Gli isterismi che portano acqua al mulino della “scandalosa” votazione sul canone
L’isterismo sull’iniziativa popolare No Billag continua a crescere ed è ormai andato fuori controllo. Alcuni esempi degli ultimi giorni.
Nuova questua
Dopo quella del Gigio Pedrazzini con le polizze di pagamento intestate al PLR (!), il gruppo “amici della RSI” ha lanciato una nuova questua. Questi amici, sia ben chiaro, sono del tutto disinteressati. Come la loro coordinatrice, compagna Amalia Mirante, che – essendo del partito giusto, con le idee giuste – viene invitata dalla Pravda di Comano a giorni alterni (nel senso che un giorno è in TV a Comano, il giorno successivo in radio a Besso) a disquisire su qualsiasi cosa. Ohibò: ma quante collette intendono lanciare questi “amici” dell’emittente di regime per combattere i quattro gatti del comitato di sostegno al No Billag?
Il lavaggio del cervello che la RSI sta praticando da settimane, arrivando a strumentalizzare perfino il Vescovo, ancora non basta? Bisogna anche lanciarsi in operazioni di accattonaggio multiplo per finanziare una campagna in stile “candidatura alla Casa Bianca”? Ed il bello è che a Comano si dicono “sereni”… così “sereni” che tanti dipendenti dell’azienda passano la giornata sui “social” a sbroccare contro la “criminale” iniziativa ed i loro promotori.
Il PPD impallina il Gigio Pedrazzini
Per la maggioranza di centro-$inistra la RSI è sia riserva di cadreghe che strumento di mantenimento del potere che veicolo di propaganda elettorale per i propri politicanti. Sicché, anche la partitocrazia sta perdendo la bussola. Prova ne sia che il PPD ha lanciato un pubblico appello ai vertici dell’emittente di regime, affinché aboliscano subito il privilegio del canone, che i dipendenti della RSI al momento non pagano. A pagarlo per loro sono tutti gli altri. Si immaginano, gli “azzurri”, che il problema sia tutto lì? Che senza questo privilegio i ticinesi voteranno in massa contro il No Billag? Qualcuno crede ancora a Babbo Natale (vabbè che è stagione). Ma gli uregiatti, forse un po’ confusi dalle varie “tegole” che gli stanno cascando addosso, non si accorgono di aver impallinato il Gigio Pedrazzini, malamente crivellato dal “fuoco amico”. Il Gigio, alto esponente del PPD, è infatti il presidente della CORSI. Non sarebbe dunque stato compito suo impegnarsi per abolire il privilegio del canone in tempi non sospetti? Invece, è evidente che questo non è accaduto. Se il privilegio del canone dei dipendenti RSI è diventato un tema di discussione, e se il canone stesso è stato temporaneamente abbassato a 365 Fr all’anno, il merito è unicamente dell’iniziativa No Billag. Non ci fosse stata, tutto sarebbe andato avanti come se “niente fudesse”.
Il maledetto sondaggio
A far perdere definitivamente la testa in quel di Comano ci ha poi pensato il sondaggio pubblicato sulla SonntagsZeitung e su Le Matin Dimanche, secondo cui l’iniziativa No Billag riscuoterebbe il 57% dei consensi, mentre i contrari sarebbero fermi 34%. Ovviamente un sondaggio conta quel che conta, ma è comunque un indicatore di tendenza che ha fatto scoppiare il panico tra i vertici della SSR. E non solo.
Il Sindacato sbrocca
Un altro attore ha pensato bene di irrompere sulla scena. Ossia il SSM, il Sindacato svizzero dei Mass media. Trattasi in realtà del sindacato dei giornalisti di $inistra, che si mobilita solo per le redazioni colonizzate dai kompagni (come è il caso, ma guarda un po’, di quelle della RSI). Per le altre, invece, auspica la chiusura. Il SSM in un comunicato definisce l’iniziativa No Billag “una bomba in mano ai cittadini”. Dopodiché, si scaglia contro i diritti popolari ed aizza all’odio nei confronti dei promotori del No Billag: distruttori! Nemici del popolo! Delinquenti! Come si permettono questi disgraziati del No Billag di far votare la gente sul canone più caro d’Europa, che oltretutto è pure illegale (è infatti stato trasformato in un’imposta malgrado non ci fosse la necessaria base costituzionale)? Come osano i criminali del No Billag consentire ai cittadini svizzeri di votare, quando il popolazzo deve solo pagare e tacere e prosternarsi umilmente davanti all’emittente di regime ringraziandola di esistere, magari dopo essersi recato in pellegrinaggio a Comano camminando sulle nude ginocchia?
E gli sciagurati bombaroli (sic!) che oseranno votare Sì all’iniziativa No Billag, non meritano forse di essere messi alla gogna sulla pubblica piazza? E non è anzi ora di abolire i diritti popolari che consentono simili scempi?
Verso la figura marrone?
Signori del sindacato dei giornalisti di $inistra: e chiedervi perché si è arrivati all’iniziativa No Billag e come mai quest’ultima figura pure in testa nei sondaggi (per quel che contano)? Ma figuriamoci! Meglio sbraitare che è tutta colpa dei “nemici del popolo” del comitato No Billag! Neanche fossero la “Grande armata” di napoleonica memoria, quando invece sono 4 gatti, con tutto l’establishment che gli spala palta addosso ogni santo giorno.
Certo che se, dopo questa immane mobilitazione, il prossimo 4 marzo l’élite schierata compatta e spocchiosa contro il No Billag dovesse venire ancora una volta asfaltata dai votanti ticinesi, sai la figura marrone!
Lorenzo Quadri