anch’esse plebiscitate, che da troppo tempo languono nel limbo, in attesa di trovare applicazione. E’ il caso dell’iniziativa per l’espulsione degli stranieri che delinquono o che abusano del sociale. Questa iniziativa è stata votata nel novembre 2010. Quindi sono passati due anni e mezzo. Ma ancora non si vede nulla. Nel frattempo gli stranieri delinquenti, come pure quelli che abusano nel sociale, non vengono espulsi. Al contrario: rischiano addirittura di venire naturalizzati. Come nel caso dello sparatore di Menznau, spacciato per cittadino elvetico quando in realtà di trattava di un ex asilante kosovaro, naturalizzato in barba ad una condanna a 12 mesi di carcere (!) per banditismo. E non è certo un caso isolato. Basti pensare che, a livello cantonale, la stessa Sezione della popolazione si limita – come pubblicato in questo stesso giornale – ad ammonire cittadini stranieri delinquenti anche quando, per ammissione della stessa Sezione della popolazione, ci sarebbero i presupposti per un ritiro del permesso. E allora, se i presupposti ci sarebbero, perché non si procede subito al ritiro?
Qui c’è necessità immediata di agire. Perché si creano situazioni di pericolo. Sia per l’incolumità fisica di onesti cittadini che per le casse pubbliche (abusi sociali da parte di stranieri). Eppure, la volontà popolare viene di proposito ignorata in nome del politikamente korretto e della voglia matta di obbedire all’UE. Perché c’è gente che pretende che a comandare in Svizzera, alla faccia dei diritti popolari, siano gli eurobalivi di Bruxelles.
In materia di espulsione di stranieri delinquenti, la volontà dei cittadini svizzeri viene disattesa colpevolmente da due anni e mezzo. Ora, siccome non ci sono iniziative popolari di serie A ed altre di serie B, chi pretende l’immediata applicazione dell’iniziativa Minder dovrà mettersi in fila. Prima si sistema la questione dell’espulsione degli stranieri delinquenti. E’ una semplice questione di precedenze a livello temporale. Ma anche di equità. Infatti non si vede perché i cittadini che hanno votato l’espulsione degli stranieri che delinquono o che abusano del sociale debbano venire eternamente presi per il naso o per altre parti anatomiche. Il loro voto non vale meno degli altri.
Lorenzo Quadri